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“È una cosa insopportabile, mi arrabbio”: Federica Pellegrini difesa dal fidanzato Matteo Giunta

Il rapporto tra Federica Pellegrini e il suo ex allenatore Matteo Giunta procede a gonfie vele: lui è innamoratissimo, non riesce ad accettare una cosa.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo l'addio alle piscine e la passerella finale ai campionati italiani di fine novembre, Federica Pellegrini si sta godendo la sua nuova vita da donna piena di interessi, con una seconda carriera che l'attende nello spettacolo e nella moda, e soprattutto una piena realizzazione nella sfera privata. Dopo la sua ultima gara l'estate scorsa alle Olimpiadi di Tokyo, è caduto il velo sulla relazione che da qualche anno la vede legata al suo allenatore Matteo Giunta e la coppia ha annunciato che presto convolerà a nozze.

Il 39enne è innamoratissimo della sua Kikka e non fa nulla per nasconderlo: "Sto vivendo un momento idilliaco come uomo, sono felice, mi alzo alla mattina col sorriso e vorrei che le giornate non finissero mai – racconta al Corriere del Veneto, facendo muro quando gli si chiede la data del matrimonio –Non lo so… a primavera si sposa mio fratello e quindi prima di allora sicuramente no. In queste vacanze di Natale penseremo alla data".

Giunta svela quando è diventato amore quel sentimento che si affacciava sempre più potente: "Direi al collegiale di Livigno, aprile 2018, ma già prima c’era qualcosa… solo che non ci sembrava giusto dargli spazio a quel sentimento, o volerlo seguire. In quel momento la nostra liaison professionale stava andando talmente bene che c’era paura di rovinarla con altre implicazioni. Invece innamorarci ci ha dato una spinta in più anche nel nuoto. Lei è una star, nello sport è come Alberto Tomba o Valentino Rossi. In realtà è una ragazza semplice, che gira in centro a Verona, va al cinema, o che trovi al supermercato. Ma è chiaro che standole vicino tutto quello che succede viene amplificato all’ennesima potenza".

Da uomo innamorato che stravede per la sua Divina, a Giunta c'è una cosa che non va proprio giù: "Mi arrabbio solo quando dicono che Federica è antipatica. Quella è un’etichetta insopportabile che le hanno appiccicato a 16 anni, quando ragazzina si è ritrovata in un mondo di squali. Vinse la medaglia alle Olimpiadi e lei già allora era schietta e non ipocrita, per questo venne giudicata antipatica. In Italia, si sa, le etichette non te le togli più. Invece lei è meravigliosa, infatti me ne sono innamorato".

I primi tempi da allenatore della Pellegrini peraltro non sono stati facili, era il 2014: "Ma con Fede non c’è mai stata nessuna difficoltà, più complicato è stato rapportarsi con quello che lei rappresentava fuori, una realtà mediatica unica nel nuoto. Ho preso la cosa sottogamba all’inizio, nonostante mi avessero messo in guardia. Prima di venire a Verona ero nello staff di campioni del mondo e pensavo che allenare Federica sarebbe stata la stessa cosa. Invece una volta dentro mi sono reso conto che con lei era diverso, tutto era più grande, più pesante, più amplificato. Federica non era solo una campionessa, ma una star. A un certo punto ho capito che dovevo gestire la cosa e non subirla, altrimenti venivo schiacciato".

Adesso anche per Giunta comincia una nuova vita professionale, da allenatore di nuoto di vertice, ma senza una delle più grandi sportive italiane di tutti i tempi. Lui replica con orgoglio: "Perdo una grandissima atleta, la più grande di sempre. C’è il dispiacere professionale, ma non ho lo stress da futuro, anzi, sono già proiettato a preparare il 2022 con due nuove atlete, Ilaria Cusinato e Giorgia Romei. Non mi ha mai pesato quell’ombra, perché è normale che quando alleni una fuoriclasse della portata di Federica passi in secondo piano. Così come non mi è mai interessato sottolineare le vittorie ottenute con altri. Ma se tanti atleti vengono qui a Verona ad allenarsi, soprattutto ora che non hanno più lo stimolo della presenza di Federica, significa che qualcosa ho dato a questo sport…".

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