Arjola Trimi d’oro, Italia pigliatutto nel nuoto alle Paralimpiadi: “L’acqua mi rende libera”
Nemmeno il tempo di esultare per la medaglia d'oro di Simone Barlaam ed ecco un nuovo trionfo azzurro alle Paralimpiadi. Arjola Trimi ha conquistato il gradino più alto del podio nella prova valida per i 50 metri dorso dei Giochi di Tokyo. Superlativa la classe 1987 nata a Tirana, che ha regalato all'Italia la settima medaglia d'oro. Poco dopo sono arrivate altre tre gioie: bronzo di Carlotta Gilli nei 50 metri stile libero, argento per la Ghiretti nei 100 metri rana, e bronzo per Carolina Costa nel judo. Con le medaglie azzurre arrivate a quota 25.
Ha superato la britannica Challis e la russa Shishova, Arjola Trimi che proprio come Barlaam ha piazzato il tris centrando l'oro paralimpico dopo i titoli europei e mondiale. La classe 1987 di origini albanesi, affetta da tetraparesi spastica degenerativa, si è dimostrata irraggiungibile per avversarie con una prova che le ha permesso di vincere la seconda medaglia personale dopo quella messa in cascina nella prova della staffetta mista. Una carriera eccezionale quella della Trimi, che oggi è stata impreziosita ulteriormente, a conferma di una delegazione azzurra letteralmente dominante nel nuoto, come confermato dalle tantissime medaglie messe in cascina.
Ai microfoni di Rai Sport, Arjola ha raccontato le sue emozioni a caldo, provando a spiegare il suo eccezionale feeling con il nuoto e con l'acqua che per lei è sinonimo di libertà: "Sono una tigre, non mi aspettavo un tempo così basso. Sono davvero felice. Credo che l'acqua mi abbia dato qualcosa di magico, c'è qualcosa che mi spinge, è libertà assoluta, mi aiuta a dare il massimo nei momenti più difficili. Grazie alla mia famiglia, se non fosse stato per loro non sarei quello che sono. Grazie a mio marito che mi ha accompagnato sempre in questi Giochi, abbiamo condiviso tutto. Ho dovuto fare della resilienza il mio punto di forza".