Verstappen trionfa a Monza davanti a Leclerc, ma la safety car è un caso: FIA sotto accusa
Veloce. Determinato come sempre. Max Verstappen lascia il segno anche nel Gran Premio di Monza che vince sotto gli occhi del popolo della Ferrari. Lo fa in un finale scandito dalle polemiche e dal grosso guaio combinato dalla gestione della safety car e del guasto capitato alla vettura di Ricciardo al 47° giro. Al 53° era ancora bloccata sull'asfalto tra la Lesmo-1 e la Lesmo-2 con la gru arrivata solo al 51° al culmine di una situazione grottesca.
Perché la Safety non si è messa subito davanti al leader? Perché non è stata sventolata una bandiera rossa subito? Le domande ronzano in testa e fanno rabbia, alimentano sospetti. E quando serviva dare una risposta non c'erano più i tempi materiali per finire la gara in regime di bandiera verde. Che pasticcio.
FIA e direzione di gara finiscono sotto accusa, commettono due gravi errori. Sono (anche) nel mirino delle proteste da parte del pubblico che si augurava un finale differente. Uno show mortificato che non sminuisce il successo (meritato) del pilota olandese ma provoca disappunto perché la ripartenza avrebbe concesso a Leclerc un’occasione da sfruttare per vincere davanti al pubblico di Monza. E invece proprio il pubblico ha scontato più di tutti il modo in cui è terminato il GP.
Peccato davvero. Il clima era quello da impresa, con tanto di eccessi di tifo al limite dell'isteria sugli spalti. Per compiere la missione impossibile alla Scuderia di Maranello serviva ben altro della pole position di Leclerc. L'olandese ha un altro passo, è un'altra cosa, ha un'altra vettura e altro team. È corpo unico, un monolite che viaggia compatto. Tutto funziona alla perfezione: dal ‘cervello' del muretto fino alla pista passando attraverso la perizia dei box. Il Mondiale è nelle mani di Max, chi può mai strappargli lo scettro di mano? Al Cavallino, almeno sull'autodromo di casa, va l'onore delle armi, della pacca sulla spalla per averci provato.
La sfida si accende subito. Rombo dei motori. Pneumatici fumanti. E ancora giri veloci, sorpassi al limite. Il Gran Premio di Monza regala spettacolo e scintille con Charles Leclerc che parte dalla pole position e negli specchietti, poco alla volta, vede la sagoma della vettura di Max Verstappen che da piccola, piccola diventa ingombrante alle spalle.
Il pasticcio delle penalità comunicate con notevole ritardo e una griglia pesantemente condizionata dalla decisioni della direzione di gara non fanno da zavorra al pilota della Red Bull. L'olandese volante tiene fede alla sua fama: scatta settimo ma esce dal traffico alla sua maniera tant'è che al quinto giro è già a ridosso di Russel (partito in prima fila). Lo fa fuori alla prima variante e si piazza nella scia del monegasco. Lo passa approfittando del pit-stop anticipato del ferrarista e si piazza in cima alla corsa.
Il gioco delle strategie si mescola alla casualità della virtual safety car e alla corsia ingolfata della pit-lane, Leclerc lo sfrutta e scappa via. Sainz risale la montagna e si piazza in zona podio in terza posizione: a metà gara Verstappen è secondo nella morsa del Cavallino. "Le soft sono più veloci di quanto ci aspettassimo", dice lo spagnolo nel dialogare con il team radio che fa da sottofondo alla top 10 che al 29° giro si snoda sull'asfalto con Russell, Norris, Hamilton, Alonso, Perez, Schumacher e Bottas alle spalle delle due Rosse e della Red Bull.
Sainz, che sorpasso! Il gruppo resta compatto là davanti ma si allarga e si restringe a fisarmonica. La gara viaggia veloce sul filo dell'equilibrio e della scelta delle gomme. Fila tutto liscio questa volta… e lo spagnolo, che nemmeno una settimana fa in Belgio imprecava per il guaio combinato dai meccanici, adesso è una scheggia e si rende protagonista di una manovra pazzesca su Perez. Entra ottavo, lo passa in staccata: vede uno spazio e lo fa proprio, questione di coraggio e di occhio, di piede che tormenta l'acceleratore e mani salde sulla cloche. Regala un brivido che fa esplodere Monza.
Vado al Max. Verstappen è un martello. Appena Leclerc torna ai box per montare la gomma rossa sa quel che dece fare e scappa via. Accumula tredici giri dal termine è davanti al ferrarista di circa 20 secondi. Un'enormità che il monegasco prova a colmare con buona volontà e una carica speciale di adrenalina. Guadagna qualcosa, ma quattro decimi sono ancora pochi per fare l'impresa. Rosicchia ancora qualcosa ma i rapporti di forza sono tali da non farsi illusioni: senza un errore o un evento fortuito, è difficile stare alle calcagna del leader.
Lotta, Charles. Non molla ma Verstappen è una furia. E la Ferrari ha sprecato tante, troppe occasioni. Monza applaude, Sainz da 18° arriva ai piedi del podio. La safety car fa da tappo negli ultimi giri per l'avaria della macchina di Ricciardo che resta bloccata. È l'ultimo brivido. Polvere di stelle nella scia dell'olandese che va spedito verso il titolo Mondiale.