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Verstappen preso a calci e pugni da papà Jos, il retroscena inedito: “Rimase col casco per 4 ore”

La leggenda italiana dei kart Sauro Cesetti ha rivelato un inquietante retroscena sui metodi violenti utilizzati da Jos Verstappen nell’educare l’attuale dominatore della Formula 1 Max: “Quando sbagliava lo prendeva a calci e pugni. Era molto violento. Una roba imbarazzante”
A cura di Michele Mazzeo
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Oggi Max Verstappen è il dominatore assoluto della Formula 1 e in questo Mondiale 2024 va alla ricerca del suo quarto titolo iridato consecutivo ed è già entrato nella storia del motorsport. Nonostante ciò, ogni qualvolta scende in pista lo fa con un unico obiettivo in testa: non commettere errori, vincere e primeggiare. Una mentalità forgiata dal padre Jos che, non è un segreto, fin da quando era un bambino lo ha educato con metodi bruschi e severissimi.

È noto che, per esempio, quando era ancora un bambino dopo una corsa lo fece tornare a piedi dal circuito fino all'hotel e che all'età di 14 anni lo abbandonò ad una stazione di servizio nel sud Italia per essere arrivato secondo nel Mondiale Kart che quell'anno si disputava sul circuito di Sarno, in provincia di Salerno. Ma, a distanza di quasi 12 anni, spunta un nuovo retroscena riguardo a quell'episodio raccontato direttamente da chi ha assistito personalmente a quella gara, vale a dire la leggenda italiana dei kart Sauro Cesetti (che nella sua carriera ha anche battuto il sette volte campione del mondo Michael Schumacher sul suo circuito di casa a Kerpen in Germania) ancora oggi scioccato dalla reazione avuta da Jos Verstappen al termine di quella corsa.

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Parlando con il pilota/youtuber Alberto Naska (con cui oggi collabora nelle sue esperienze in pista), il 48enne marchigiano ha difatti rivelato un aneddoto riguardo al rapporto tra papà Jos e Max e su quanto il primo fosse violento con il figlio:  "Max è cresciuto sull'impronta del padre. Quando lui sbagliava Jos lo prendeva a calci e pugni. Era molto violento. Una roba imbarazzante" ha difatti esordito Cesetti.

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E per spiegare quanto il padre fosse violento nei confronti del figlio ha raccontato un episodio accaduto proprio durante quel Mondiale Kart del 2012 a cui ha assistito personalmente: "Eravamo a fare il campionato del mondo di kart a Sarno. E lui correva con il KZ 125 nella categoria minore mentre io gareggiavo in quella superiore. Lui comincia la finale e viene passato sfilando in seconda posizione, prova a passare quello che era in testa, ma sbaglia, si gira e perde una decina di posizioni. Poi recupera fino a riprendere quasi il primo, ma non riesce a superarlo e quindi finisce secondo nel Mondiale. Max ha tenuto il casco per 4 ore. Perché il papà gli ha dato tanti di quei pugni che lui aveva paura a togliere il casco" ha difatti raccontato Sauro Cesetti aggiungendo dunque un particolare che mette i brividi a quella vicenda che lo stesso Verstappen, nel suo racconto e nella sua biografia, aveva volutamente omesso.

Inevitabile che questo trattamento abbia forgiato il Max Verstappen che oggi domina la Formula 1: "L'unico ‘risvolto positivo' di questa brutale educazione è che Max è cresciuto con la fame, con la voglia di vincere. Non a caso è l'unico che si allena con il simulatore fino alle quattro di notte" ha difatti proseguito Cesetti. Quest'ultimo però concorda con Naska nel momento in cui gli fa notare come quanto questi metodi educativi nella stragrande maggioranza dei casi siano più dannosi che utili: "Ovviamente questo tipo di educazione funziona solo su pochissime persone: ci fosse stato qualcuno più debole mentalmente di Max, avrebbe avuto altre ripercussioni e sarebbe finito male" hanno di fatti concordato i due riferendosi al modo brusco e violento con cui Jos Verstappen ha cresciuto quello che oggi è il numero uno indiscusso del campionato automobilistico più prestigioso al mondo.

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