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Verstappen non si pente: “Ho visto Bottas ma siamo qui per correre e sappiamo cosa fare”

Il pilota della Red Bull, nonostante la penalità che gli ha negato la possibilità di scattare dalla pole position, non fa marcia indietro: “Penso che sappiamo quel che facciamo, altrimenti non guideremmo delle auto di Formula 1. Sono le qualifiche e cerchiamo di fare il nostro meglio, siamo qui per correre” sono state le sue parole.
A cura di Matteo Vana
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Una pole position conquistata in pista e poi tolta dai commissari a causa del mancato rallentamento nonostante le bandiere gialle, esposte per l'incidente di Valtteri Bottas, finito contro le barriere nell'ultimo giro delle qualifiche del Messico: un sabato, quello vissuto da Max Verstappen, non certo felice per il pilota olandese che nonostante il miglior tempo siglato in qualificata sarà costretto a scattare dalla quarta posizione a causa della penalità rimediata lasciando la prima fila alla due Ferrari e vedendosi sfilare anche da Lewis Hamilton.

Max Verstappen - Getty images
Max Verstappen – Getty images

Nonostante la penalità che gli ha tolto la pole position, però, l'olandese non fa marcia indietro: il pilota della Red Bull è convinto di essere nel giusto tanto da non voler ammettere di aver sbagliato neanche quando gli viene fatto notare come il suo sia un errore legato alla sicurezza: "Penso che sappiamo quel che facciamo, altrimenti non guideremmo delle auto di Formula 1. Sono le qualifiche e cerchiamo di fare il nostro meglio, siamo qui per correre" sono state le sue parole in conferenza stampa. Un atteggiamento che non ha aiutato di certo l'olandese, apparso fin troppo sicuro della propria posizione e ritrovatosi poi con un pugno di mosche in mano in seguito alla decisione dei commissari di penalizzarlo.

Un errore, quello di Verstappen, che è costato molto sia al pilota sia alla Red Bull, costretta ora a rimontare in gara partendo dalla quarta posizione dietro le due Ferrari e alla Mercedes di Hamilton. Una leggerezza che ha riacceso il dibattito sul comportamento dell'olandese, troppo spesso vittima di se stesso e con comportamenti al di sopra delle regole che ne hanno frenato non solo il rendimento in pista, ma probabilmente anche il processo di crescita: la gara del Messico, in questo senso, sarà un banco di prova importante per testare la maturità di Verstappen, chiamato a smaltire in fretta la rabbia per concentrarsi unicamente su un risultato di prestigio che, sulla pista messicana, ha già ottenuto due volte.

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