Verstappen condanna il razzismo, ma non demonizza il suocero Piquet: “Sbagliato bandirlo a vita”
Il caso è esploso nei giorni scorsi, il botta e risposta è stato forte, gli echi non sono ancora finiti e a Silverstone, dove si corre in questo fine settimana il Gran Premio di Gran Bretagna si parla ancora delle offese razziste di Nelson Piquet a Lewis Hamilton. Il punto esclamativo a questa vicenda lo ha messo, suo malgrado, Max Verstappen, campione del mondo in carica nonché leader di questo campionato, che è anche il suocero di Piquet. Ufficialmente era in una posizione scomoda, ma in realtà l'olandese è stato netto e sincero dicendo esattamente ciò che pensa a riguardo.
A inizio settimana sono rimbalzate dal Brasile delle ‘vecchie' dichiarazioni di Nelson Piquet, che era stato pessimo nei confronti di Hamilton, definito ‘negretto' in modo dispregiativo un paio di volte. La Formula 1, come entità, tutte le scuderie, inclusa la Ferrari, e la quasi totalità dei piloti, compreso Charles Leclerc, si sono schierati al fianco di Hamilton e hanno condannato con forza il razzismo.
Lewis ha detto che bisogna combattere questa mentalità arcaica e che si deve ragionare in modo differente, inoltre ha ricordato che sin da ragazzino ha dovuto subire parole come queste. Il pilota brasiliano si è scusato con Hamilton, ma solo a metà: "Ho sbagliato, ma la traduzione non era corretta". Piquet è stato bandito a vita dal paddock della Formula 1, primo caso nella storia che è un pilota, tre volte campione del mondo, subisce questo tipo di trattamento.
Sulla vicenda è stato interrogato Max Verstappen, che è legato sentimentalmente da tempo a Kelly Piquet (una dei figli di Nelson). Il pilota olandese si è espresso in modo chiaro, ha condannato nettamente quell'espressione, ma al tempo stesso ha detto che Piquet non è la persona che viene dipinta in questi giorni: "Tutti siamo contro il razzismo, è molto chiaro. Deve essere una lezione per il futuro, quella parola non va usata. Perché è molto offensiva, specialmente ai giorni nostri. Ho passato molto tempo con Nelson, è una persona gentile. Sono sicuro che la dichiarazione che ha fatto è genuina, quella parola ha due significati, ma secondo me è meglio non usarla proprio. Ma non è soltanto una questione sua, parlo in generale: non si deve offendere nessuno, a qualunque razza appartenga. Non credo che sia risolutivo bandire una persona dal paddock, soprattutto un tre volte campione del mondo”.
Di questo episodio Max non ha avuto modo di parlarne con Hamilton: "Non ho parlato con Lewis di questo episodio, non c’è nemmeno bisogno di parlarne. Perché lui gode del mio rispetto come qualsiasi altro pilota".