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Verstappen aggira la domanda sulla penalità ricevuta in Messico: la risposta è spocchiosa

Il pilota della Red Bull, sanzionato nell’ultimo Gran Premio per la guida aggressiva e le manovre nel duello con Lando Norris, liquida l’argomento con una battuta. Il pilota britannico: “Da lui mi aspettavo una cosa del genere”.
A cura di Maurizio De Santis
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Max Verstappen fa sempre la stessa cosa quando gli viene contestata la guida aggressiva, al limite del regolamento e della sicurezza come accaduto anche nel Gran Premio del Messico dov'è stato penalizzato di ben 20 secondi per le manovre contro Lando Norris ("questo tizio è pericoloso", s'è lasciato sfuggire nel team radio): nega oppure cerca di sviare il discorso con una battuta.

Per lui è normale e se in ballo c'è il Mondiale piloti (quello costruttori la Red Bull sa di averlo già perso) allora tutto è lecito: prima ha spinto il britannico della McLaren fuori pista in curva 4, poi ha tratto illecito beneficio uscendo dalla pista in curva 8 per provare a piazzarsi davanti al rivale.

Eppure quando un giornalista gli fa la domanda più semplice e scontata ("la prossima volta farete qualcosa di diverso per evitare sanzioni?") lui replica sì con ironia ma con una vena di spocchia: "Magari posso bere qualcosa… il motore è stato spento per 20 secondi. Quindi, avevo tutto il tempo". Anzi, alla ridda di riflessioni che gli sono state poste sullo stesso argomento ha replicato con altrettanto sprezzo del pericolo: "Non ci siamo toccati, quindi, stiamo solo correndo forte".

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Avesse mostrato tutta questo autocontrollo anche quando ha visto Norris negli specchietti, per Verstappen l'esito (forse) della gara sarebbe stato differente. Il vantaggio in classifica si assottiglia: il britannico è a -47, con 4 appuntamenti al termine (tra cui due prove sprint) la lotta è apertissima e Verstappen sente il terreno che si sgretola sotto i piedi.

Ironia della sorte, gli conviene sperare che la Ferrari continui a essere protagonista in questo finale di stagione, così da ritrovarsi un prezioso (sia pure indiretto) "alleato" in grado di tamponare le ambizioni e la concorrenza della McLaren.

Lui, intanto, si sforza ancora di trovare un difetto rispetto a quel che accade in casa propria: "Il problema è che siamo troppo lenti ed è per questo che poi finisco in quelle posizioni". In buona sostanza, se deve prendere dei rischi, la causa di quelle sue manovre azzardate, è da ritrovare nelle difficoltà della Red Bull nel mettergli a disposizione una vettura forte per davvero. Quanto allo stile di guida: "No, non lo cambierò".

Se il campione del mondo olandese non fa una piega, come l'ha presa Norris? La replica dell'inglese è altrettanto diretta e chiara: "Rispetto molto Max come pilota – ha ammesso nelle interviste post Gran Premio – ma mi aspettavo una cosa del genere, son che contro di lui ci sarà sempre una battaglia dura. La sua non è stata una guida molto pulita ma sono riuscito a evitarla".

Il pilota delle McLaren, giunto secondo dietro Sainz, sa che anche questo fa parte del gioco e lo accetta, ma c'è un limite a tutto. E precisa: "Va bene anche avere duello molti intensi con lui, ma corretti. Con Max sarà sempre dura, non farà mai sconto a nessuno… figurarsi a me a questo punto della stagione. Però, quanto accaduto in Messico è diverso: credo che non abbia corso in maniera pulita e leale e ha avuto ciò che si meritava".

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