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Valentino Rossi scosso dalla morte di Vinales: “I giovani piloti fanno paura, troppo aggressivi”

Il nove volte campione del mondo ha parlato dopo la morte del 15enne Dean Berta Viñales: “La cosa peggiore è essere investito ma la probabilità di rischio aumenta se ci sono più moto”. La soluzione proposta da Valentino Rossi non è tanto alzare l’età minima per poter gareggiare in pista quanto dare sanzioni più severe a chi non rispetta regole e avversari. Secondo il pilota italiano il problema principale è l’aggressività dei più giovani: “Negli ultimi anni ho notato che rischiano molto di più e non si preoccupano dei colleghi”
A cura di Andrea Lucia
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La morte del 15enne Dean Berta Viñales, cugino di Maverick, tiene ancora banco in Moto GP. Valentino Rossi, che con una dinamica simile ha perso un amico come Marco Simoncelli, ha detto la sua sull'ennesima tragedia che ha coinvolto il mondo dei motori a due ruote: "Abbiamo assistito ad un disastro. Cadere ed essere investiti fa parte di questo sport ma è anche uno dei rischi principali: nella gara di Supersport 300 c'erano 42 moto sulla griglia di partenza. Sono troppe. Essendo pesanti e non molto veloci, all'inizio le moto restano spesso tutte vicine. Così il rischio di un incidente diventa ancora più alto".

Il pilota italiano propone di diminuire il numero di moto presenti sulla pista, soprattutto per una categoria estrema come la Supersport300, quella prima della Superbike. L'idea di aumentare di un anno o due l’età minima per poter gareggiare, invece, non sembra fare così tanta differenza per Rossi: "Piuttosto che alzare l'età sarebbe meglio optare per sanzioni più severe così da insegnare il rispetto di regole e avversari, soprattutto nelle categoria più giovani. Questo sport è fantastico, ma deve cambiare il rapporto tra i piloti. Tutti vogliono guadagnare posizioni e vincere una gara ma c’è qualcosa di molto più importante in ballo che i punti in classifica".

Il nove volte campione del mondo parla della sicurezza da una prospettiva diversa: "Il problema è l'aggressività in pista: è aumentata molto nell'ultimo periodo. Ora i giovani fanno paura, sono estremamente aggressivi. Maggiore è l'agonismo in pista maggiore dovrebbe essere la penalità per chi rischia senza scrupoli. A volte mi sembra che i piloti guidino senza preoccuparsi degli avversari, quando invece il rispetto in pista viene prima di tutto".

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Nel dibattito seguito alla morte del giovanissimo pilota spagnolo era intervenuto anche Andrea Dovizioso, che ha auspicato un confronto tra tutte le parti coinvolte (chi corre, chi fa le piste, chi fa i regolamenti) oltre ad aver lanciato una provocazione sul discorso dell'età. Sulla stessa lunghezza, più fatalista, è stato il papà dell'indimenticato Marco Simoncelli, che ha detto di non sopportare retoriche inutili e che non è possibile trovare risposte a questo tipo di eventi. Quanto accaduto a Dean Berta Viñales aveva colpito particolarmente il pilota italiano Michel Fabrizio, che ha deciso di ritirarsi e ha lanciato un appello affinchè la Federazione Internazionale non sfrutti la giovane età dei piloti a dispetto dello spettacolo in pista.

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