Valentino Rossi, ritiro o… passo indietro: la fretta Yamaha lo mette davanti al peggior bivio
Il pre-campionato 2020 è ormai alle porte (domenica 2 febbraio scatterà lo shakedown riservato ai collaudatori ed esordienti e venerdì 7 saranno i titolari a scendere in pista a Sepang per il primo turno di test collettivi) ma l’attenzione pare sia già spostata al 2021. Come in Formula 1 anche in MotoGP il mercato piloti è iniziato nel pieno della pausa invernale, tra conferme e promozioni che la Yamaha era impaziente di annunciare. Una fretta che, si dice, sia cattiva consigliera, motivo per cui Valentino Rossi ha spiegato di non voler anticipare la sua decisione e di "aver bisogno di più tempo" per capire se continuare o meno a correre in MotoGP. “Se nelle prime gare chiuderà ancora ottavo o decimo, si fermerà” ha ammesso il suo allievo e compagno di marca in Yamaha, Franco Morbidelli, confermando per filo e per segno le intenzioni già espresse dal pesarese. Un tempo tecnico che la Yamaha, preoccupata dal dover definire il suo futuro ma soprattutto ansiosa di togliere dal mercato i suoi piloti di punta, non ha voluto attendere, scoprendo così le carte del prossimo biennio. Martedì l’annuncio del rinnovo di Maverick Vinales, mercoledì quello della promozione di Fabio Quartararo e oggi quello del ritorno di Jorge Lorenzo in sella alla M1 come collaudatore.
Ritiro o… passo indietro?
Tre mosse, una dietro l’altra, che per Rossi assomigliano a tre fucilate. Tre colpi con cui la Casa di Iwata gli fa intendere di non avere più bisogno di lui e di non avere intenzione di attendere la sua scelta, mettendo così il suo campionissimo con le spalle al muro. Rossi, nove volte campione e autentico mito del motociclismo moderno, trattato come uno qualsiasi, derubato del suo regno che finirà nelle mani dell’erede Quartararo. Non c’è rispetto e nessuna cortesia per il Dottore nei tempi e modi adottati dalla Yamaha che, annunciando di aver blindato il suo gioiellino, lo taglia automaticamente fuori dai suoi programmi futuri. Solo dopo, in un secondo comunicato, la confessione di Valentino e quel contentino del posto nel team satellite e una moto identica a quelle ufficiali, nel caso dovesse decidere di continuare ancora.
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Così Rossi viene messo davanti al peggior bivio dalla Yamaha. Uscire di scena o… fare un passo indietro. In pochi ricordano che, nei primi due anni in 500 (2000-2001), prima di passare al team HRC, il pesarese correva con la Honda ma difendeva i colori del team satellite Nastro Azzurro nonostante un trattamento da ufficiale. Un passo indietro che, se per la fidanzata Francesca Sofia Novello, impegnata a Sanremo con Amadeus, significava ben altro, per Rossi vorrebbe dire tornare a correre per un team non factory. Un po’ come fatto da Kimi Raikkonen che, all’età anche lui di 40 anni, è stato mandato dalla Ferrari all’Alfa Romeo, ritrovandosi però al volante di una monoposto lontana dalle prestazioni dei rivali. Per Valentino ci sarebbe invece una moto con specifiche identiche a quelle di Vinales e Quartararo, ma bisognerà capire se il compromesso stessa moto ma team satellite potrà renderlo davvero felice o se deciderà che sarà più dignitoso mettere un punto alla sua carriera sulle due ruote.