Valentino Rossi ha trovato lo sponsor per la MotoGP: si chiude la grottesca telenovela con Aramco
Il team VR46 di Valentino Rossi ha finalmente ufficializzato il nuovo title sponsor. La squadra del nove volte campione del mondo ha annunciato di aver raggiunto un accordo di sponsorizzazione con la società bancaria italiana Mooney per il 2022 sia per la Moto2 che per MotoGP e che il nome ufficiale della compagine sarà ora Mooney VR46 Racing Team. Il 3 gennaio prossimo verranno forniti ulteriori dettagli in merito alla partnership con la società con sede a Milano che si occupa di Proximity Banking & Payments.
L'accordo ufficializzato oggi mette dunque fine alla grottesca telenovela durata diversi mesi che ha riguardato proprio lo sponsor della VR46 di Valentino Rossi per la nuova avventura in MotoGP e ha visto come protagonisti, oltre al team del 42enne di Tavullia, il principe saudita Abdulaziz bin Abdullah Al Saud e il colosso petrolifero dell'Arabia Saudita Aramco.
Un annuncio ufficiale, un contratto firmato e non onorato, un main sponsor sbandierato ma mai avuto, una società creata ad hoc, conferenze stampa "private", deadline proclamate e non rispettate, soldi promessi ma mai arrivati, e ancora annunci e proclami senza alcuna garanzia offerta. Questi i punti salienti di quella che somiglia sempre di più ad una grande truffa di cui sono state (colpevoli) vittime Valentino Rossi, la sua VR46, la Ducati e la MotoGP.
Nel momento in cui anche l’ultima deadline, fissata allo scorso 31 agosto, era stata disattesa si era capito che i 18 milioni promessi dal principe saudita non sarebbero mai arrivati e che la sponsorizzazione di Aramco (che ha sempre smentito qualsiasi accordo fin dall'inizio) di cui lo stesso principe si era fatto garante non sarebbe mai divenuta realtà:
"Con riferimento alla conferenza di giovedì 19 agosto vorrei informarvi che dopo una settimana non sono ancora state completate le procedure ufficiali dei dossier da parte delle autorità saudite. La chiusura di queste procedure è necessaria per l'annuncio in Arabia Saudita e a livello internazionale delle attività che TANAL Entertainment Sport & Media svilupperà nel Motorsport. Come ora il progetto include la JV tra TANAL e VR46. Comprendo che questo ulteriore ritardo nell'annuncio del progetto Motorsport possa creare confusione e creare ritardo nella costituzione del nuovo Team. Confermo che gli accordi firmati tra Tanal e VR46 avranno seguito entro il 31 agosto e vi forniremo ulteriori dettagli" si leggeva infatti nell’ultima nota stampa firmata dal Principe Abdulaziz bin Abdullah Al Saud inviata ai pochi eletti invitati alla conferenza del 19 agosto dove aveva annunciato che tutto (compresa la fidejussione bancaria) sarebbe stato finalizzato entro mercoledì 25 agosto, cosa ovviamente non avvenuta. Stesso esito quando il termine era stato rimandato poi di un'altra settimana con il Principe e il suo entourage che da allora non hanno dato più notizie.
L'assenza di Aramco come title sponsor del team di Valentino Rossi al momento dell'ufficializzazione della entry list della MotoGP 2022 aveva di fatto scritto la parola fine a questa assurda telenovela iniziata il 26 marzo 2021 (quando Tanal Entertainment Sport & Media, holding di Sua Altezza Reale Principe Abdulaziz bin Abdullah Al Saud e la VR46 ufficializzano la sponsorship che li unirà nel Motomondiale 2021) e portata avanti per diversi mesi tra annunci ufficiali (come quello del 26 aprile in cui annunciava l'accordo con Aramco smentito dopo poco dallo stesso colosso petrolifero prima attraverso il Brunswick Group e poi direttamente dal Ceo del ramo Overseas Company Hussain Talal Al-Marri davanti alla Dorna) e promesse di finanziamenti mai rispettate.
Con l'annuncio dell'accordo di sponsorizzazione con Mooney, per la VR46 si chiude dunque una delle pagine più brutte della sua giovane storia. Si chiude una grottesca telenovela che ha minato un po' anche la credibilità della stessa squadra di Valentino Rossi di certo prima vittima di tutto ciò ma anche complice inconsapevole di un pressappochismo (ci limitiamo a definirlo così) non accettabile nella classe regina del campionato motociclistico più prestigioso al mondo e non degno di una squadra che porta il nome di colui che ha reso questo sport popolare a livello mondiale.