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Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, muro, sorpassi e colpi bassi: storia di una rivalità

La rivalità tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo ha caratterizzato quasi un decennio di MotoGP. I due piloti, per sette anni insieme alla Yamaha, si sono affrontati sia in pista che a parole, proponendo un duello continuo, intestino alla casa motociclistica giapponese. Dal muro nel box nel 2008 al mondiale del 2015, l’italiano e lo spagnolo hanno portato avanti un antagonismo che ha fatto la storia delle due ruote.
A cura di Valerio Albertini
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La MotoGP è costellata di rivalità che sono passate alla storia. Quella tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo ha senza dubbio un posto d'onore, considerando che il loro antagonismo ha raggiunto il suo livello più alto nei sette anni in cui i due sono stati compagni di squadra alla Yamaha. Vincitori di quattordici titoli mondiali in due, l'italiano e lo spagnolo hanno avuto un rapporto difficile sin da subito.

I primi approcci nel 2008 e il muro nel box

Nel 2008 Valentino Rossi è universalmente riconosciuto come il pilota migliore del mondo. Ha già vinto quattro titoli in MotoGP e, dopo due anni in cui ha ceduto la corona a Nicky Hayden e Casey Stoner, vuole tornare ai suoi livelli. In quella stagione, alla Yamaha, di cui il Dottore è il volto dal 2004, sbarca un giovanissimo spagnolo, fattosi notare per le due affermazioni consecutive nella classe 250. Si tratta del ventunenne Jorge Lorenzo. Per la prima volta, due piloti di pari livello o quasi si ritrovano all'interno della stessa squadra. Ciò che alla Yamaha non avevano calcolato, però, è che la convivenza tra due persone che hanno la stessa ambizione di vittoria potesse essere difficoltosa per entrambe. Lorenzo, infatti, si dimostra sin da subito molto forte, vincendo una delle sue prime tre gare e arrivando sul podio nelle altre due. Dopo poco, però, l'inesperienza del Martillo prende il sopravvento e, complici alcune cadute, finisce per perdere l'abbrivio iniziale. Chi ne approfitta è naturalmente Valentino Rossi, che inizia a inanellare vittorie e buoni piazzamenti. Le sue prestazioni lo porteranno a trionfare alla fine della stagione, aggiudicandosi il suo quinto mondiale in MotoGP.

Ciò che appare immediatamente visibile agli addetti ai lavori, però, è il talento di Jorge Lorenzo, il quale è destinato a dare filo da torcere al Dottore negli anni successivi. È in quel 2008 che la loro rivalità inizia ad accendersi: Valentino pretende che sia eretto un muro nel box Yamaha tra lui e lo spagnolo. Ufficialmente, questa scelta è dettata dalla diversa fornitura di pneumatici dei due piloti. Rossi, infatti, utilizza Bridgestone, mentre Jorge si rifornisce da Michelin. Il regolamento non permette che due piloti, pur facendo parte dello stesso team, scambino i propri dati, se utilizzano pneumatici differenti. In realtà, il Dottore non è contento di avere la concorrenza di un pilota così forte all'interno della propria squadra e ha provato ad avviare una guerra psicologica con lo spagnolo. Anni dopo, entrambi i protagonisti hanno spiegato l'inutilità del muro, a partire da Valentino:

Non rifarei la scelta del muro perché non è servito a niente, è stato un mio errore. Forte delle vittorie ottenute, pensavo che la Yamaha con me si sarebbe mostrata più riconoscente, senza mettermi un pilota forte come Lorenzo nel box. A mente lucida, però, penso che la Yamaha abbia fatto bene, perché era giusto che un team così importante avesse due piloti in grado di vincere.

Jorge Lorenzo conferma la tesi secondo cui le intenzioni di Rossi fossero bellicose nei suoi confronti:

Ha cercato una battaglia psicologica con questa storia, come è successo con altre cose. Si è trattato di una guerra psicologica che non ha vinto.

Lin Jarvis, Managing Director della Yamaha nel 2008, ha affermato, invece, che la rivalità tra VR46 e il numero 99 fosse un'ottima cosa per la casa motociclistica giapponese:

Difficile gestire quando hai in squadra i due migliori piloti, ma ce l’abbiamo fatta. Quando hai piloti competitivi la squadra cresce, si spingono a vicenda e devi solo sperare che non siano autodistruttivi.

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Il duello per il titolo nel 2009 e il sorpasso di Rossi in Catalogna

Non arriveranno mai a esserlo, ma la tensione tra i due continuerà a salire con il passare del tempo. Lorenzo, svezzato dal primo anno difficile in MotoGP, si presenta ai nastri di partenza della stagione successiva competitivo e pronto a impensierire fino alla fine il compagno di squadra. Il 2009 è il primo anno in cui vige il regime monopolistico della Bridgestone, ma il muro all'interno del box Yamaha resiste, a testimonianza che non servisse soltanto a non far passare i dati. Lorenzo definirà in futuro la rivalità con Valentino in quella stagione coma la più grande della sua carriera. Dopo alcuni GP, infatti, i due si presentano praticamente appaiati in classifica al Gran Premio di Montmelo, in Catalogna. Qui avviene la svolta della stagione, in seguito a una delle pagine più belle dell'antagonismo Rossi-Lorenzo, caratterizzata da una gara splendida, conclusa con un sorpasso impossibile del Dottore sullo spagnolo. I due ingaggiano una battaglia in solitaria dal primo all'ultimo giro. Si passano ripetutamente e all'ultima curva Vale riesce a superare lo spagnolo con un sorpasso che sfida le leggi della fisica. Al termine della corsa, il 46 è in estasi:

Come diciamo in Italia: mamma mia! Penso di poter dire che questa è stata una delle più belle e difficili vittorie della mia carriera, perché l’ho strappata all’ultima curva ed era un po’ di tempo che non accadeva. Abbiamo fatto un lavoro perfetto, ma sapevamo che Lorenzo sarebbe andato forte. Ho dovuto essere molto coraggioso e spingerlo al limite.

Il pilota maiorchino accetta la sconfitta ma promette battaglia:

Ovviamente sono un po’ triste, ma oggi Valentino è stato un po’ più intelligente o un po’ più coraggioso di me. Alla fine, per questo mi ha battuto. Se continueremo ad essere così forti nel corso della stagione, chi può sapere come andrà a finire?

In realtà, il sorpasso all'ultima curva nel GP disputato a casa sua, in Spagna, avrà un peso psicologico rilevante sulle prestazioni successive di Lorenzo, che non riuscirà più a scrollarsi di dosso la delusione per quella sconfitta e finirà per consegnare il secondo mondiale consecutivo al Dottore.

Poco tempo fa, El Martillo è tornato su quell'episodio, sottolineando le differenze tra lui e Valentino:

In quel momento avevo 22 anni, mentre Valentino aveva già 30 anni. In quel periodo in Yamaha lui sapeva staccare più tardi e ne ha approfittato. La vittoria di quella gara è stata fondamentale per l'andamento del campionato.

Il 2010: l'infortunio di Valentino e il duello a Motegi

Il 2010 segna l'ultimo anno della prima convivenza tra Rossi e Lorenzo. Inizialmente, si prospetta come un remake dell'anno precedente. I risultati di entrambi i piloti fanno presagire una sfida tra i due fino alla fine per la conquista del titolo. La sliding door della stagione, e forse anche della carriera del Dottore, arriva però il 5 giugno 2010. Valentino cade durante le prove del GP del Mugello e si procura la frattura scomposta di tibia e perone. Si tratta del primo infortunio grave della sua carriera e condiziona inevitabilmente la sua storia in Yamaha. Sia lui che Lorenzo, infatti, sono in scadenza di contratto e la casa motociclistica giapponese deve decidere su chi puntare tra i due per il futuro. Il Dottore riceve una proposta di rinnovo alle stesse condizioni di Jorge, ma per lui non può bastare. Vale sceglie di congedarsi dalla Yamaha per tentare la strada di un binomio tutto italiano con la Ducati che, come sappiamo, sarà tutt'altro che redditizio. Già da prima dell'infortunio, il pesarese ha iniziato ad accorgersi che la casa di Iwata sta privilegiando il suo compagno, che è pronto a scalzarlo nelle gerarchie. per questo, le frizioni tra i due si fanno sempre più forti e frequenti. Dopo l'infortunio di Rossi, però, Lorenzo sceglie di presentarsi sul podio del Mugello con una maglia firmata VR46, ma il suo gesto non viene apprezzato più di tanto. Il pilota maiorchino prova a spiegare il motivo di quella maglia:

Ho voluto farlo davanti al suo pubblico. Ho avuto infortuni nel passato, ma mai così gravi come il suo.

Senza Valentino a competere con lui, il numero 99 può viaggiare a vele spiegate verso il suo primo titolo, anche se nel finale di stagione il Dottore riesce miracolosamente a rientrare e le polemiche tra i due tornano a infuriare. Il 3 ottobre si corre a Motegi, in Giappone. Stavolta i piloti Yamaha non duellano per la vittoria, ma per un terzo posto che maschera una lotta per l'onore e la supremazia nella squadra. Valentino corre al limite e, al termine di una sfida intensa, riesce ad arrivare davanti al compagno, che però non la prende bene:

È stata una grande battaglia tra me e Valentino, siamo due guerrieri con l’istinto del killer. In alcune occasioni non credo che lui sia stato completamente corretto, mi ha toccato e mi ha spinto largo. Non è normale che un tuo compagno di squadra ti tocchi tre volte, per di più se stai lottando per il titolo: ha giocato sporco.

Alle affermazioni forti di Lorenzo, Rossi risponde in maniera altrettanto polemica:

Lorenzo voleva un duello all'ultimo sangue? Beh, ha capito di cosa si tratta, anche se non ho fatto nulla di più del normale. Mi sono detto che dovevo farcela e ci sono riuscito. Sul podio ci vado io e sono contento.

Il ritorno di Rossi in Yamaha nel 2013

Nel biennio in Ducati, il duello tra il 46 e il 99 si spegne, per riprendere nel 2013, quando il Dottore decide di tornare in Yamaha. Anche se inizialmente lo spagnolo sembra accogliere favorevolmente il suo nuovo-vecchio compagno, il suo responsabile della comunicazione Carlo Pernat dà una versione diversa dei fatti:

Quando la Yamaha ha comunicato la scelta di riprendere Valentino a Lorenzo, lui l'ha presa davvero male. Infatti, ha deciso di licenziare il suo manager e io credo che il motivo sia da ricondurre al mancato inserimento della clausola del veto sul secondo pilota nel suo contratto.

Anni dopo, anche lo stesso Lorenzo tornerà sulla questione del veto:

Valentino ha sempre detto che, nel 2012, dopo l’avventura in Ducati, era stato vicino al ritiro. A quel tempo stavo per vincere il mio secondo titolo in MotoGP ed ero la punta di diamante della Yamaha. Mi avrebbero dato di tutto per farmi rimanere lì. Se fossi riuscito a mettere una clausola per non averlo come compagno di squadra, Valentino Rossi si sarebbe ritirato.

Il pesarese ci mette un po' a riprendere confidenza con la sua vecchia moto e nella stagione del suo ritorno in Yamaha non riesce a essere competitivo. Lorenzo lotta per il titolo ma è costretto a cedere il passo al fenomenale Marc Marquez. Ad annata conclusa, per la prima volta, El Martillo si lascia andare a dichiarazioni al miele nei confronti del compagno:

Penso che sia stata una cosa fantastica vedere Valentino guidare per così tanti anni. Avvicina moltissima gente a questo sport, in tantissimi lo vengono a vedere e ha un sacco di tifosi. È una persona divertente ed è un grande pilota, molto competitivo, uno dei migliori di tutti i tempi. Per me è un onore condividere il box con lui.

Nel 2014 Vale torna ai suoi livelli e si piazza secondo dietro Marquez. Lorenzo, invece, ha problemi con la Yamaha e, secondo Rossi, il fatto di non riuscire a essere competitivo non lo fa stare bene:

Sta soffrendo molto perché vuole lottare alla pari con Marc Marquez e non ci sta riuscendo. Forse anche il fatto che io gli stia davanti gli può dar fastidio, ma è una lotta che stimola entrambi.

Alla fine di una stagione difficile, il pilota maiorchino spende ancora belle parole per il compagno di squadra:

A Rossi ruberei i titoli. Non lo scopriamo adesso, è un pilota che ha lottato contro tre o quattro generazioni diverse e ha continuato a essere competitivo. Per non parlare dei suoi numeri impressionanti. È un vero esempio per i piloti giovani.

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La vittoria di Lorenzo nel 2015 e le polemiche per l'aiuto di Marquez

Si tratta, in realtà, della quiete prima della tempesta. La stagione 2015 li vede duellare come accaduto nel 2009. Tutto fila liscio fino alla gara in Australia, i due sono appaiati in classifica e il terzo grande rivale, Marc Marquez, è troppo lontano per provare a tornare in corsa. Nel GP oceanico Vale inizia a sospettare che il numero 93 lo stia ostacolando per favorire il connazionale nel duello per il titolo. Rossi lo afferma chiaramente nella conferenza stampa del GP della Malesia, al termine del quale viene penalizzato nel GP successivo per aver fatto cadere Marquez. Il pilota Honda ha effettivamente corso contro il Dottore, che è caduto nella trappola. Nell'ultimo Gran Premio, quello di Valencia, è costretto a partire dall'ultima posizione e, pur arrivando quarto, perde il Mondiale ai danni di Lorenzo, che vince la gara. Al termine della sfida, il Dottore sfoga la sua rabbia:

Sarebbe stato bello giocarsela ad armi pari, ma credo che nemmeno Lorenzo possa essere molto contento di aver vinto così. Io non lo so se Marquez abbia protetto Lorenzo perché sono tutti e due spagnoli, ma è triste che gli faccia da guardaspalle. Lorenzo ha meno colpe di Marquez, lui non lo avrebbe mai fatto, ma per il suo comportamento si merita di essere trattato ugualmente. Già giovedì sapevo che sarebbero andati fino in fondo.

Poco tempo fa, Jorge Lorenzo è tornato su quella vittoria, definendo meritato il titolo del 2015:

Valentino sarebbe arrivato quarto a Valencia anche se non fosse partito ultimo ma davanti in griglia, perché i tre piloti davanti sono stati in quella circostanza estremamente bravi a differenza sua.

Da quel momento in poi, la convivenza dei due in Yamaha diventa ancora più difficile e, prima di lasciare la casa giapponese per accasarsi alla Ducati, El Martillo si regala un ultimo battibecco con il Dottore. Al termine del GP di San Marino del 2016, nel quale Rossi supera Lorenzo poco dopo il via della gara con una manovra al limite, scoppia la polemica tra i due piloti:

Lorenzo: "Il sorpasso è stato aggressivo. Non aveva bisogno di esserlo così presto nella gara, ma è il suo stile. Altri piloti passano in modo più pulito".

Rossi: "Quello che dici non è vero. Riguarda il sorpasso"

Lorenzo: "Se non avessi raddrizzato la moto saremmo finiti per terra. Tu forse no, io certamente sì".

Rossi: "Non è vero. Cosa dovrei dire a Marquez a Silverstone, quando ha fatto 10 sorpassi come quello".

Lorenzo: "È la mia opinione, rispettala".

È l'ultimo capitolo di una rivalità che ha scandito quasi un decennio di MotoGP, quella tra due compagni di squadra che non hanno mai smesso di duellare per imporre la propria supremazia sull'altro e che hanno regalato agli appassionati alcune delle pagine più belle del motociclismo.

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