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Un team in MotoGP ha messo al bando Marc Marquez e la sua famiglia: è ‘colpa’ di Valentino Rossi

Un retroscena raccontato da Razlan Razali svela il divieto che vige in Yamaha nei confronti di Marc Marquez e di tutti i membri della sua famiglia: un diktat emesso dopo quello che è accaduto tra lo spagnolo e Valentino Rossi durante il Mondiale 2015 della MotoGP.
A cura di Michele Mazzeo
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Lasciata la Honda dopo 11 anni, nel 2024 Marc Marquez approderà in Ducati con il Team Gresini dove tornerà nuovamente a far coppia con il fratello Alex. Nel momento in cui ha deciso di mettere fine alla sua lunga avventura con la casa giapponese l'otto volte campione del mondo ha fatto gola a quasi tutti i team in griglia e le case costruttrici presenti in MotoGP. Già, perché c'è un'eccezione, cioè una squadra in cui non solo il 30enne spagnolo non è gradito ma nel quale vige addirittura un divieto su di lui e su tutti i membri della sua famiglia che dura da 8 anni.

Ovviamente stiamo parlando della Yamaha che, evidentemente, non ha ancora digerito quanto accaduto nella parte finale del Mondiale 2015, quello in cui Marc Marquez e la sua accesa rivalità con l'alfiere della casa di Iwata Valentino Rossi decisero di fatto la lotta iridata tra il Dottore e Jorge Lorenzo. Un'asprissima rivalità durata poi a lungo tra il giovane talento della Honda e il vecchio campionissimo e che poi si è estesa anche alla casa costruttrice di cui il fenomeno di Tavullia era diventato la bandiera.

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Una rivalità che ha portato i giapponesi ad emettere un diktat: nessun membro della famiglia Marquez potrà mai lavorare in Yamaha. A rivelare l'esistenza di questo veto, a distanza di anni dalla sua emissione, è stato Razlan Razali che dal 2019 al 2022 è stato proprietario del team satellite della Yamaha RNF Petronas.

Il manager malese, che ha lasciato il team RNF poco prima che venisse clamorosamente escluso dalla MotoGP 2024, recentemente ha difatti raccontato un episodio inedito avvenuto nell'agosto del 2019 che gli ha fatto scoprire l'esistenza di questa inibizione da parte della Yamaha nei confronti di Marc Marquez e di tutta la sua famiglia.

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In quell'occasione infatti Razali aveva individuato in Alex Marquez, fratello dell'otto volte campione del mondo e in quel momento dominatore del mondiale di Moto2, il profilo ideale da inserire nel proprio team facendogli fare un altro anno nella classe di mezzo per poi portarlo in MotoGP al posto di Quartararo che sarebbe passato nella squadra Factory, cosa messa addirittura nero su bianco da un pre-contratto firmato da entrambe le parti.

"Nel 2019 noi avevamo una moto in Moto2, ma Dorna ci ha dato un altro posto per la stagione 2020. Mi piaceva Alex ed era in cima alla mia lista dei candidati per occuparla. Quindi, abbiamo avuto degli incontri segreti e abbiamo firmato un contratto nel motorhome di Marquez perché fosse con noi per un anno in Moto2, e nel 2021, quando Fabio è andato nel team ufficiale, per portare Alex in MotoGP con noi. Era l'agosto 2019, alle 22 di sera. E ho anche una foto (del contratto, ndr) sul mio telefono" ha difatti raccontato Razali prima di rivelare il motivo per il quale il passaggio di Alex Marquez nel team Petronas non andò mai in porto.

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"A quel punto ho comunicato alla Yamaha la mia intenzione di ingaggiare Alex prima per la Moto2 e poi per la MotoGP. E mi hanno risposto: ‘No! Nessun membro della famiglia Marquez potrà mai venire in Yamaha'. Ho chiesto perché, e mi è stato risposto: ‘Questa è la mia squadra!'. Poi mi hanno detto che è stato a causa di Marc e di quello che è successo nel 2015. Per la Yamaha era diventata una questione personale" ha quindi chiosato Razlan Razali rivelando di fatto l'esistenza di un vero e proprio divieto imposto dalla casa di Iwata nei confronti di Marc Marquez e di tutta la sua famiglia nato da ciò che è successo con Valentino Rossi nel corso della MotoGP 2015.

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