Toto Wolff ha una teoria sulla separazione tra Ferrari e Binotto: “Era nel mirino”
Archiviato il Mondiale 2022 nel paddock della Formula 1 l'argomento principale di discussione è quello inerente le dimissioni di Mattia Binotto dal ruolo di team principal della Ferrari e l'individuazione del suo successore. L'ingegnere reggiano, seppur dimissionario, manterrà la sua carica fino a fine anno e continuerà a supervisionare gli ultimi lavori sulla nuova monoposto con cui Charles Leclerc e Carlos Sainz correranno nel campionato 2023 prima di lasciare il posto probabilmente ad una triade (un responsabile, un team principal e un direttore tecnico) come emerge dalla volontà espressa dal Presidente John Elkann nel suo blitz a Maranello.
Seppur, come evidenziato da Lapo Elkann subito dopo l'ultima gara di Abu Dhabi, non ha raggiunto l'unico obiettivo che la Ferrari si pone per ogni stagione, non avendo il Cavallino un sostituto già pronto al momento delle dimissioni/esonero di Binotto (anche se, dopo il no di Horner, Frederic Vasseur continua ad essere l'indiziato numero uno pur non convincendo al 100% tutti gli uomini al vertice della società), in molti si sono chiesti se a questo punto non fosse stato meglio proseguire il percorso intrapreso quattro anni prima con la nomina a team principal del 53enne nato a Losanna mettendo in dubbio la decisione presa dalla Ferrari di spingerlo alle dimissioni e poi accettarle.
Su questo argomento ha detto la sua anche quello che in queste quattro ultime stagioni è stato il grande rivale di Binotto, ossia il team principal della Mercedes Toto Wolff con cui, soprattutto nel 2019 (quando c'erano i sospetti sul motore della rossa che ha poi portato al patto segreto con la FIA e ai due disastrosi mondiali successivi chiusi senza nemmeno una vittoria) e nel 2022 (quando il capo della gestione sportiva della scuderia di Maranello si è schierato al fianco della Red Bull e contro la squadra tedesca per l'annosa questione della regola anti-porpoising e della presunta talpa in FIA), i rapporti non sono mai stati idilliaci. Parlando al podcast ufficiale della F1 ‘Beyond The Grid‘ infatti il numero uno della Mercedes ha espresso una sua teoria riguardo agli ultimi eventi verificatisi in Ferrari:
"È sempre stato chiaro che era sotto una pressione tremenda. Essendo team principal alla Ferrari, è meglio che tu abbia un buon contratto per la tua uscita. E ora probabilmente è successo l'inevitabile. Ma comunque lo hanno tenuto più a lungo di quanto pensassi" ha infatti detto Toto Wolff riguardo all'epilogo dell'avventura di Mattia Binotto da team principale della scuderia di Maranello. Evidente il riferimento ai soventi cambi fatti alla guida del team F1 dall'attuale proprietà: il prossimo infatti sarà il quinto diverso team principal a prendere le redini della Ferrari (dopo Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e proprio Binotto) da quando lui è approdato al comando del muretto Mercedes.
Secondo Wolff però dietro questo poco tempo concesso ai team principal in Ferrari c'è un motivo ben preciso : "Lì c'è assolutamente più pressione che in qualsiasi altra scuderia – ha difatti aggiunto il manager austriaco –. Stai rappresentando la Ferrari, stai rappresentando un intero Paese. E ti esaltano, e ti buttano giù. Ma con brutalità. Sicuramente facendo il team principal della Ferrari c'è più pressione e, probabilmente, se sei italiano ce n'è ancora di più, perché sei straniero semplicemente non leggi le notizie. Ma se sei italiano chiaramente sei sempre nel mirino" ha quindi chiosato Toto Wolff spiegando perché si è detto sorpreso del fatto che Binotto sia durato così a lungo alla guida della scuderia del Cavallino.
A latere poi lo stesso Wolff ha anche escluso la possibilità che il futuro di Binotto possa essere in Mercedes ("Mattia e io abbiamo avuto i nostri momenti di scontro in tutti questi anni, non è un segreto. Quindi dati i suoi animati precedenti con la squadra non credo potrà mai unirsi alla Mercedes") ma ha comunque lodato le capacità dell'ingegnere reggiano definendolo "una persona che capisce a fondo al Formula 1" e che dunque sicuramente interesserà a tanti altri team (probabilmente il riferimento è al fatto che l'Audi, che entrerà in F1 dal 2026 in partnership con la Sauber, ha già sondato il terreno per capire la disponibilità di Binotto).