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Svelato il mistero del marshall scappato con la Ferrari di Sainz in fiamme: “Non era autorizzato”

I commissari di pista del Red Bull Ring hanno spiegato i motivi dei tardivi soccorsi a Carlos Sainz durante il GP d’Austria della Formula 1 2022 e svelato perché uno dei marshall è scappato via mentre il pilota era ancora a bordo della sua Ferrari in fiamme.
A cura di Michele Mazzeo
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Uno degli episodi del GP d'Austria della Formula 1 2022 che ha fatto maggiormente discutere è stato quello inerente ai tardivi soccorsi al pilota della Ferrari Carlos Sainz che, a causa di un improvviso guasto al motore, ha visto la sua F1-75 andare in fiamme con il pilota ancora dentro l'abitacolo. La scena, immortalata dalle riprese televisive, del marshall che posa per terra l'estintore e si allontana dalla vettura mentre l'incendio divampava sempre più tanto che lo stesso driver spagnolo è uscito di corsa dalla macchina mollando il freno, ha fatto il giro del mondo facendo gridare allo scandalo.

A distanza di alcuni giorni dalla gara del Red Bull Ring arriva però un comunicato firmato dall'associazione che gestisce i commissari di pista durante il GP d'Austria di Formula 1 con il quale, tra le altre cose, viene spiegato il motivo dello strano comportamento di quel marshall che è sembrato scappare davanti al pericolo.

"Gli interventi sono autorizzati solo dopo aver ricevuto istruzioni dalla direzione di gara. Questo da un lato aumenta la sicurezza dei piloti e dei commissari, ma dall'altro ha lo svantaggio di avere interventi che richiedono tempi un po' più lunghi" spiegano di fatto i commissari del circuito di Spielberg nella nota pubblicata da Motorsport.com.

Nel caso specifico dunque il marshall finito nell'occhio del ciclone sarebbe stato bloccato dai direttori di gara FIA che avrebbero preferito invece far intervenire l'autopompa (giunta sul posto circa un minuto più tardi): "Durante l'incidente con Carlos Sainz alla curva 4, si sono verificate diverse circostanze sfortunate – prosegue difatti il comunicato firmato dai commissari di pista del Red Bull Ring in occasione del GP d'Austria –. Il luogo in cui Sainz aveva parcheggiato la sua Ferrari non era visibile dalla postazione dei commissari e si è reputato dunque complicato raggiungere l'auto con gli estintori.

Quando hanno visto la situazione, hanno deciso di chiamare l'autopompa. Questa decisione deve essere presa in pochi secondi e, a posteriori, era assolutamente corretta. Se si ricorda l'incidente di Grosjean (a Sakhir nel 2020, ndr) – si legge di seguito – ci si renderà conto che in una situazione del genere gli estintori a mano non sono assolutamente sufficienti, pertanto l'uomo con l'estintore è stato fermato, il che ha portato a questa sfortunata immagine in televisione di ‘un commissario in fuga'".

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Da questo dipenderebbe dunque anche il fatto che l'altro commissario presente al momento dell'incendio e giunto vicino alla macchina di Sainz non abbia utilizzato l'estintore per tentare di arginare le fiamme prima che il pilota saltasse fuori dalla vettura ormai completamente avvolta dal fuoco. Secondo quanto si legge nel comunicato dei commissari di pista del GP d'Austria un altro dei problemi che avrebbe rallentato i soccorsi è stato il fatto che lo spagnolo avrebbe lasciato il freno troppo presto (comprensibile trovandosi in mezzo ad un rogo): "L'altro problema è che Sainz comprensibilmente si è innervosito e ha rilasciato il freno troppo presto. Grazie alla resistenza del cuneo, la monoposto si è diretta verso l'interno e si è fermata contro la barriera di sicurezza. Quindi a quel punto l'incendio si è potuto spegnere con pochi colpi di estintore" continua infatti la lunghissima nota.

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Secondo i marshall del Red Bull Ring quindi la situazione sarebbe stata gestita nel migliore dei modi: "In questa situazione eccezionale, perché un incendio non si verifica tutti i giorni, i commissari hanno risposto bene – si legge infatti nella parte finale del comunicato –: abbiamo avuto un camion dei pompieri sulla scena entro 30 secondi, il che avrebbe tenuto sotto controllo un incendio a rapida diffusione come quello di Grosjean. In più un altro mezzo di soccorso era già sul posto e un terzo era in arrivo. Se Sainz non fosse sceso di persona dalla sua macchina, lo avremmo comunque protetto nel miglior modo possibile" chiosano infine i commissari di pista finiti nell'occhio del ciclone per quanto avvenuto durante il GP d'Austria.

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