Susie Wolff sbotta per l’inchiesta FIA sul conflitto d’interessi in F1: “Sono accuse misogine”
Poche settimane dopo la fine del Mondiale 2023, il paddock della Formula 1 è stato scosso da un improvviso terremoto che ha fatto finire sotto i riflettori il team principal della Mercedes Toto Wolff e sua moglie Susie attuale direttrice generale della F1 Academy (la serie femminile di corse sotto l'egida di Liberty Media e Formula One Group) accusati di conflitto d'interessi per essersi scambiati informazioni di natura riservata. Le indiscrezioni giornalistiche lanciate dalla rivista Business F1 che ha riportato, in forma anonima, le testimonianze anonime di tre pariruolo del manager austriaco (nelle quali lo si accusava di riportare tutto ciò che veniva detto nelle riunioni dei team F1 alla moglie che poi a sua volta le riportava al boss della FOM Stefano Domenicali e quindi al CEO di Liberty Media Greg Maffei) hanno difatti fatto venire qualche sospetto anche alla FIA che ha deciso di aprire una propria indagine a riguardo.
Pur non citandoli direttamente la nota della Federazione Internazionale diramata nella serata di martedì 5 dicembre non lascia spazio a dubbi riguardo a chi siano i due soggetti finiti sotto indagine, cioè Toto Wolff e la moglie Susie Wolff (nata Stoddart, sposatasi con il capo della Mercedes in F1 nel 2011). E l'annuncio a sorpresa dell'apertura di questa inchiesta ha inevitabilmente provocato reazioni molto forti da parte dei diretti interessati. In primis ci hanno pensato la Formula 1 e la Mercedes, entrambe venute a conoscenza dell'indagine dalla nota rilasciata alla stampa dalla FIA, a respingere con forza le accuse attaccando anche la stessa Federazione per la mancata trasparenza e il modus operandi nella comunicazione dell'avvio di questo procedimento.
Ma la reazione più dura è stata senza ombra di dubbio quella di Susie Wolff che, al contrario di quanto fatto dal marito, ha voluto dire pubblicamente il proprio pensiero riguardo alla situazione che vede coinvolta la sua famiglia. Nel giorno del 41° compleanno infatti l'ex pilota britannica ed ex team principal in Formula E, oggi a capo della F1 Academy, con un durissimo comunicato pubblicato tramite i propri profili social non solo ha difeso la propria innocenza ma anche sollevato dei dubbi sui motivi per i quali la FIA guidata da Mohammed Ben Sulayem avrebbe aperto questa inchiesta sul presunto conflitto d'interessi tra lei e Toto Wolff:
"Sono profondamente offesa ma purtroppo non sorpresa dalle accuse pubbliche che sono state fatte. È scoraggiante che la mia integrità venga messa in discussione in questo modo, soprattutto quando sembra essere radicata in un comportamento intimidatorio e misogino e focalizzata sul mio stato civile piuttosto che sulle mie capacità – ha difatti esordito facendo riferimento ad una possibile matrice sessista delle accuse rivoltele –.
Nel corso della mia carriera nel motorsport, ho incontrato e superato numerosi ostacoli e mi rifiuto di lasciare che queste accuse infondate mettano in ombra la mia dedizione e passione per la F1 Academy – ha quindi aggiunto –. Come donna in questo sport, ho affrontato la mia giusta dose di sfide, ma il mio impegno per abbattere le barriere e spianare la strada al successo delle generazioni future rimane irremovibile. Nei termini più forti possibili, respingo queste accuse" ha infine chiosato Susie Wolff ribandendo i propri sospetti riguardo all'origine di queste accuse mossele da tre team principal della F1 prima e dalla FIA, con l'apertura dell'inchiesta, poi.