Si pente prima di morire l’ex campione di motociclismo Jorge Lis: “Mi sarei dovuto vaccinare”
L'ennesima tragedia causata dal Covid porta via una giovane vita e suscita commozione nel mondo dello sport spagnolo, rinfocolando il dibattito sulla necessità di convincere anche i recalcitranti a vaccinarsi, nel loro interesse e della comunità in cui vivono. A causa del coronavirus è morto infatti a 46 anni l'ex motociclista Jorge Lis, che nel 1996 fu vicecampione di Spagna nella categoria 125 e poi ha intrapreso la carriera di manager di piloti e coach: attualmente seguiva nel Mondiale Supersport il sudafricano Steven Odendaal, che lo ha ricordato con un commovente post.
La parabola delle convinzioni sempre più radicali di Lis sulla questione vaccino ha disegnato per lui un destino dal quale ha cercato di sottrarsi, recitando il mea culpa quando era ormai troppo tardi. Lis è morto al termine di 45 giorni di terapia intensiva, dopo essere diventato uno dei simboli no-vax del suo Paese. Inizialmente solo dubbioso sul vaccino, l'ex centauro era caduto nel vortice delle notizie complottiste circolanti sui social, trasformandosi via via in un fanatico oppositore della vaccinazione anti Covid.
È stata la sorella Elena a raccontare come l'anno scorso Jorge avesse cominciato a diffondere il verbo no-vax in maniera sempre più ossessiva, consigliando a tutti – amici e familiari – di non immunizzarsi, a cominciare dalla anziana madre ultra ottantenne. Poi un viaggio negli Stati Uniti ha ulteriormente radicalizzato le sue certezze: "Sosteneva l'ex presidente Trump e la sua rete politica, che propugnano le teorie negazioniste. Una influenza tira l'altra e un canale YouTube porta all’altro", ha raccontato la sorella. Lis ha dunque rifiutato ostinatamente di vaccinarsi, finché non ha contratto il Covid a fine luglio. Poi la battaglia disperata dei medici per cercare di salvarlo, ma dopo un mese e mezzo l'ex pilota iberico è spirato a Valencia martedì 7 settembre.
Lis peraltro si era già pentito della scelta che gli è costata la vita, come svelato sempre dalla sorella Elena, che ha diffuso il messaggio Whatsapp mandatole da Jorge qualche tempo fa: "In questa settimana ho avuto una delle mie più grandi lezioni di vita. Passare molto tempo sui social mi aveva radicalizzato all’estremo. Mi sarei dovuto vaccinare". Pentimento tardivo che moltiplica il dolore della famiglia, anche alla luce del fatto che l'ex motociclista non aveva patologie pregresse ed aveva uno stile di vita sano. Il Covid non ha avuto comprensione per le sue convinzioni e lo ha stroncato.