Sebastian Vettel e la Ferrari, quel che poteva essere e non è stato
Al termine della gara del GP di Abu Dhabi si concluderà il Mondiale 2020 di Formula 1 e si chiuderà anche la storia d'amore tra la Ferrari e Sebastian Vettel le cui strade si divideranno dopo la corsa di Yas Marina. Domenica dunque si scriverà la parola fine a quella relazione durata sei anni che ha dato diverse gioie ai tifosi del Cavallino ma che lascia soprattutto tanti rimpianti per quel che poteva essere e non è stato.
Già, perché le aspettative su Sebastian Vettel al momento del suo arrivo a Maranello erano altissime. Basti solo pensare al fatto di quanto ci si possa aspettare da un pilota tedesco già pluricampione del mondo che arriva in Ferrari per mettere fine ad un digiuno di titoli. E se a questo ci aggiungi che si tratta del pilota prediletto da Michael Schumacher che agli esordi in Formula 1 lo ha preso sotto la sua ala protettiva, basta per capire quanto era alta l'asticella delle aspettative quel 20 novembre 2014 quando arrivò l'annuncio ufficiale del passaggio di Sebastian Vettel alla Ferrari per il Mondiale 2015.
Tifosi in estasi fin da subito dato che l'adattamento alla monoposto del Cavallino è rapidissimo tanto da conquistare la prima vittoria già in Malesia alla sua seconda gara vestito di rosso. Non ci si aspettava potesse riportare la Ferrari in vetta immediatamente, alla luce anche della netta superiorità Mercedes in tema di motori ibridi, ed è per questo che la prima stagione con 3 successi e 13 podi, pur concludendo il Mondiale al 3° posto nella classifica piloti, sembrava essere un ottimo viatico per la "resurrezione" della squadra di Maranello.
Nel campionato 2016 il tedesco non brilla per costanza ma lascia intravedere che con una macchina all'altezza può competere per il titolo con la Mercedes. Cosa che avviene puntualmente nella stagione successiva quando resta in testa alla classifica ben oltre la metà della stagione prima che quell'incidente fratricida con Kimi Raikkonen nel GP di Singapore aprisse la strada alla cavalcata di Lewis Hamilton verso il suo quarto titolo iridato con il tedesco che però resta in gioco per l'alloro fino alla terzultima gara a dimostrazione del fatto che il gap con la Mercedes si è ormai assottigliato.
Alla luce di ciò il Mondiale 2018 doveva essere l'anno giusto, l'anno in cui il percorso intrapreso 3 anni prima portasse quel risultato che tutti si aspettavano all'arrivo di Sebastian Vettel in Ferrari. E, almeno all'inizio, le aspettative furono pienamente rispettate con il pilota tedesco e la monoposto del Cavallino che sembrano essere pronti per riportare finalmente il titolo iridato a Maranello. Il campione di Heppenheim è impeccabile nella prima parte di stagione e ad un certo punto sembra avere in mano il titolo iridato ma è proprio in quel momento che ci si è accorti che quel che sarebbe potuto essere in realtà non lo sarà mai. Dopo aver guidato la classifica generale a lungo infatti arrivano i primi passi falsi a livello di valutazione e gli errori commessi per troppa foga che fanno svanire il sogno per i tifosi della Ferrari.
Gli errori a Baku, in Francia e in Austria, sono i primi segnali che la storia di quello che sembrava essere il matrimonio perfetto che avrebbe riportato un tedesco sulla Ferrari sul tetto del mondo si stava trasformando nella storia di una coppia che vivrà più rimpianti che soddisfazioni. Ma la data precisa in cui questa inversione di marcia diventa realtà è quella del 22 luglio 2018 quando sul circuito di Hockenheim al 51° giro del GP di Germania Sebastian Vettel è protagonista di quel disastro che cambierà le sorti di quel Mondiale e della sua intera avventura in Ferrari. Nella storia d'amore tra Vettel e la Ferrari che si concluderà domenica c'è infatti un prima Hockneheim e un dopo Hockenheim, nel mezzo il momento esatto in cui si è capito che ciò che poteva essere non è stato e non lo sarebbe stato mai.