Sainz vittima della strana scelta FIA a Interlagos: l’inspiegabile ritardo penalizza la Ferrari
Il pilota della Ferrari Carlos Sainz è soddisfatto del terzo posto finale conquistato nel GP del Brasile della Formula 1 2022 dopo esser scattato settimo in griglia di partenza a causa di una penalità comminatagli per aver montato il sesto motore endotermico stagionale sulla sua F1-75. Lo spagnolo lascia però San Paolo anche con qualche rimpianto dato che nella gara sul circuito di Interlagos ha anche rischiato di vincere se non fosse per due sfortunati episodi che lo hanno visto protagonista.
Il primo è quello avvenuto al 18° giro quando il madrileno, in quel momento terzo ma con gomme medie contro le soft di Russell e Perez che lo precedevano, è costretto ad anticipare di molto il proprio pit-stop perché una visiera a strappo lanciata da un avversario si era incastrata vicino alle sospensioni della ruota posteriore destra provocando anche un momentaneo problema ai freni della vettura (con addirittura delle fiamme che fuoriuscivano dal retrotreno della rossa numero #55). A quel punto Carlos Sainz, oltre a perdere preziosi secondi (la sosta infatti è durata qualche istante in più del normale perché si è dovuto estrarre il tear-off rimasto incastrato nella monoposto), è stato anche costretto a cambiare strategia e passare da due a tre soste.
Nonostante ciò l'alfiere del Cavallino era riuscito a rimettere in piedi la sua gara tornando in lotta per il podio e anche per la vittoria. Per quest'ultima ovviamente avrebbe avuto bisogno di un piccolo colpo di fortuna, per esempio una safety car che gli permettesse di effettuare l'ultimo pit-stop senza perdere tempo e posizioni. Ed ecco che quel colpo di fortuna sembra essere arrivato quando Lando Norris, al 53° giro, è costretto a parcheggiare la sua McLaren danneggiata a bordo pista mentre lo spagnolo si trovava in seconda posizione appena dietro il leader George Russell dopo che tutti i contendenti per il successo avevano da poco effettuato l'ultimo cambio gomme montando pneumatici a mescola media.
Dato che la vettura del britannico era ferma in un punto del tracciato in cui era impossibile rimuoverla senza l'ausilio di mezzi di recupero, tutti si aspettavano che, come fatto in avvio di gara dopo l'incidente tra Magnussen e Ricciardo (le cui vetture si erano fermate proprio in quello stesso punto della pista), la Direzione di Gara optasse immediatamente per la Safety Car. Tale eventualità avrebbe permesso a Carlos Sainz di effettuare il terzo cambio gomme, montare le soft nuove e mantenere la seconda posizione alle spalle di Russell e davanti a Perez e Hamilton (tutti e tre con pneumatici medi usati e senza set di gomme morbide nuove da utilizzare).
Anche il muretto della Ferrari è convinto che il direttore di gara non abbia altre opzioni se non quella di mandare in pista la safety car ed è per questo che richiama immediatamente Sainz ai box. La decisione però tarda ad arrivare e pertanto il pilota poco prima della linea d'ingresso della pit-lane opta per rimanere sul tracciato un altro giro per sfruttare il vantaggio della sosta in quello che sembra un inevitabile regime di safety car. E invece Niels Wittich sorprende tutti optando per una strana Virtual Safety Car.
A quel punto Sainz non può far altro che fermarsi ai box per montare soft guadagnando un po' di tempo (non però quanto ne avrebbe guadagnato in caso di safety car) e perdendo così due posizioni con Hamilton e Perez che lo sopravanzano. La grande beffa arriva però il giro successivo quando il direttore di gara, accortosi che i commissari di pista non possono rimuovere manualmente dal tracciato la McLaren di Norris, manda in pista la Safety Car che compatta il gruppo.
La gara riprende al 60° giro, quando ne mancano solo 11 alla conclusione, e sfruttando il suo vantaggio di gomme (più fresche e con una mescola più morbida), supera la Red Bull di Sergio Perez riprendendosi la terza posizione quando però ormai le due Mercedes erano troppo distanti per ricucire il gap e ambire a qualcosa di più rispetto al terzo gradino del podio.
Carlos Sainz dunque, mentre dietro di lui andava in scena lo sfregio di Verstappen al compagno di squadra e l'altro alfiere del Cavallino Leclerc implorava il muretto Ferrari di scambiare le posizioni infuriandosi poi per la mancata accettazione della richiesta, alla bandiera a scacchi si è ritrovato nella paradossale situazione di esser soddisfatto per il terzo posto e allo stesso tempo con qualche rimpianto per quello che sarebbe potuto essere se, come sembrava inevitabile, quella safety car fosse stata mandata in pista immediatamente. Rimpianti che aumentano se si pensa che il vincitore Russell aveva un guasto alla sua W-13 di cui era stato tenuto all'oscuro.