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Guerra in Ucraina

Russi esclusi dallo sport mondiale, Kvyat: “Che colpe abbiamo noi sportivi? Decisione ingiusta”

L’ex pilota di Formula 1, Daniil Kvyat, ha definito “ingiusta” la decisione di escludere gli sportivi russi dalle competizioni internazionali delle diverse discipline a causa della guerra scatenata in Ucraina dal suo Paese. “Lo sport è unità e pace, dovrebbe stare fuori dalla politica”.
A cura di Maurizio De Santis
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Daniil Kvyat s'è schierato contro la decisione di escludere gli sportivi russi dalle competizioni internazionali.
Daniil Kvyat s'è schierato contro la decisione di escludere gli sportivi russi dalle competizioni internazionali.
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Daniil Kvyat è un ex pilota di Formula 1, oggi corre nel campionato del mondo di endurance. È russo e la situazione politica internazionale deflagrata con la guerra scatenata dal suo Paese in Ucraina è un fardello troppo pesante da portare anche per lui. L'attacco sferrato da Putin ha provocato anche le reazioni della comunità sportiva con la messa al bando di buona parte degli atleti impegnati nelle diverse discipline: il mondo del calcio ha fatto il primo passo con la Uefa, che ha cancellato San Pietroburgo quale sede della finale di Champions, seguita dalla decisione di escludere anche i club russi da ogni competizione continentale; la Fifa, che in un primo momento s'era limitata a sanzioni molto blande, s'è mossa nella stessa direzione cassando il nome della Russia dai playoff in vista dei Mondiali di Qatar 2022.

Il domino delle Federazioni ha avuto l'effetto di un ciclone: stracciati i contratti di sponsorizzazione compromettenti quanto imbarazzanti (è il caso di Gazprom), bloccati i singoli atleti e le selezioni. Nella Formula 1 la Fia ha tagliato dal calendario del Mondiale la tappa di Sochi e discute della posizione dei piloti finiti nel mirino anche loro malgrado. È successo con Nikita Mazepin che la sua scuderia (la Haas) ha difeso sostenendo che lo "sport nulla c'entra con la politica" ma intanto ha abbandonato il marchio del suo sponsor principale: la società russa Uralkali di proprietà del padre del pilota. Se sarà o meno ai nastri di partenza del Circus non è chiaro a giudicare dall'aria che tira.

A rincarare la dose ci ha pensato la star della TV, Jeremy Clarkson, che ha rivolto offese allo stesso Mazepin invitandolo a tornarsene in Russia per correre da solo nel suo Paese. Una situazione frustrante quella che stanno vivendo gli sportivi russi – soprattutto coloro che si sono espressi contro la guerra – e ha portato Kvyat a esprimere la propria insoddisfazione pubblicamente, utilizzando i profili social.

In sintesi, ritiene assolutamente ingiusto che a pagare siano gli atleti per colpe che non hanno. "Spero davvero che in Ucraina torni la pace – ha scritto su Twitter il pilota russo -, che tutte le parti coinvolte possano trovare una soluzione sedendosi allo stesso tavolo e dialogando con rispetto. Mi fa orrore vedere due nazioni fraterne impegnate in questo conflitto. Non voglio che azioni militari e guerre influenzino il futuro dell’umanità. Voglio che mia figlia e tutti i bambini godano di questo mondo bellissimo".

Daniil Kvyat oggi è pilota nel campionato mondiale endurance.
Daniil Kvyat oggi è pilota nel campionato mondiale endurance.

Dopo la premessa sul desiderio di pace e il no alla guerra, Kvyat aggiunge un altro spunto di riflessione: "Vorrei anche sottolineare e rivolgermi a tutte le federazioni sportive del mondo, compreso il CIO, che lo sport dovrebbe rimanere fuori dalla politica. Non permettere agli atleti ed alle squadre russe di partecipare alle competizioni mondiali è una soluzione ingiusta e va contro ciò che lo sport insegna per principio: unità e pace".

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