Ritardate le sanzioni a Red Bull, altri dubbi sul budget cap: occultato anche un maxi-stipendio
Il paddock della Formula 1 è in fibrillazione in attesa di conoscere le sanzioni che la FIA comminerà alla Red Bull per lo sforamento del budget cap nella stagione 2021, sanzioni che potrebbero avere ripercussioni anche sullo scorso Mondiale, su quello ancora in corso (entrambi vinti da Max Verstappen) e anche sul prossimo. La comunicazione ufficiale della Federazione Internazionale che accertava la violazione "minor overspend" (inferiore al 5% della cifra massima spendibile nel corso dell'intera stagione) del budget cap da parte del team austriaco infatti ha rimandato ad un'imprecisata data l'annuncio delle penalità che il team austriaco dovrà scontare (oltre ad una certa multa perché reo anche di un'infrazione procedurale che prevede proprio l'ammenda come sanzione).
Le possibili penalità per questo tipo di infrazione sono già definite dal regolamento finanziario con la Red Bull che rischia una o più sanzioni tra reprimenda pubblica, multa, detrazione di punti nel Campionato Costruttori (2021 o 2022) e/o nel Campionato Mondiale Piloti (2021 o 2022), squalifica per una o più gare, restrizioni nello sviluppo aerodinamico (galleria del vento, CFD) per la prossima stagione e riduzione del budget cap per l'esercizio successivo. Nel paddock già circola una soluzione che metterebbe quasi tutti d'accordo (compresa la squadra di Milton Keynes che non vedrebbe intaccati i titoli conquistati in pista da Verstappen) e c'è anche chi, come la Mercedes, ha già studiato un piano per sabotare la regola del budget cap della F1 qualora la Federazione Internazionale avesse una mano troppo leggera nei confronti dell'irregolarità compiuta dalla scuderia austriaca.
Alla luce di ciò viene da chiedersi: perché la FIA non ha ancora annunciato le sanzioni da comminare alla Red Bull per la violazione del budget cap nella stagione 2021? Il motivo di questo ritardo è da ricercarsi nel fatto che, pur essendo stato accertato che il team ha sforato il tetto per un importo che va da un dollaro a 7,4 milioni di dollari, vi sarebbero ancora dei punti oscuri nella documentazione finanziaria presentata lo scorso marzo dalla squadra che, dopo aver già messo in cassaforte il titolo piloti nell'ultimo GP del Giappone, è ora ad un passo dall'aggiudicarsi anche quello riservato ai Costruttori. Da qui nascerebbe il confronto che sta andando in scena in questi giorni tra la Federazione Internazionale e gli uomini della Red Bull.
Secondo la FIA infatti nella rendicontazione presentata dagli austriaci sarebbero state omesse volontariamente delle voci che invece concorrevano al raggiungimento del tetto massimo di spesa (secondo alcune indiscrezioni sarebbero quelle sostenute per l'acquisto del cibo per la mensa della fabbrica di Milton Keynes, per il pagamento dell'indennità di malattia ai suoi dipendenti e per gli stipendi del personale in congedo) ma sarebbe stato anche messo in atto un fraudolento stratagemma per estromettere dal conto totale uno degli ingaggi più onerosi del team.
Il regolamento finanziario infatti prevede già che gli stipendi dei tre membri dello staff più pagati di ogni squadra non vengano conteggiati tra le spese da sommare nel computo totale del budget cap, ma la Red Bull oltre a ciò avrebbe tenuto fuori dal bilancio anche il maxi-stipendio di Helmut Marko che, pur essendo molto operativo all'interno del team austriaco, è stato ufficialmente inquadrato come "consulente". In questo modo la Red Bull ha potuto togliere dal conteggio i quattro compensi più elevati tra i manager (gli altri tre sono quello del team principal Christian Horner, del Direttore Tecnico Adrian Newey e di un altro uomo di spicco della squadra), anziché i tre previsti dal regolamento.
Nonostante la colpevolezza della Red Bull sia stata provata dunque a rallentare l'arrivo delle sanzioni sarebbero le divergenze di interpretazione del regolamento tra la FIA e la stessa scuderia austriaca che, ancora oggi, continua a sostenere di non aver sforato il budget cap nel corso della passata stagione. Ed è anche per questo che, al momento appare difficile che la cosa si chiuda con un accordo ABA tra le parti (una sorta di patteggiamento).