Quel che non si vede in TV, la terribile vita dei meccanici di F1: “C’è chi si dà all’alcol”
Non è tutto oro ciò che luccica in Formula 1. Da un lato, grazie al nuovo calendario fitto e lungo, infatti, il Circus sta acquisendo sempre più appeal a livello mondiale, aumentando a dismisura la popolarità degli uomini più in vista (piloti e team principal), dei marchi e degli sponsor. Dall'altro però c'è chi da questo cambiamento non solo non ha tratto alcun beneficio ma ha addirittura visto la sua vita peggiorare sensibilmente. E in questa categoria rientrano la maggior parte degli uomini che ad ogni week end sono al seguito delle squadre, ossia quelli che non vanno in TV, e vengono notati solo quando commettono degli errori.
La vita dei meccanici di Formula 1 è infatti diventata insostenibile, tant'è che in molti fuggono via dopo la prima esperienza. Una vita logorante sia dal punto di vista fisico che mentale che richiede enormi sacrifici (molti di più rispetto al passato), sacrifici che però non sono poi adeguatamente ricompensati. Questo è infatti il triste quadro che ne viene fuori dalla scioccante denuncia fatta da un meccanico F1, rimasto anonimo, a Motorsport.
Turni di lavoro massacranti da minimo 12 ore al giorno, senza pause e momenti in cui staccare la spina e ricaricare le batterie. Il lavoro comincia dal momento in cui si scende dall'aereo, e poco importa se vieni da un brutto volo in classe economica e nelle ultime tre settimane hai cambiato tre continenti e fusi orari. Lontani dai propri cari per mesi, provati fisicamente (e imbottiti di antidolorifici) e psicologicamente a causa delle immani pressioni. Il tutto per uno stipendio che, causa taglio dei costi, non è stato adeguato al costo della vita e senza possibilità di crescita sia professionale che economica. Questo è solo un piccolo riassunto della terribile vita che oggi si trova ad affrontare un meccanico di Formula 1 per come descritto nel racconto fatto da un anonimo meccanico.
Racconto che di seguito riportiamo a grandi linee:
"Le ore di lavoro sono tante. Dal mercoledì prima di una gara fino alla domenica sera successiva, si lavora un minimo di 12 ore al giorno. Non ti rendi conto di cosa ti toglie finché non torni a lavorare in fabbrica e una normale giornata di otto ore è quasi comica perché sembra così breve. In effetti, non ti rendi conto di quanto sia anormale finché non torni a casa.
Ciò che rende tutto così duro è l'assenza di tempi di recupero. Lavori dal momento in cui scendi dall'aereo, e questo può avvenire dopo un volo schifoso in cui sei stato stipato in una classe economica e hai dormito poco o niente.
Dopo il triple header in Messico, Brasile e Qatar, la combinazione di voli economici, ritardi e cambiamenti di fuso orario ha fatto sì che tutti fossero assolutamente sconvolti, ed è stato allora che penso di aver visto le persone in difficoltà.
Il picco di stanchezza quando colpisce è orribile. Quando sei lontano dai tuoi cari e in viaggio, ti senti così solo. Le pressioni di tutto ciò, oltre alla stanchezza innescata dal numero di gare e dai triple-header, sono arrivati a un punto in cui l'atmosfera nei box a volte può essere molto tossica. Quindi, quando torni a casa il lunedì mattina o il lunedì sera e non dormi bene da giorni, ciò influisce su come ti senti nel tuo tempo libero. Significa che le tue relazioni possono soffrirne, sia perché sei agitato con i tuoi partner o hai altre cose per la testa. E questo non è giusto né per te né per loro.
Non sei solo mentalmente stanco, sei anche fisicamente svuotato. Mentre la stagione va avanti, ci sono un sacco di infortuni tra di noi. Le squadre hanno medici e fisioterapisti che ti aiutano a prenderti cura di te, ma la soluzione più semplice è pomparti di antidolorifici per andare avanti. Nemmeno in un milione di anni un dottore normale ti darà quello che ci viene dato per farci andare avanti. Per coloro che non vogliono seguire la via degli antidolorifici, la soluzione è darsi all'alcol, e nemmeno questo è particolarmente indicato.
Normalmente alla fine della stagione ci sono due o tre membri di ogni team che decidono di non voler continuare ad andare alle gare. Ma quest'anno ci sono state così tante persone in più che hanno parlato della necessità di uscirne. Penso che con il Covid le persone si stiano rendendo conto che c'è una vita al di fuori della F1.
Spesso quando le persone parlano dello stress e delle tensioni del gigantesco calendario di F1, ti dicono: se non ti piace, puoi andartene. Alcuni team principal lo hanno persino detto.
Gli stipendi di un meccanico sono praticamente diminuiti negli ultimi 20 anni. C'è uno strano scenario in cui è quasi meglio andare a lavorare in Formula 2, Formula E o WEC per un po' meno soldi, ma fare quasi la metà del numero di gare e non dover sopportare tutte le seccature di 23 gare. Non dovrebbe essere così
E inoltre non c'è lo spazio per ambire ad un normale avanzamento di carriera. In passato potevi aspirare a diventare il meccanico numero uno, il capo meccanico e poi ancora più in alto. E ogni volta ottenere un aumento di stipendio decente. Ma oggi quel percorso non esiste più perché gli avanzamenti semplicemente non esistono più".