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Quando la Formula 1 non voleva Michael Schumacher: colpa di un arresto

Il 25 agosto 1991 Michael Schumacher ha fatto il suo esordio in F1. Una data indimenticabile perché ha segnato la carriera di uno dei più grandi piloti della storia. Schumacher esordì a Spa con la Jordan che lo ingaggiò perché uno dei due piloti titolari, Bertrand Gachot, era finito in galera perché qualche mese prima in Inghilterra aveva litigato con un tassista.
A cura di Alessio Morra
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Il 1990 sta finendo. Il Mondiale di Formula 1 si è chiuso con l'incidente tra Senna e Prost. Tutto il circus bada alla stagione seguente, in cui nel circus sbarca la Jordan che come piloti ha ingaggiato Andrea De Cesaris, navigato pilota romano, e Bertrand Gachot, un pilota di 28 anni che con degli sponsor importanti. Pochi giorni prima di Natale e del suo compleanno Gachot si sta rilassando a Londra, ma qualcosa va storto e finisce per litigare con un tassista. Quella lite permetterà, dopo tanti mesi, a Michael Schumacher, di fare il suo esordio in Formula 1.

La lite con il tassista

Gachot nella stagione 1990 corre per la Onyx, ma non riesce a disputare nessuna gara (all'epoca c'erano tante scuderie iscritte alle gare a cui prendevano parte solo 26 piloti), con il contratto firmato con la Jordan per il 1991, si trova a Londra dove un giorno di dicembre mentre guida la sua Alfa Romeo viene coinvolto in un incidente stradale con un taxi. Volano parole grosse non lontano da Hyde Park. Il pilota disse di essere stato preso alla collottola dal tassista che poi lo avrebbe minacciato con un pugno. A quel punto Gachot prende una bottiglietta, è spray urticante e lo spruzza sul tassista.

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Gachot finisce in galera, la Formula 1 si mobilita

Viene subito arrestato, ma poco dopo esce su cauzione. Viene istituito un processo perché in Inghilterra lo spray urticante è illegale. La Jordan inizia la sua prima stagione, vivacchia, ma non è una cattiva macchina, poi De Cesaris ottiene punti in Canada e Messico e sempre in Canada tra i primi sei c'è anche Gachot che si ripete a Silverstone e Hockenheim. Probabilmente ci pensa in quei mesi al processo il pilota belga che però forse non immagina che la sentenza per lui è estremamente negativa. Poco dopo Ferragosto il giudice lo condanna a 18 mesi di carcere. Gachot finisce dentro otto giorni prima del Gran Premio del Belgio. La Formula 1 si schiera tutta dalla sua parte, arriva un telegramma di solidarietà che viene firmati da tanti piloti inclusi Alain Prost e Jean Alesi, che erano i due piloti della Ferrari. Molti anni dopo parlando di quella vicenda Gachot disse:

Non pensavo fosse un problema usare lo spray. Quel tassista mi disse cose bruttissime e fondamentalmente mi sono difeso. Credevo fosse un mio diritto farlo […] in carcere venni a sapere che avevano preso un altro pilota, passavano davanti la mia cella e mi dicevano che il ragazzo era forte e io non servivo più. Il giudice voleva colpire e punire il pilota. Sembrava godere delle sofferenze inflitte a una persona che fino a quel momento era stata rispettosa delle norme, era stato solo un litigio stradale, senza conseguenze fisiche per nessuno. Il tassista non si presentò mai nemmeno alle udienze.

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Gachot resta in carcere, Jordan sceglie Schumacher

Gli avvocati di Gachot riescono a convocare l'udienza per il rilascio il lunedì successivo, ma il giudice è inflessibile. Il pilota resta dietro le sbarre. La Jordan ha bisogno di un pilota. Eddie Jordan, letteralmente una volpe, fiuta l'affare e prova a convincere Keke Rosberg, che si era ritirato da anni e che declina, poi contatta Stefan Johansson e Derek Warwick, che però pretendono un ingaggio vero e rifiutano. Così Jordan punta un giovane di grandissimo talento che però a 22 anni era ancora fuori dal circus. Il manager di Schumi a Jordan garantisce che Michael conosce il tracciato di Spa e può aiutare il team. Il problema è il ‘conquibus'. La Mercedes, che aveva sotto contratto il pilota, garantisce 150 mila dollari a Jordan per far correre Schumacher che così dopo aver fatto un test privato a Silverstone si presenta a Spa.

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L'esordio a Spa e l'intuizione di Briatore

Per Michael è il battesimo del fuoco. Perché quella di Spa è l'università della Formula 1. Schumacher è padrone del mezzo, ha stoffa e si capisce subito. Nelle Qualifiche conquista addirittura il settimo posto, è il primo degli altri: è un capolavoro, e pensare che due giorni prima il circuito lo aveva girato con una bicicletta. La sua gara dura poco, la frizione lo tradisce e dopo un paio di curve è finita. Poco male. Lì inizia la grande carriera di uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, che la gara successiva la corre con la Benetton. Perché Flavio Briatore che stava cercando di far decollare la scuderia, trova un accordo non Eddie Jordan ma con il manager di Schumacher, Willie Weber, e lo ingaggia. Tempo fa, parlando con Nico Rosberg, l'imprenditore raccontò la trattativa:

Chiamai Weber e trovai l'accordo, a Monza era con noi. Avevo tutti contro, anche Piquet e Senna che erano amici di Moreno (liquidato dopo l'ingaggio di Schumacher ndr.), ma alla fine puntai su di lui, mi piaceva il nome. Amo il calcio e pensai a Schumacher il portiere della Germania. A Luciano Benetton disse ha un nome da campione del mondo e vincerà il titolo.

Un anno dopo, a Spa, Schumacher vinse il primo Gp della sua carriera e poi sette titoli Mondiali.

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