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Proposta di legge controcorrente per vietare le auto elettriche: la provocazione dagli Stati Uniti

Il disegno di legge presentato dai senatori repubblicani del Wyoming sul tema della mobilità va controcorrente rispetto al resto del mondo: si vuole vietare la vendita di auto elettriche. Tutto nasce da una provocazione: i motivi a supporto della risoluzione al vaglio del legislatore di uno degli Stati Uniti d’America.
A cura di Michele Mazzeo
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Mentre tutto il mondo si avvia verso l'elettrificazione di massa del traffico urbano, c'è uno Stato che sembra invece voler andare nella direzione opposta. Si tratta del Wyoming che, in risposta alla deadline per la vendita dei veicoli diesel e a benzina fissata dall'Unione Europea, della Gran Bretagna e di altri Paesi fuori dal Vecchio Continente (da ultima soprattutto la California) fissata per il 2035, non solo non vuole aderire a questa transizione green del mercato automobilistico ma vuole addirittura, entro lo stesso termine, mettere al bando le auto elettriche.

È questo infatti il contenuto della proposta di legge presentata dal senatore Jim Anderson e da molti altri senatori repubblicani dello Stato con la quale si chiede di ridurre gradualmente la vendita di nuovi veicoli elettrici fino a vietarla completamente dal 2035.

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A spiegare quale siano i motivi su cui si fonda questa proposta presa in considerazione dal legislatore del Wyoming è lo stesso senatore Anderson che in un'intervista rilasciata al quotidiano locale Cowboy State Daily. Da un lato un motivo squisitamente economico: l'economia di quello che è lo Stato con la minore popolazione tra tutti gli Stati Uniti d'America infatti ruota intorno all'estrazione di petrolio e gas e dunque la fine della produzione di veicoli a combustione interna metterebbe in crisi l'intero sistema economico su cui si fonda tale Stato.

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Dall'altro motivi riguardanti i dubbi sugli effettivi benefici ambientali dei veicoli elettrici e le oggettive difficoltà che si dovranno affrontare per arrivare ad avere la completa elettrificazione del traffico. Secondo quanto si legge nella risoluzione presentata dai senatori repubblicani del Wyoming infatti i veicoli elettrici non sarebbero pratici e le loro batterie consumerebbero risorse preziose: facendo leva su uno studio del 2021 dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (un'organizzazione intergovernativa con sede a Parigi) si asserisce infatti che le auto elettriche richiedono sei volte in più i minerali utilizzati nella produzione di auto convenzionali, inclusi minerali critici come rame, litio, nichel, cobalto, grafite, zinco e terre rare. E che questo rappresenterebbe un problema sia per quanto concerne l'approvvigionamento delle materie prime sia per lo smaltimento delle vecchie batterie dei veicoli elettrici dato che i minerali critici sopracitati non sono facilmente riciclabili.

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Oltre a ciò, nelle motivazioni addotte a suffragio della proposta di legge presentata in Wyoming, si evidenzia il fatto che il percorso verso l'elettrificazione di massa richiede una fitta rete di infrastrutture (le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici) che andrebbe costruita praticamente da zero con un grande dispendio di soldi pubblici (a tal proposito per il Wyoming sono già stati stanziati dal Governo Federale un totale di quasi 24 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per migliorare le infrastrutture di ricarica lungo le tre principali strade che attraversano lo Stato) e di energia elettrica.

In attesa di capire se questa proposta di legge sarà approvata di certo c'è che la provocazione lanciata dai senatori del Wyoming ("Se non ti piacciono le nostre auto a petrolio, allora a noi non piacciono le tue auto elettriche" ha difatti detto il senatore Anderson riferendosi a quanto deciso di recente dalla California e dallo Stato di New York che hanno deciso di bannare i veicoli a combustione interna a partire dal 2035) sembra aver colto nel segno dato la risonanza che questa ha avuto nel dibattito americano ma anche Oltreoceano.

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