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Perez vuota il sacco sulla complicata situazione in Red Bull: “Ho dovuto assumere un mental coach”

Il pilota della Red Bull Sergio Perez ha raccontato i motivi della sua improvvisa crisi nel corso del Mondiale di Formula 1 2023 svelando diversi retroscena sul modus operandi della scuderia austriaca e confessando di aver avuto ripercussioni psicologiche dal suo momento nero tanto da esser stato costretto ad affidarsi ad un mental coach.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo un ottimo inizio il Mondiale di Formula 1 2023 per Sergio Perez si è trasformato in un vero e proprio calvario. Dopo due vittorie e due secondi posti nelle prime cinque gare della stagione infatti il pilota messicano della Red Bull è improvvisamente andato in crisi di risultati mentre il suo compagno di squadra Max Verstappen inanellava invece una storica serie di 10 successi consecutivi ipotecando con largo anticipo il suo terzo titolo iridato (che potrebbe conquistare matematicamente nel prossimo GP del Qatar).

Un'inversione di marcia repentina apparentemente inspiegabile quella avuta dal 33enne di Guadalajara dopo il GP di Miami che d'emblée ha perso il feeling con la RB19 che, al contrario, volava con Verstappen al volante. Una spirale di risultati negativi dalla quale, salvo rarissime eccezioni, il messicano non è ancora uscito come dimostra il disastroso weekend del GP del Giappone concluso addirittura con due ritiri nel corso della stessa gara e che ha fatto sì che il suo futuro in Red Bull fosse messo in discussione nonostante abbia un contratto anche per il 2024.

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La crisi in cui è improvvisamente piombato Sergio Perez per mesi è stato difatti uno degli argomenti più discussi all'interno del paddock della Formula 1 con gli addetti ai lavori che si interrogavano sulle possibili cause senza però trovare risposte. Adesso però le risposte sono arrivate direttamente dalla viva voce del pilota che in un'intervista concessa alla testata olandese De Limburger ha svelato cosa gli è successo in questi ultimi mesi.

"Dopo Miami, le cose hanno iniziato a peggiorare per me. Mi sentivo come se stessi guidando un'altra macchina che non si adattava bene alle mie esigenze. Di conseguenza, non è stato possibile entrare in Q3 diverse volte, il che ha mandato in frantumi la mia fiducia. Questo ha reso anche la guida molto più complicata" ha difatti detto Checo Perez confermando di fatto quanto qualche ora rima aveva rivelato che la Red Bull segue solo le istruzioni di Max Verstappen per lo sviluppo della vettura e che dunque dopo Miami il figlio si è ritrovato a doversi adattare ad una monoposto lontana diametralmente opposta alle sue preferenze.

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Il driver messicano ha poi sottolineato quanto sia difficile la vita in Red Bull nel momento in cui ti ritrovi Max Verstappen come compagno di squadra: "Sono grato alla Red Bull per avermi dato l'opportunità di correre in un top team. Ma essere un pilota per questo team non è facile. La Red Bull opera in modo diverso rispetto alle altre scuderie – ha infatti aggiunto Sergio Perez svelando come si lavora all'interno della squadra austriaca –. Secondo me, la loro macchina è costruita con un approccio diverso rispetto agli altri team. Ha bisogno di tempo e devi abituarti a questo. E ovviamente devi avere a che fare con Max Verstappen come compagno di squadra. Il passato ha dimostrato come quella pressione sia molto dura tanto che io la chiamo ‘la pista più difficile della Formula 1'".

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Dopo aver rivelato i motivi della sua improvvisa crisi e le difficoltà che si è trovato ad affrontare in Red Bull, il pilota messicano ha poi parlato anche delle ripercussioni psicologiche che queste hanno avuto su di lui: "Ho avuto molti problemi in estate. All'inizio ero davanti e lottavo, ma poi è cambiato tutto. Guidavo senza alcuna fiducia. Ad un certo punto non riuscivo proprio a capire" ha infatti detto prima di confessare che ha dovuto prendere provvedimenti nel momento in cui si è accorto che questa negatività stava influendo anche sulla sua vita privata fuori dal mondo delle corse.

"La Formula 1 è il mio sport, la mia vita, la mia passione. Ma quando si attraversa un periodo così difficile sul lavoro, è difficile essere allegri a casa con moglie e figli – ha difatti aggiunto Sergio Perez proseguendo nel suo racconto –. Ecco perché ho assunto un mental coach, perché la mia famiglia merita di avere un papà allegro a casa. Insieme a lui ho iniziato a lavorare per diventare un uomo migliore, ma anche un pilota migliore" ha quindi chiosato il pilota messicano della Red Bull.

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