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Perché la strategia della Ferrari con Leclerc a Monza (questa volta) è stata corretta

Dopo il GP d’Italia della Formula 1 2022 si è molto discusso sulla strategia effettuata dal muretto Ferrari a Monza con Charles Leclerc in regime di Virtual Safety Car: contrariamente a quanto avvenuto più volte in questa stagione, ci sono due elementi che il pit-stop anticipato deciso dagli strateghi del Cavallino in questa occasione non solo fosse corretto ma addirittura l’unica soluzione possibile per tentare di giocarsela con Verstappen e la Red Bull.
A cura di Michele Mazzeo
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Le polemiche sulla controversa decisione della Direzione Gara FIA di far terminare la corsa della Formula 1 2022 sul circuito di Monza dietro la safety car e gli ingenerosi fischi contro il vincitore Max Verstappen (seppur potenzialmente provocati dagli uomini della Red Bull) hanno inevitabilmente catturato l'attenzione di tutte le analisi post GP d'Italia. Prima che Daniel Ricciardo fosse costretto a parcheggiare la sua McLaren a bordo pista in un punto in cui le vie di fuga erano difficili da raggiungere e che la safety car facesse il suo ingresso sul tracciato per gli ultimi sei giri prima della bandiera a scacchi, la corsa brianzola aveva già vissuto diversi episodi clou che, soprattutto per quanto riguarda la lotta per la vittoria tra Max Verstappen e Charles Leclerc, avevano già emesso un significativo verdetto.

Il più significativo è certamente quello che riguarda la mossa fatta dalla Ferrari nel momento in cui, al 12° giro, è stata istituita la Virtual Safety Car per permettere ai marshal di rimuovere la vettura di Vettel ferma a bordo pista. Il Cavallino ha difatti scelto di far rientrare ai box Leclerc che dopo esser partito dalla pole position era in testa alla gara davanti ad un Verstappen già risalito in seconda posizione dopo esser scattato dalla settima casella della griglia in virtù della penalità rimediata per aver montato un nuovo motore endotermico, il quinto stagionale (contro i tre permessi dal regolamento), sulla sua RB-18.

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L'idea degli uomini della scuderia di Maranello era quella di sfruttare la VSC per guadagnare un sosta quasi gratis portando a proprio vantaggio il tempo che si risparmia (circa 13 secondi) effettuando il pit-stop in regime di Virtual Safety Car. Sfortuna ha voluto che la VSC è terminata proprio mentre il monegasco stava lasciando la piazzola davanti al suo box per far rientro in pista mentre l'olandese della Red Bull, che non ha copiato la strategia della Ferrari, ha proseguito la sua corsa prendendo la leadership della gara e un buon margine di vantaggio sul rivale che rientra in pista anche alle spalle di Russell.

Dopo uno straordinario stint di 25 giri su gomma soft Verstappen si ferma ai box per quella che nei piani suoi e della Red Bull doveva essere l'unica sosta (e così sarebbe stato se non fosse entrata in pista la safety car al 47° giro per il ritiro di Ricciardo) per montare gomme medie e rientrare in pista in seconda posizione distanziato di nove secondi da Leclerc che però inevitabilmente avrebbe dovuto effettuare un nuovo pit-stop (cosa avvenuta poi al 34° giro e che ha visto il 24enne di Monte-Carlo tornare in gara al secondo posto ma con ben 20 secondi di ritardo dal leader).

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Alla luce di ciò (e sulla scorta dei diversi errori commessi dal muretto della Ferrari nel corso di questa stagione) si è aperto un dibattito sul fatto se la decisione presa dal muretto in regime di Virtual Safety Car fosse corretta o meno. Ci sono però due significativi elementi che, in questa circostanza, sembrano dare ragione agli strateghi del Cavallino. Da un lato infatti l'evidente superiorità di Verstappen e della sua RB-18 sia per quel che riguarda il passo che la gestione delle gomme ("Leclerc aveva un buon ritmo, ma Max aveva un minor degrado delle gomme ed era già più veloce di noi" ha infatti rivelato il team principal Mattia Binotto al termine del GP d'Italia). Dall'altro il fatto che qualora il monegasco non fosse rientrato ai box ad usufruire del vantaggio di una sosta quasi gratis sarebbe stato Verstappen ("Fai l'opposto di ciò che fa Leclerc" gli è stato detto in radio al momento dell'istituzione del regime di Virtual Safety Car in riferimento al fatto se fermarsi o meno) che si sarebbe trovato poi con pneumatici nuovi alle spalle della F1-75 numero #16 con gomme usurate avendo già un vantaggio in termini di prestazioni e di degrado delle gomme.

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A quel punto per tentare di sovvertire l'inerzia della gara e provare a contrastare la superiorità del campione del mondo in carica e della sua RB-18 l'unica arma possibile per la Scuderia di Maranello era provare a diversificare la strategia (passando sulle due soste) e prendersi il vantaggio di un primo pit-stop quasi gratis (che poi, per lo sfortunato timing di fine VSC, ha fatto risparmiare a Leclerc solo sei secondi) considerando anche che una gara come quella del GP d'Italia può riservare sorprese in qualsiasi momento (come una safety car). In virtù di ciò la chiamata del muretto Ferrari a Monza in regime di Virtual Safety Car non solo appare corretta, ma anche l'unica soluzione possibile per chi, pur trovandosi di fronte un pilota e una vettura nettamente più performante, voleva comunque provare a vincere la gara di casa davanti ai propri tifosi.

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