Perché la rottura tra Leclerc e Sainz non influisce sulla lotta della Ferrari per il mondiale F1
Mancano soltanto due GP al termine della Formula 1 2024 e la lotta per il mondiale costruttori è ancora apertissima. Dopo Las Vegas la McLaren ha un vantaggio di 24 punti sulla Ferrari e di 53 punti sulla Red Bull, e dunque, con ancora un massimo di 103 punti conquistabili da un singolo team tra Sprint e Gara Lunga in Qatar e GP di Abu Dhabi, nulla è ancora scritto. Se è vero che per la Red Bull le possibilità di rimontare sono molto basse (soprattutto a causa del fatto che l'apporto di Perez non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello del fresco quattro volte iridato Max Verstappen), è vero anche che la Ferrari sembra avere invece tutte le carte in regola per poter ricucire il gap dalla McLaren e rimettere in bacheca un trofeo a distanza di 16 anni dall'ultima volta, cioè il Costruttori del 2008.
Per poter continuare a sperare nell'impresa la scuderia di Maranello ha bisogno che entrambi i suoi piloti rendano al massimo nelle ultime gare della stagione perché ha ancora il destino nelle sue mani: chiudendo almeno al 1° e 3° posto nella Sprint di Losail e nelle due ultime gare della stagione (conquistando anche il punto aggiuntivo per il giro veloce) si laureerebbe campione indipendentemente dai risultati ottenuti dai piloti McLaren.È quindi difficile (considerando che, sulla carta, Losail è una pista che sembra sposarsi meglio con le caratteristiche della MCL38 che con quelle della SF-24) ma non impossibile. Eppure, nella percezione comune, sembra che dopo la gara di Las Vegas le chance di rimonta della Ferrari siano diminuite anziché aumentate.
Il motivo di questa, almeno sul piano statistico, errata percezione sta nel comportamento dei due piloti Ferrari durante la gara e la definitiva rottura tra Charles Leclerc e Carlos Sainz certificata da team radio al veleno e interviste infuocate. Il monegasco ha accusato lo spagnolo di non aver rispettato il piano iniziale e gli ordini di scuderia (cosa confermata dalle comunicazioni radio tra il muretto e il madrileno), mentre quest'ultimo ha risposto che corre per sé e per gli obiettivi di squadra e non per favorire il compagno di team che era ormai fuori dalla lotta per il titolo mondiale piloti. E, considerato che Sainz corre di fatto da separato in casa fin da inizio anno (da quando cioè la Ferrari ha comunicato che al suo posto dal 2025 ci sarà Lewis Hamilton), è evidente che questa definitiva rottura pubblica possa far pensare che si ripercuoterà sul rendimento generale della scuderia di Maranello negli ultimi due GP dell'anno e di conseguenza sulla rincorsa alla McLaren per il titolo costruttori.
E, posto che Leclerc non avrebbe alcun motivo per non perseguire come unico obiettivo quello di vincere il titolo costruttori al termine di questa stagione, i dubbi riguardano soprattutto il possibile ostruzionismo di Sainz che potrebbe mettere davanti il proprio orgoglio a tutto il resto. Ipotesi plausibile, ma questa lettura non tiene conto di due aspetti fondamentali che influiscono sul comportamento di un pilota di Formula 1: l'aspetto meramente economico e quello correlato del marketing.
Nei contratti dei piloti, oltre allo stipendio base, difatti, sono inseriti diversi bonus legati alle prestazioni e, ovviamente, quelli più cospicui riguardano l'apporto nella conquista di un titolo iridato. E, nel caso del contratto di Sainz i bonus legati alle prestazioni in caso di vittoria del mondiale costruttori da parte della Ferrari, supererebbero lo stipendio base da 8 milioni di dollari che percepisce indipendentemente dai risultati. Se da un lato questo può portare lo spagnolo a voler finire davanti al compagno di squadra, dall'altro rende la conquista del titolo costruttori il suo obiettivo principale.
Passiamo ora all'aspetto correlato del marketing. Ogni pilota di Formula 1 è ormai un brand su cui si fonda una vera e propria azienda che dà lavoro a tante persone e che porta molti introiti al pilota oggi ma soprattutto in ottica futura, quando cioè smetterà di correre. Dunque l'immagine del pilota è qualcosa che va oltre il pilota stesso e il suo orgoglio. E nel caso specifico, l'immagine di Carlos Sainz ha beneficiato molto del suo approdo in Ferrari con il suo brand che ha acquisito grande valore (soprattutto nei paesi di lingua spagnola, ma non solo) e il contribuire a riportare un titolo iridato alla scuderia di Maranello (che è quella con il maggior numero di tifosi in tutto il mondo) gli permetterebbe di aumentarlo e consolidarlo in vista dei prossimi, almeno due, anni in cui sarà in Williams e dunque con minori possibilità di stare sotto i riflettori e, dunque, aumentare il suo appeal.
Da qui è facile intuire come nel caso contrario, cioè un titolo non vinto dalla Ferrari per una sua insubordinazione o una sua sciocchezza, influirebbe pesantemente, questa volta in negativo, sulla sua immagine, sul suo brand e di conseguenza su tutto ciò che gira intorno a lui. Per non parlare di come la cosa gli si ritorcerebbe contro in una eventuale negoziazione per un sedile in un altro top team dopo l'esperienza in Williams.
Non avendo dubbi della convenienza che avrebbe Charles Leclerc, che ha firmato un rinnovo quasi a vita con la Rossa, nel vincere il Mondiale Costruttori con la Ferrari e facendo il bilancio tra i pro e i contro con cui dovrebbe fare i conti Carlos Sainz (anche essendo certo di andare via a fine anno) se in queste ultime due GP stagionali dovesse anteporre il suo orgoglio agli obiettivi di squadra, appare evidente come le chance che la rottura tra Leclerc e Sainz consumatasi a Las Vegas influirà sulla lotta della Ferrari con McLaren per il mondiale costruttori rasentino quasi lo zero.