Perché la Red Bull non è più la macchina migliore in Formula 1: c’è un problema a Milton Keynes
Dopo aver dominato gli ultimi due Mondiali di Formula 1, per la prima volta quest'anno la Red Bull ha visto messa in discussione la propria supremazia tecnica con gli avversari che non sono soltanto riusciti a ricucire l'enorme gap prestazionale che c'era lo scorso anno (in cui Verstappen e Perez hanno vinto tutte le gare con l'unica eccezione di Singapore dove a trionfare è stata la Ferrari di Sainz) e anche in avvio del campionato in corso, ma addirittura, nel caso della McLaren, a sorpassarla togliendole il titolo di miglior monoposto in griglia.
La scuderia austriaca dunque non ha solo perso un vantaggio che sembrava incolmabile (in Bahrain Verstappen rifilava oltre 4 decimi al giro alle Ferrari e 8 decimi alle McLaren) ma addirittura negli ultimi GP si è vista rifilare oltre tre decimi al giro dagli alfieri del team britannico che, nel frattempo, si è anche preso la testa della classifica costruttori.
Una preoccupante inversione di rotta dunque, che non si può spiegare solo con l'addio del geniale progettista Adrian Newey. Inevitabile dunque che l'improvvisa involuzione della Red Bull sia diventata oggetto di discorso nel paddock della F1 che il prossimo weekend tornerà in pista ad Austin dopo una lunga pausa di tre settimane.
Un primo indizio per risolvere quello che è diventato un misterioso rebus, l'aveva dato il direttore tecnico Pierre Waché durante la sosta estiva quando, spiegando che anche loro si aspettavano qualcosa in più dalla vettura, tra i motivi di questo inaspettato passo indietro c'erano dei problemi legati alla correlazione dei dati tra la pista e la galleria del vento lasciandosi sfuggire che questa "è piuttosto vecchia". E qualche settimana dopo a riguardo è stato ancora più chiaro il superconsulente Helmut Marko che ha aggiunto un ulteriore dettaglio parlando di un indefinito problema con le temperature.
Alla vigilia del GP degli Stati Uniti ad approfondire la questione è stato il team principal della Williams, l'ex Mercedes James Vowles, che in un'intervista rilasciata alla testata tedesca Auto, Motor und Sport, ha rivelato quale, secondo le informazioni in loro possesso, sarebbe nello specifico il problema che ha generato l'involuzione della Red Bull: "La Red Bull è un passo avanti a noi, ma ha una galleria del vento molto vecchia nella quale si può lavorare solo entro una certa finestra di temperatura" ha difatti spiegato Vowles, certo dunque che i tecnici della scuderia austriaca non potranno avere una perfetta correlazione tra le simulazioni e i dati della pista fino a quando non disporranno della nuova galleria del vento (che dovrebbe essere pronta per il 2026).
Un problema non di poco conto nell'era della Formula 1 senza test privati in cui la correlazione dei dati tra le simulazioni e la pista durante i weekend di gara è diventata fondamentale per quel che riguarda lo sviluppo di una monoposto.