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Perché la FIA vuole censurare i team radio in Formula 1: “Siamo ancora i proprietari del campionato”

Prosegue la battaglia tra la FIA, Liberty Media e i piloti di Formula 1 con il presidente Ben Sulayem che minaccia di censurare o addirittura abolire i team radio durante le gare. Il numero uno della Federazione spiega il motivo per il quale non intende transigere sulla questione legata all’utilizzo di linguaggio scurrile che ha esacerbato gli animi con l’intero paddock F1.
A cura di Michele Mazzeo
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Gli animi tra la FIA guidata dal Presidente Ben Sulayem e la Formula 1 gestita per conto di Liberty Media da Stefano Domenicali non sembrano essersi affatto distesi nel corso di questa sosta invernale. Mentre si attende con trepidazione l'inizio del mondiale 2025 infatti il numero uno dell'organo di governo del motorsport è tornato alla carica contro i piloti portando avanti la crociata sul linguaggio scurrile che ha già creato tensioni e spaccature nel corso della passata stagione.

Dalla conferenza stampa dell'ultimo GP di Singapore (quella in cui Verstappen usò una parolaccia e fu punito con l'obbligo di effettuare lavori socialmente utili: nello specifico allenare giovani piloti in Ruanda, attività che ha svolto a dicembre durante la sua visita a Kigali per ritirare il titolo di campione del mondo) in poi la battaglia tra il presidente della FIA e i piloti F1 si è fatta sempre più aspra.

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Quest'ultimi, attraverso la GPDA (l'associazione dei piloti da Gran Premio), hanno risposto con un'infuocata lettera aperta in cui si criticava aspramente l'operato di Ben Sulayem che per tutta risposta, approfittando del fatto che tutta l'attenzione in quei giorni era concentrata sul debutto di Lewis Hamilton sulla Ferrari, ha pubblicato il nuovo Codice Sportivo Internazionale 2025 nel quale si inaspriscono le sanzioni proprio per, tra le altre cose, la regola della discordia sulle parolacce. 

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A questa mossa è inevitabilmente seguita la reazione del paddock della Formula 1, quasi interamente schierato dalla parte dei piloti (il team principal della Mercedes, Toto Wolff, è uno dei pochi ad aver difeso la linea dura al linguaggio scurrile intrapresa da Ben Sulayem), con gli animi tra le parti ulteriormente esacerbatisi.

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Il presidente della FIA non sembra però per nulla intenzionato a fare un passo indietro sulla questione. Anzi. Stando a quanto ha lasciato intuire nel corso della sua ultima apparizione pubblica (al vertice dei funzionari della FIA al Circuito del Jarama) starebbe anche pensando ad ulteriori restrizioni come censurare o bandire completamente i team radio.

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"Se andremo avanti e toglieremo i team radio? Forse. Li manderemo in differita? Forse. Ci sono molte cose su cui lavoreremo ora con il nostro promoter. La F1 è il promotore della FIA. Siamo ancora noi i proprietari del campionato" ha difatti detto Ben Sulayem in quello che sembra principalmente un messaggio rivolto al Liberty Media, proprietaria dei diritti commerciali della Formula 1 e, per conto della FIA (che mantiene il potere normativo), organizza il Mondiale di Formula 1.

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Nel prosieguo del suo intervento il numero uno della Federazione Internazionale ha spiegato esattamente il suo pensiero a riguardo e il motivo per il quale non intende transigere sulla questione legata all'utilizzo di linguaggio scurrile da parte dei piloti.

"I nostri piloti e ambasciatori devono mandare messaggi puliti. Gli consentiremo di usare parolacce? Dev'esserci rispetto. La FIA si fonda sul rispetto e continuerà a essere un elemento alle nostre fondamenta – ha difatti proseguito Ben Sulayem nel suo intervento sul palco di Jarama -. I piloti hanno anche il mio numero, quindi direi di essere il presidente più accessibile che ci sia mai stato. Li tratto con passione, con amore, con comprensione perché sono stato anch'io un pilota. Voglio che abbiano successo, ma anche la disciplina è molto importante.

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Non siamo qui per punire nessuno – ha poi aggiunto –. Siamo qui solo per fare buon sport. È molto importante che si dia l'esempio. Se i piloti dicono parolacce, allora i tuoi figli non vorranno andare alle corse e i genitori diranno loro di non seguire questo sport. Se uno vuole dire quelle parole, le dica dove preferisce, non sono affari nostri, ma si deve utilizzare la piattaforma della FIA per queste cose. Bisogna usare il buon senso e sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato" ha infine concluso il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem spiegando il perché di questa sua crociata che non intende interrompere.

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