Perché la Ferrari ha scelto Carlos Sainz: solido, affidabile e pronto al salto di qualità
Testa da "vecchio" su un corpo da giovane e pronto per il salto di qualità. Carlos Sainz è il pilota che la Ferrari ha scelto – nei prossimi giorni dovrebbe esserci l'annuncio ufficiale – per consegnargli il volante della Rossa: ha 25 anni (26 li compirà a settembre) ma già abbastanza esperto per essersi fatto le ossa (come si dice in gergo) negli oltre 100 Gran Premi corsi in Formula Uno; viene reputato affidabile; è reduce da una stagione soddisfacente in McLaren, in pista è riuscito a sfruttare nel migliore dei modi le caratteristiche e le potenzialità della vettura; il suo rapporto con il collega di scuderia, Lando Norris, ha ribadito come non abbia "grilli per la testa" e possa rappresentare l'alter ego ideale per Charles Leclerc che con Vettel non ha mai legato.
La scelta della Rossa di puntare su Sainz
Il tedesco Seb rappresenta già il passato. Il nuovo corso è partito con la comunicazione ufficiale da parte del Cavallino dell'addio dopo cinque stagioni. Lo stop alla stagione imposto dall'emergenza coronavirus ha offerto alla Casa di Maranello tempo e opportunità per avviare una riflessione profonda in chiave futura. Budget ridimensionato, volontà di ringiovanire il tandem dei piloti e puntare su profili che s'incastrino ma senza creare attriti come accaduto negli ultimi tempi.
In Brasile il primo podio con la McLaren
Sainz jr (papà Carlos è stato 2 volte campione del mondo di rally e per 3 volte ha trionfato alla Parigi-Dakar) è giunto alla McLaren dopo la Renault e la Toro Rosso. Nel Mondiale 2019 ha chiuso al sesto posto (dietro Vettel, ironia della sorte) ma davanti a Gasly, Albon e Daniel Ricciardo (che pure era stato accostato alla Ferrari). Per 13 volte su 18 gare ha chiuso nelle prime 10 posizioni con un podio (il primo della carriera, in Brasile) nel penultimo Gp. Un terzo posto che arrivò in maniera rocambolesca e favorito – scherzi del destino – dallo scontro tra i due ferraristi, Vettel e Leclerc. Al Cavallino arriva non per fare le bizze e come sempre sarà la pista a definire, ribadire o addirittura cambiare le gerarchie.