Perché la Ferrari ha sbagliato strategia nel GP Ungheria (ma non avrebbe vinto lo stesso)
Dopo la gara del GP d'Ungheria della Formula 1 2022 che grazie ad una straordinaria rimonta ha permesso a Max Verstappen di mettere una seria ipoteca sul secondo titolo Mondiale della sua carriera, per la Ferrari non sembra essersi conclusa dopo la bandiera a scacchi. Le polemiche sulla strategia adottata dal muretto che ha compromesso la corsa di Charles Leclerc, derisa anche dai rivali nel retro-podio, non accennano a placarsi.
Sul banco degli "imputati" sono finiti il team principal Mattia Binotto, la cui spiegazione della debacle del Cavallino all'Hungaroring (smentita poco dopo dal pilota monegasco) non ha convinto nessuno, e il capo degli strateghi della scuderia di Maranello Inaki Rueda, considerati dai tifosi i presunti responsabili della disfatta della Rossa in terra magiara, tanto che dopo la gara si sono riversati in migliaia a commentare sotto un tweet del fratello del presidente John Elkann, Lapo, chiedendo la "testa" di entrambi.
Che con Charles Leclerc, fin lì a lungo al comando della corsa, vi sia stato un errore di strategia montando le non consigliate (sia da Pirelli, sia dai dati in possesso delle scuderie fino a quel momento e sia dal pilota che voleva allungare lo stint con le medie) gomme hard appare innegabile, come conferma anche il fatto che, quando ormai era troppo tardi, si è cercato di mettere una toppa facendolo fermare per un terzo pit-stop per montare gomme soft.
Resta quindi da capire perché il muretto della Ferrari abbia deciso di attuare quella strategia che, già in partenza, sembrava essere fallimentare (cosa che poi è stata confermata anche dalla pista). A rivelare il motivo dietro la decisione di montare gomme hard sulla vettura di Leclerc ci ha pensato lo stesso team principal Mattia Binotto che ha svelato come la scuderia è arrivata a fare tale scelta:
"Dalle nostre simulazioni, le hard avrebbero avuto bisogno di due giri per essere scaldate, poi sarebbero state più lente delle medie per dieci giri, ma poi sarebbero state più veloci alla fine dello stint, che era di trenta giri. Abbiamo montato le dure in quel momento perché mancavano trenta giri, volevamo difendere la posizione su Max (Verstappen, ndr) e sarebbe stato sicuramente uno stint troppo lungo per le soft – ha infatti spiegato il numero uno del muretto Ferrari svelando il perché della strategia attuata con Leclerc –. Con la nostra strategia sapevamo che sarebbe stato difficile a inizio stint, ma saremmo potuti ritornare sul finale".
Inevitabilmente questa risposta fa sorgere un altro dubbio: perché si è comunque deciso di montare le gomme hard sulla Ferrari di Leclerc anche se sia le previsioni fatte da Pirelli sia il rendimento delle Alpine di Alonso e Ocon, che le avevano montate nello stint precedente, suggerivano che si trattasse di uno pneumatico non prestazionale in quelle condizioni di pista? Anche in questo caso Binotto ha provato a fornire una risposta:
"Nel complesso le gomme non hanno funzionato e so che non funzionavano nemmeno su altre auto. La nostra decisione però era basata su tutti i dati che avevamo. Al muretto ne abbiamo discusso. Non è che sia tutto inciso nella pietra, durante le gara ci stavamo guardando attorno e guardavamo come si stessero comportando le altre gomme dure – ha difatti precisato il team principal della squadra del Cavallino –.
Abbiamo tenuto tutto in considerazione, abbiamo discusso su cosa fosse meglio e il tutto ha portato alla decisione che abbiamo preso, che sicuramente oggi non era quella giusta. Semplicemente parlando, ci siamo fermati per proteggere la posizione su Max" ha infine chiosato Mattia Binotto svelando dunque il processo decisionale che ha portato la Ferrari ad attuare quella strategia rivelatasi poi disastrosa per Charles Leclerc che ha chiuso sesto al traguardo del GP d'Ungheria dopo esser stato a lungo in testa alla gara.
Una gara che, viste le prestazioni con le soft della F1-75 del compagno di squadra Sainz e anche dello stesso monegasco nell'ultimo stint, probabilmente il pilota della Ferrari non avrebbe comunque vinto, ma che con quella strategia errata si è trasformata in una vera e propria disfatta che sembra aver definitivamente spezzato il suo sogno iridato.