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Perché la Ferrari ha ritirato la minaccia di lasciare la F1: Red Bull ha cambiato le carte in tavola

La Red Bull è in trattativa avanzata con la Ford per una partnership sui motori per la Formula 1 2026: ecco perché la Ferrari ha ritirato le minacce di veto e di abbandonare la F1 fatte alla FIA in vista della nuova era del Circus.
A cura di Michele Mazzeo
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Mentre tutti i team sono concentrati a lavorare sulle nuovo monoposto che a breve verranno ufficialmente presentate, sul tavolo della Formula 1 si è giocata una partita che avrebbe potuto portare anche ad un clamoroso terremoto. La Ferrari, anche una volta scaduto il termine della seconda proroga, si era rifiutata di iscriversi tra i fornitori di motori del Circus per la nuova era che prenderà il via dal Mondiale 2026. La casa di Maranello, dopo esser stata inizialmente fatta fuori nella prima riunione dei costruttori (l'Engine Advisor Committee della Formula 1), aveva comunque portato avanti la sua battaglia arrivando anche a minacciare di imporre il proprio veto e, addirittura, lasciare la F1 dopo oltre settanta anni di costante partecipazione.

A far infuriare il team del Cavallino Rampante era stato lo status di nuovo costruttore (e tutti i cospicui vantaggi che ne derivano) riconosciuto alla Red Bull Powertrains (la casa costruttrice creata dagli austriaci dopo la separazione dalla Honda arrivata al termine della stagione 2021). La Ferrari riteneva infatti che il team che ha appena vinto entrambi i titoli iridati nel Mondiale 2022 non poteva essere considerato alla stregua di chi entrerà per la prima volta in Formula 1 nella nuova era (come sarà invece per Audi che, avendo acquistato già adesso quote di minoranza della Sauber, ha avviato il suo processo per l'ingresso nel 2026).

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Dopo aver partecipato comunque alla riunione la casa di Maranello ha deciso di mettere fine alla sua guerra e iscriversi nella lista dei fornitori di power unit della Formula 1 per la nuova era che inizierà nel 2026 insieme a Audi Formula Racing, Alpine SAS, Honda Racing Corporation, Mercedes AMG High Performance Powertrains e, appunto, Red Bull Powertrains. Sembrava dunque che la Ferrari, rimasta da sola in questa battaglia politica, avesse deciso di alzare bandiera bianca e darla vinta alla squadra austriaca, ottenendo in cambio delle concessioni su altri punti del regolamento sui motori 2026 con cui era in disaccordo. E in parte ciò è vero. Ma solo in parte.

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Le ultime indiscrezioni circolanti nel paddock infatti cambiano completamente lo scenario ipotizzato nel momento in cui la Ferrari ha ritirato la minaccia di lasciare la Formula 1 sottoscrivendo un pre-accordo con la FIA sulle regole dei motori 2026. La Red Bull infatti sarebbe in trattative avanzate per una partnership con la casa automobilistica Ford (che potrebbe addirittura essere annunciata già il prossimo 3 febbraio nel corso della presentazione ufficiale della nuova RB-19 con cui Verstappen e Perez correranno nel Mondiale 2023). La collaborazione per il 2026 potrebbe essere di tipo commerciale (Red Bull acquisterà i motori da Ford) o una vera e propria partnership operativa (Red Bull Powertrains e Ford che lavorano insieme alle nuove power unit). In ogni caso dunque si tratterebbe davvero di un "nuovo motorista". Alla luce di ciò dunque sembra che tra i principali motivi che hanno spinto la Ferrari ad ammorbidire la propria posizione vi sia il fatto che Red Bull non usufruirà del know-how Honda, come si ipotizzava, bensì si affiderà, totalmente o in parte, davvero ad un costruttore di motori che farà il suo ingresso in Formula 1 nel 2026 (anche se non per la prima volta).

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