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Perché Hamilton non è mai andato alla Ferrari: “In passato ci siamo parlati”

Lewis Hamilton ha parlato del suo settimo mondiale di Formula 1 vinto domenica scorsa in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Il pilota della Mercedes ha evidenziato l’importanza di questo successo, nono solo da un punto di vista sportivo, ma soprattutto sociale: “I neri non vincono, così mi dicevano”. Per poi soffermarsi anche sull’argomento Ferrari: “Ci siamo parlati, ma non si è mai concretizzato nulla”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Lewis Hamilton è diventato campione del mondo per la settima volta domenica scorsa. Il pilota britannico, in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, ha evidenziato ancora una volta l'importanza, soprattutto sociale, che ha avuto il suo successo. "I neri non vincono, così mi dicevano". Riprendendo così l'argomento che negli ultimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti, ha assunto una valenza sempre maggiore: la lotta al razzismo.

A tal proposito Hamilton ha voluto citare i valori e i grandi insegnamenti trasmessi attraverso lo sport da grandi campioni del passato e del presente come Muhammad Ali e Serena Williams. Nel corso dell'intervista Hamilton si è poi soffermato anche sul tema Ferrari e su quella possibile soluzione di guidare un giorno la Rossa di Maranello. Opzione che per il momento non si è mai concretizzata nonostante qualche timido approccio negli anni passati che non ha però mai portato a nulla.

La vittoria di Hamilton: "Mi dicevano che i neri non vincono"

L'abbiamo visto lo scorso mese di giugno, attraverso una stories su Instagram, scendere in piazza, con tanto di mascherina e cartellone tra le mani, per sostenere il movimento ‘Black Lives Matter’ che lotta contro il razzismo. Hamilton ha fin da subito sposato la causa cercando di dare il suo grande contribuito comunicativo. In quei giorni scrissi sui social: “Abbiamo bisogno di tutti voi, ci serve la voce di tutti per lottare contro il razzismo”. Oggi, dopo la vittoria del campionato del mondo, ha ribadito il concetto: "Mi dicevano che i neri non vinconoha dettoadesso cerco di essere un esempio per tutti i ragazzi come me".

Hamilton ha sempre ammirato Muhammad Ali e lo ha ribadito anche in questo contesto: "Il mio preferito per carisma e tecnica, ma ciò che mi ha colpito sono stati i suoi valori" ha detto Hamilton che non ha dimenticato di citare anche Serena Williams e ovviamente anche Nelson Mandela: "Sono un'ispirazione per me ha detto – ha proseguito – non solo per ciò che hanno fatto nella storia , ma soprattutto perché hanno il mio stesso colore".

Il mancato approdo alla Ferrari

Lewis Hamilton avrebbe potuto guidare la grande Ferrari, la macchina che sogna ogni pilota amante di questo sport e dei motori in generale. "Ci siamo parlati – ha detto il pilota britannico – ma quando ci siamo trovati a capire quale opzioni ci fossero, abbiamo capito che non erano quelle giuste". Hamilton ne ha parlato anche con un pizzico di rammarico: "Non si sono mai allineate le nostre posizioniha proseguitosono certo che in questi casi conti molto il tempismo, alla fine è andata così. Non voglio mancare loro di rispetto, ma quando mi ritirerò voglio lavorare con Mercedes per aiutarli ad essere ancora migliori nel mondo esterno".

Impossibile non citare anche la Mercedes e il suo modo di lavorare. Una scuderia che gli ha regalato tante gioie nonostante a primo impatto, appena firmato il contratto, non gli avesse fatto subito questa grande impressione. "La sede Mercedes era più spartana della fabbrica hi-tech fatta costruire da Ron Dennis alla McLaren – ha detto – ma la cosa mi piaceva perché ho pensato che spendessero soldi per le corse non per l'apparenza".

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