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Pecco Bagnaia svela il segreto che lo ha portato al titolo in MotoGP: “Non c’è solo Valentino Rossi”

Il nuovo campione del mondo della MotoGP Pecco Bagnaia ha spiegato qual è stata l’importanza della VR46 Academy nel suo percorso che lo ha portato a conquistare il titolo: un ruolo determinante che va oltre il solo Valentino Rossi.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo 13 anni di digiuno l'Italia motociclistica torna a trionfare in MotoGP grazie a Pecco Bagnaia che, dopo una leggendaria rimonta in classifica sul rispettato rivale Fabio Quartararo, nell'ultima gara della stagione a Valencia si è laureato campione del mondo. Dal 2009, anno in cui Valentino Rossi ha conquistato l'ultimo dei suoi 7 titoli nella classe regina del Motomondiale, infatti i piloti italiani si sono dovuti accontentare al massimo del secondo posto in classifica vedendo trionfare l'australiano Casey Stoner, gli spagnoli Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Joan Mir, e lo scorso anno proprio il francese della Yamaha.

A sfatare quello che sembrava esser diventato un vero e proprio tabù, ci ha pensato Francesco Bagnaia, per tutti Pecco, che non solo ha riportato il Belpaese sul trono della top-class ma lo ha fatto in sella ad una moto italiana (una combo che non si verificava da 50 anni, cioè dall'ultimo trionfo dell'altra leggenda tricolore Giacomo Agostini su MV Agusta). E, a proposito di strani corsi e ricorsi storici, il torinese di Chivasso (impazzita di gioia per il suo trionfo) lo ha fatto proprio nel primo anno in cui in pista non c'era più il suo idolo, mentore e amico Valentino Rossi (presente a Valencia nei panni di coach del 25enne piemontese) come se ci fosse stato un ideale passaggio di testimone con uno dei suoi allievi prediletti.

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Già, perché Pecco Bagnaia è anche il primo pilota della VR46 Academy (l'accademia motociclistica per giovani talenti delle due ruote fondata dal fenomeno di Tavullia nel 2013) a portare a casa il titolo iridato della MotoGP (il terzo complessivo nel Motomondiale dopo il suo successo in Moto2 nel 2018 e quello di Franco Morbidelli, sempre nella classe di mezzo, nel 2017). Academy che, secondo quanto rivelato dallo stesso pilota della Ducati, è stata il vero segreto dietro il suo successo:

"All'inizio era un'accademia completamente diversa, sicuramente è stato di grande aiuto. Ma in questo momento, penso che siamo diventati molto professionali. Abbiamo tutto – ha infatti detto il nuovo campione del mondo della MotoGP parlando del ruolo ricoperto dalla VR46 Academy nella sua crescita –. Possiamo dire ‘oggi voglio andare con le minibike o le pocket bike in pista', ed ecco che organizzeranno tutto per farlo. Oppure possiamo dire ‘Vogliamo andare a Portimao per fare un test prima della stagione', e loro organizzano tutto e si fa. È incredibile l'aiuto che stanno dando – ha quindi proseguito –. Ci stanno dando tutte le possibilità, tutta la loro vita e la loro passione e questo è incredibile".

Nel suo discorso Bagnaia ha voluto sottolineare come però l'Academy oggi vada oltre Rossi e i suoi insegnamenti: "Non è solo l'influenza di Valentino, ma di tutti gli altri che lavorano per noi a casa ad avermi aiutato – ha difatti aggiunto il fresco vincitore del titolo iridato della classe regina del Motomondiale –. Se analizziamo le prestazioni in MotoGP possiamo vedere chiaramente che tutti i piloti dell'accademia sono incredibili, sono incredibilmente veloci, perché tra di noi ci spingiamo a vicenda per migliorarci. Riconosco che quando ho visto Franky (Morbidelli, ndr) finire secondo in campionato con tre vittorie e vari podi nel 2020, per me quello è diventato il risultato da battere. E questo mi ha aiutato molto a migliorare anche me stesso" ha dunque chiosato Pecco Bagnaia spiegando come l'importanza dell'Academy VR46 nella crescita di un pilota vada ben oltre i consigli e l'esempio fornito da Valentino Rossi.

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