Paura per Carlos Sainz a Suzuka, terrorizzato dopo lo spaventoso incidente: “Ero nelle mani di Dio”
Nonostante una gara di soli 29 giri, il GP del Giappone di Formula 1 2022 è stato ricco di episodi con i piloti che hanno vissuto un'altalena di emozioni. Prima di quelle positive relative al titolo Mondiale conquistato a sua insaputa da Max Verstappen dopo la penalità comminata a Charles Leclerc subito dopo la bandiera a scacchi, e prima anche di quelle, decisamente negative, provate da Pierre Gasly nella tragedia sfiorata quando improvvisamente si è ritrovato in pista un trattore (in un episodio che ha fatto infuriare anche il papà del compianto Jules Bianchi morto proprio in una circostanza simile a Suzuka nel 2014), nella gara giapponese della F1 era stato il pilota della Ferrari Carlos Sainz a vivere una brutta esperienza sul tracciato nipponico.
Nel primo giro dopo la partenza da fermo su pista completamente bagnata infatti lo spagnolo proprio a causa delle pozzanghere presenti sull'asfalto ha visto la sua F1-75 perdere completamente aderenza con il terreno e, dopo essersi girata, schizzare a grande velocità per finire la sua corsa con un violento impatto contro i cartelloni pubblicitari che rivestono le barriere protettive (uno dei quali è finito poi incastrato nel musetto dell'AlphaTauri di Gasly costretto quindi ad andare ai box per farselo togliere in condizioni di visibilità quasi inesistenti): "Sono cose che capitano in queste condizioni, la verità è che non vedevo niente. Sono andato in acquaplaning e testacoda" ha difatti spiegato il madrileno dopo la gara ai microfoni di Sky.
A far vivere attimi di terrore a Carlos Sainz è però ciò che è accaduto subito dopo esser andato a sbattere con la sua Ferrari. Lui infatti è rimasto fermo con la sua macchina in mezzo alla pista a pochissimi metri di distanza da dove, su un tracciato impraticabile, sfrecciavano tutte le altre vetture con i piloti che, a causa dell'acqua sollevata da chi stava davanti, guidavano quasi "alla cieca". E dunque il rischio che qualcuno finisse per centrare in pieno lo spagnolo e la sua F1-75 era molto elevato: "Ci sono vari problemi in queste condizioni. La visibilità è pari a zero, e se non vedi, guidare diventa una questione di fortuna – ha difatti proseguito il 26enne di Madrid –. Guidi più o meno senza riferimenti. In queste condizioni non si vede, mi preoccupano gli incidenti, come in passato".
Inevitabile che in quel momento la paura di chi è fermo in mezzo alla pista è elevatissima. E Sainz non fa eccezione: "Ero fermo a metà pista e sapevo che non mi vedevano. Ero nelle mani di Dio" ha infatti aggiunto l'alfiere della Scuderia di Maranello prima di criticare apertamente la decisione della Direzione di Gara FIA di far partire la gara con quelle condizioni metereologiche e di pista ("Neanche dietro la Safety Car si vede niente, perché rischiare? Per questo noi piloti siamo sorpresi che questo succeda ancora" ha infatti chiosato il pilota spagnolo visibilmente indignato per il gran rischio corso a Suzuka).