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Patto segreto tra Red Bull e FIA sul bottone per modificare l’auto di nascosto: cosa cambia in F1

FIA e Red Bull hanno concordato un patto per chiudere il ‘caso T-Tray’ e azzerare i sospetti di possibili violazioni della regola del parco chiuso che hanno agitato il paddock della Formula 1 alla vigilia del GP degli Stati Uniti: ecco cosa succederà adesso in F1 e cosa cambierà riguardo l’utilizzo del bottone per modificare l’auto di nascosto dagli ispettori federali.
A cura di Michele Mazzeo
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Il ‘caso T-Tray‘ sta scuotendo il paddock della Formula 1 attualmente di scena ad Austin per il GP degli Stati Uniti, 19° round del Mondiale F1 2024. Ma, come accaduto già per quel che riguarda il mini-DRS della McLaren, pare che sia destinato a chiudersi con un patto stipulato tra la FIA e la Red Bull che ha ammesso pubblicamente di essere il team a disporre del sistema che ha insospettito tutti, Federazione Internazionale compresa.

Dopo l'annuncio della FIA riguardo a controlli più stringenti per quel che riguarda eventuali modifiche dell'altezza delle monoposto in regime di parco chiuso tra qualifiche e gara (pur non avendo alcuna prova che ciò sia avvenuto in passato), è infatti arrivata l'ammissione da parte della Red Bull, vincitrice degli cinque degli ultimi sei titoli iridati tra piloti e costruttori, e attualmente in testa alla classifica tra i driver, con Verstappen, e al secondo posto, ancora in lotta con la leader McLaren, per quel che concerne la graduatoria dei team, che ha confermato di essere il team al centro delle discussioni.

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Ha confermato infatti che negli abitacoli delle RB20 dell'olandese e del suo compagno di squadra Sergio Perez vi sia effettivamente un sistema che consente "con un click" di cambiare la regolazione del T-Tray (lo splitter situato sotto la parte anteriore della vettura che separa il flusso d'aria che passerà sopra e sotto il fondo), uno strumento che rende dunque semplice, veloce e facilmente occultabile un'operazione che invece richiede normalmente tempo, lavoro e diversi meccanici ad armeggiare sotto il fondo della monoposto.

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Nella stessa dichiarazione, rilasciata da un portavoce all'emittente britannica BBC, la scuderia austriaca ha però anche spiegato che tale sistema non può essere azionato una volta che la monoposto è assemblata e pronta per scendere in pista. Una chiara risposta a chi ipotizzava che, essendo così semplice la regolazione dell'angolo del T-Tray, i meccanici con un banale click potessero, di nascosto dall'ispettore FIA che monitora tutte le operazioni sulla vettura, modificare l'altezza da terra della monoposto tra qualifiche e gara violando quindi la regola del parco chiuso (che non consente alcuna modifica alla vettura, fatta eccezione per l'ala anteriore) e dando così un grande vantaggio ai propri piloti che avrebbero disposto del miglior assetto possibile sia per la qualifica (con macchina più bassa) che per la gara (con macchina più alta) non dovendo optare per una via di mezzo come invece devono fare tutti i team sapendo che la monoposto che scenderà in pista in qualifica avrà poi le stesse regolazioni anche in gara.

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Ovviamente, come è impossibile provare il fatto che la Red Bull non abbia in passato modificato di nascosto l'altezza della monoposto tra qualifiche e gara, allo stesso modo è impossibile anche dimostrare il contrario e pertanto è del tutto improbabile che vi siano delle sanzioni o penalità comminate alla scuderia austriaca. E allora come si chiuderà questa vicenda? Con un patto tra la FIA e la Red Bull che è già stato concordato, come ha rivelato lo stesso portavoce della scuderia austriaca nella dichiarazione rilasciata alla BBC: "Nella corposa corrispondenza che abbiamo avuto con la FIA, è emersa questa cosa e abbiamo concordato un piano per il futuro" il commento rilasciato dal rappresentante del team di Milton Keynes.

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Un patto segreto dunque di cui però possiamo tranquillamente prevedere le conseguenze che avrà sulla Formula 1. Trattandosi di un sistema di per sé regolare (l'irregolarità sta eventualmente nel fatto che venga utilizzato per modificare l'altezza della vettura in regime di parco chiuso) e già noto sia alla FIA (da regolamento ogni team è obbligato a rendere noto alla Federazione Internazionale tutti i dettagli relativi alla progettazione di ogni componente) che agli altri team (dato che tali dati vengono messi a disposizione in modalità open-source sui server federali), e non avendo possibilità di dimostrare in alcun modo se in passato è stato utilizzato per violare il parco chiuso, alla FIA non rimane altro da fare se non mettere dei controlli più stringenti (dei sigilli applicati direttamente sul T-Tray che rendono immediatamente visibile qualsiasi modifica dell'angolazione) a partire dall'imminente GP degli Stati Uniti e, se non altro, spazzare via i sospetti che Red Bull possa utilizzarlo di nascosto nelle ultime sei gare che decideranno il Mondiale di Formula 1 2024.

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