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Patente di guida, l’Europa apre alla rivoluzione: età non sarà più criterio principale per idoneità

Il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti ha pubblicato uno studio fornendo alcune indicazioni in vista della revisione del quadro di riferimento per il rilascio delle patenti di guida, già in agenda dell’Unione Europea. Da tale analisi emerge che l’età non deve essere il criterio più importante per stabilire se una persona è idonea o meno a guidare, ma che bisognerebbe prendere prima in considerazione eventuali dipendenze, disturbi mentali, epilessia o diabete affidando un ruolo chiave ai medici di famiglia. L’ETSC chiede inoltre di istituire speciali patenti “condizionate” per permettere agli anziani con un basso livello di rischio di continuare a guidare in determinate condizioni.
A cura di Michele Mazzeo
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L'età non può essere il criterio più importante per stabilire se una persona è idonea o meno a guidare. Secondo quanto emerso dallo studio dell'ETSC (European Transport Safety Council – Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti) infatti a tale fine dipendenze, disturbi mentali, epilessia e diabete sarebbero più importanti dell'età che ha la persona in questione. Alla luce di ciò la revisione del quadro di riferimento per il rilascio delle patenti di guida, già in agenda dell'Unione Europea, potrebbe seguire questo indirizzo nei prossimi provvedimenti in materia di patenti.

Secondo quanto sottolinea l'ACI (membro dell'ETSC) lo studio in questione individua la necessità di valutare l'idoneità alla guida dei soggetti non più solo in base all'età ma soprattutto in relazione alle loro specifiche condizioni di salute: abuso di sostanze, disturbi mentali, epilessia e diabete sono fattori più determinanti dell'età e, dunque, la concessione di speciali patenti  cosiddette "condizionate" potrebbe permettere agli anziani con un basso livello di rischio di continuare a guidare in determinate condizioni. Secondo l'ETSC le figure cardine nell'individuazione dei soggetti a rischio sarebbero i medici di famiglia sui quali andrebbero quindi centrati nuovi e più specifici programmi formativi, coordinati a livello comunitario.

Nonostante non vi siano dati scientifici sufficientemente attendibili a livello comunitario, alcuni casi di singole nazioni hanno portato l'ETSC a propendere per questa conclusione: in Finlandia per esempio è stato dimostrato che il 16% degli incidenti mortali sono imputabili a malattie del conducente, soprattutto di origine cardio-vascolare. A tal riguardo quindi il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti chiede una più approfondita indagine sulle cause di ogni incidente in Europa, da parte delle Autorità preposte ai controlli, che fornirebbe un contributo scientifico determinante nell'orientamento delle scelte dei legislatori e nella misurazione dell'efficacia dei loro provvedimenti.

L'European Transport Safety Council inoltre suggerisce all'Unione Europea di prendere provvedimenti per una più chiara etichettatura dei farmaci che influiscono sulle capacità psico-fisiche dei conducenti, supportata al contempo da specifiche campagne di sensibilizzazione.  Nello studio pubblicato dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti inoltre viene evidenziato come "soltanto" il 25% degli incidenti sia imputabile all'alcol e per tanto l'ETSC propone anche la revisione del divieto imposto dall'UE al rilascio della patente a soggetti con dipendenze dall'alcol aprendo alla possibilità di reintegrarsi sulla strada, riottenendo dunque la patente di guida, attraverso specifici programmi di riabilitazione.

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