Ordini di scuderia e malumori in Ferrari, tra Vettel e Leclerc è già guerra fredda
Che la gara di Sochi, per la Ferrari, avrebbe rappresentato la prova del nove era certo; non tanto per il mondiale, ormai sotto chiave nella cassaforte Mercedes per quanto riguarda il titolo costruttori e nelle mani di Lewis Hamilton per il campionato piloti, ma soprattutto per la rivalità interna tra Charles Leclerc e Sebastian Vettel. I due piloti della Rossa, infatti, con la ritrovata competitività della SF90 hanno ora l'opportunità di giocarsi la vittoria ad ogni Gran Premio e la loro rivalità, seppur celata dietro dichiarazioni soft e pacche sulle spalle, sembra ormai essere definitivamente scoppiata.
Team radio e accordi mancati alla base della rivalità in Ferrari
Il Gran Premio di Russia, in questo senso, è stato forse il punto più alto di un dualismo appena accennato fino ad ora, ma più vivo che mai: già la qualifica aveva fatto emergere i primi segnali con Leclerc a prendersi la sesta pole position della stagione e Vettel in terza posizione, quella migliore per sfruttare la scia del suo compagno di squadra. Un vantaggio evidente per la casa di Maranello che, infatti, ha colto l'occasione portando i due piloti a guidare il gruppo alla prima curva beffando la Mercedes di Lewis Hamilton; da quel momento, però, è iniziato il balletto dei team radio con il monegasco, superato dal compagno, a richiedere la posizione e il tedesco a rispondere provocatoriamente "se ha il passo venisse a riprendermi", come a sottolineare che, in quel momento della gara, era lui il più veloce in pista. Il ritiro di Vettel, a causa di un problema sulla sua SF90, ha di fatto regalato il successo alla Mercedes spegnendo le speranze del Cavallino, ma ha anche aperto la questione sulla rivalità interna nel dopo gara con Leclerc a sottolineare l'esigenza di "parlarne con il team" e il quattro volte campione del mondo a svelare come i due avessero "un accordo".
Un dualismo pronto ad esplodere
Quello di Singapore, con il monegasco deluso per il sorpasso subito da Vettel mentre era ai box, doveva rimanere un caso isolato, ma così non è stato. I due piloti della Ferrari, in questo momento, hanno entrambi le loro motivazioni per non cedere di un passo: da un lato il giovane Leclerc, con la smania dei suoi 21 anni, vuole cavalcare l'onda il più possibile cercando di affermarsi non solo come la stella del futuro ma anche come quella del presente mentre dall'altro il quattro volte campione del mondo, seppur non totalmente restio ad aiutare il compagno di squadra in casi eccezionali – come successo in Belgio -, non ha nessuna intenzione di accettare un ruolo da comprimario senza giocarsi ogni carta a sua disposizione. Le rivalità tra compagni di squadra, in Formula 1, sono una costante. Non bisogna andare troppo indietro per trovare Senna e Prost a prendersi a ruotate o, in tempi ancora più recenti, Hamilton-Alonso prima e Hamilton-Rosberg poi a regalare scintille in pista; in quel caso si lottava per il titolo, qui per la leadership in Ferrari che, soprattutto con la competitività ritrovata da parte della SF90 in ottica 2020, è quasi la stessa cosa. In mezzo c'è Mattia Binotto che dovrà essere bravo a trovare il giusto compromesso: lasciarli liberi di correre con il rischio di un contatto oppure decidere una prima e una seconda guida? Sarà compito del team principal Ferrari che, però, nel post gara di Sochi ha già dato un indizio su quale sarà l'immediato futuro: "Forse avremmo dovuto essere più chiari con loro prima della gara" ha sentenziato. Binotto, forse, ha già individuato la soluzione per mettere fine a quella che, in Ferrari, somiglia tanto a una guerra fredda.