MotoGP Giappone, Marquez re senza rivali nel giardino di casa Honda
Un uomo solo al comando. A Motegi, circuito giapponese di proprietà Honda, Marc Marquez vince la decima gara di una stagione da voto 10. Da solo, ha vinto il Mondiale piloti e anche il titolo costruttori, che Honda festeggia grazie alla sua vittoria: suoi 325 dei 331 punti di squadra. Marquez lascia agli avversari solo la possibilità di duellare per il secondo posto. Vince da campione del mondo, vince da dominatore davanti a Quartararo che gli sta dietro per metà gara poi paga il degrado delle gomme soft, ma chiude comunque la stagione col premio di Rookie dell'anno. Sul podio, per la centesima volta in carriera, un ottimo Dovizioso, che con un giro in più avrebbe anche potuto pensare al secondo posto. Completano la top 5 Vinales e Crutchlow che in volata brucia Morbidelli.
Rossi e Lorenzo, weekend da incubo
Weekend da dimenticare per Valentino Rossi, che finisce nella ghiaia a pochi giri dalla fine. Non basta certo il passaggio da tre a due dita sulla leva del freno anteriore per cambiare direzione alla gara e alla stagione. Il Dottore E' sempre più buio anche l'orizzonte di Jorge Lorenzo, avvolto nelle spire di una stagione da incubo, che non ha niente da festeggiare nel giorno del suo duecentesimo gran premio in top class.
La partenza, Marquez scatta subito forte
Marquez, partito in pole sul ventesimo circuito diverso, tiene la prima posizione alla prima curva. Solo Mick Doohan (24) e Valentino Rossi (21) sono scattati dalla prima casella su più circuiti rispetto al campione del mondo che ha festeggiato l'ottavo titolo in carriera, il sesto in top class, con quattro gare d'anticipo in Thailandia.
Si scatena, dopo una partenza incerta, Morbidelli condizionato dalla mancanza di continuità nella sua prima stagione in Yamaha. "Ho sempre detto che la velocità è la chiave. A me manca sempre esserlo solo in un tratto della gara, all'inizio o alla fine" ha spiegato nel corso del weekend.
Bene Morbidelli, Quartararo spinge per metà gara
E' proprio Morbidelli ad accendere la gara dietro Quartararo. Il duello con Miller, che diventerà confronto a tre con Dovizioso, diverte ma allo stesso tempo fa perdere terreno al trio rispetto a Marquez e anche al primo inseguitore, Fabio Quartararo, che viaggia su ritmi diversi nei primi giri. Quartararo, sempre più difficile da battere sul giro secco, non sembra vivere con particolari ansie il continuo rinvio della prima vittoria in MotoGP. La pista asciutta può aiutarlo, ha sofferto le condizioni miste nel weekend che hanno reso meno rilevanti le prove e più difficile la scelta delle gomme per la gara.
Tuttavia, nessuno riesce a impensierire Marquez. Lo spagnolo ha fatto pretattica ieri: "Non credo di avere il passo per star davanti dall'inizio" ha detto lo spagnolo, che invece si mette a martellare e di fatto induce il gruppo di inseguitori a sgranarsi. Gli si avvicina Quartararo con la gomma soft al posteriore, più performante nella prima parte di gara rispetto alla media scelta da Marquez. Il campione del mondo, però, gli rifila mezzo secondo al quinto giro. Il distacco rimane sempre costante, tra 0.9 e 1.2 secondi, che può essere frustrante. P
Perché Quartararo lo vede Marquez, è lì, non abbastanza lontano per farti perdere le speranze, non abbastanza vicino per pensare di poterlo sorpassare. E a metà gara, l'inseguimento finisce per pesare sulle gomme di Quartararo che in un solo giro, quando ne mancano 11 alla fine, perde sette decimi tutto d'un fiato e scivola due secondi dietro Marc-attack. Le contemporanee difficoltà di Jack Miller, che ha scelto le soft davanti e dietro, confermano i problemi di tenuta delle soft che sono ancora più morbide rispetto a quelle portate nel 2018 dalla Michelin, nonostante le basse temperature.
Dovizioso e Vinales, che bel duello
Cade Iannone alla curva 11 (brusca piega a destra dopo il rettilineo), rischia Dovizioso che ha scelto la gomma morbida davanti e la media dietro. Rischia perché mette le ruote nell'erba ma riesce a tenere la quinta posizione su Vinales che ha spiegato come la M1 abbia particolare bisogno di grip per andare forte. Come nelle ultime gare, "Top Gun" corre in risalita, meglio nella seconda metà di gara che nella prima. A sette giri dalla fine si mette negli scarichi di Dovizioso, che con la Ducati su una pista da "accelera e frena" non riesce a fare una grande differenza di motore nei pochi rettilinei.
Il "Dovi" però lo impegna, lo tiene dietro in staccata. "Ho un buon feeling con la moto, siamo veloci" diceva ieri, "abbiamo lavorato solo venerdì mattina come volevamo". Ma a un paio di giri dalla fine, Dovizioso accelera, cambia ritmo, si libera, va e vede a tiro addirittura Quartararo. Ma manca troppo poco all'arrivo per pensare di attaccarlo. Il centesimo podio va comunque festeggiato.