Minacce di morte alla Commissaria F1 che aveva inflitto una penalità ad Alonso: “Abusi estremi”
La Formula 1 torna a dover fare i conti con il cyberbullismo e con l'odio che dilaga sui social network. La vittima questa volta è stata la Commissaria FIA Silvia Bellot finita nel mirino degli haters per aver inflitto, insieme ai colleghi Enrique Bernoldi, Garry Connelly e Dennis Dean, la controversa penalità a Fernando Alonso nello scorso GP degli Stati Uniti di Austin (poi cancellata dal Tribunale della Federazione Internazionale che ha accolto il ricorso dell'Alpine). Dopo quella decisione contro di lei, catalana di Barcellona, si è scatenata una vera e propria campagna d'odio sui social che l'ha vista subire anche minacce di morte.
Secondo gli "accusatori" infatti la Bellot, prima donna a diventare steward della FIA e con una lunga esperienza sia da Commissario in F1 che da Direttore di Gara in Formula 2 e Formula 3, avrebbe preso quella decisione penalizzante per Alonso per un astio personale nei suoi confronti: teoria che nasce da un episodio risalente al GP di Spagna del 2013 quando il pilota asturiano, allora in Ferrari, fu convocato dal Panel di Commissari FIA (di cui faceva parte anche Silvia Bellot) per aver raccolto e mostrato una bandiera spagnola durante i festeggiamenti.
Alla luce di questo trascorso, la steward spagnola è stata presa vergognosamente di mira da alcuni connazionali che sono addirittura arrivati a minacciarla di morte. La questione non ha lasciato indifferente nessuno, a partire dallo stesso Fernando Alonso che è stato il primo a condannare gli abusi perpetrati nei confronti della sua connazionale: "Condanno energicamente i recenti abusi online che ha ricevuto il Commissario FIA, Silvia Bellot. Questo tipo di comportamento è inaccettabile nello sport, quanto nella società. E ancor più se rivolto verso volontari e funzionari del nostro sport. Continuerò ad appoggiare la FIA e la F1 nei loro sforzi nel seguire la direzione corretta. Mi rivolgo a tutti per fare la stessa cosa" ha difatti detto l'esperto pilota spagnolo appena venuto a conoscenza delle assurde minacce di morte ricevute dalla donna dopo la gara di Austin.
E, soprattutto, non ha lasciato indifferente la FIA che, tramite le parole del presidente Mohammed Ben Sulayem, ha effettuato una ferma condanna per quanto accaduto a Silvia Bellot: "Recentemente una delle commissarie di gara della FIA, Silvia Bellot, è stata oggetto di minacce di morte. È assolutamente deplorevole che una volontaria come Silvia o uno qualsiasi dei nostri commissari e ufficiali di gara, che offrono il loro tempo libero per permetterci di gareggiare, sia oggetto di un tale odio – si legge infatti nella lettera pubblica scritta dal numero uno della Federazione Internazionale –. Negli ultimi anni, infatti, anche alcuni membri del personale della FIA sono stati oggetto di molestie e messaggi di odio. È assolutamente inaccettabile che i nostri volontari, funzionari e dipendenti siano sottoposti a questi abusi estremi. Non c'è posto per questo nel nostro sport. Ha un effetto devastante sulla nostra salute mentale e su quella dei nostri cari. Io difenderò sempre il mio staff e i miei volontari. E sia chiaro: senza queste persone non ci sarebbero gare – ha quindi proseguito Ben Sulayem –. Dobbiamo chiederci: chi vorrebbe diventare un funzionario di alto livello in questo ambiente? La realtà è ovvia: se si continua così, questo trend distruggerà il nostro sport. In qualità di arbitro e di Presidente vi aspettate ovviamente che le persone non siano d'accordo con le decisioni che prendete. Ma dovreste aspettarvi che tali opinioni e commenti siano rispettosi. Questo è sempre più raro. Solo attraverso un approccio collaborativo riusciremo a combattere con successo questa piaga del nostro sport".
Lo stesso presidente della FIA ha anche annunciato che, in seguito all'episodio di cyberbullismo di cui Silvia Bellot è stata vittima dopo ciò che è avvenuto nel GP degli Stati Uniti, la Federazione ha messo in piedi un'iniziativa contro gli abusi online dal nome ‘Drive it Out' che verrà presentata nel dettaglio durante il weekend di Abu Dhabi che chiuderà il Mondiale della Formula 1 2022: "Questa campagna si baserà sul lavoro di collaborazione svolto dalla FIA e dalla Formula 1 attraverso l'iniziativa Drive It Out. Nello sport le passioni sono forti, ma le molestie online, gli abusi e i discorsi di odio non devono essere tollerati. Tutti nel nostro sport, dai media ai team, dai piloti ai tifosi, hanno un ruolo da svolgere. Non possiamo ignorare questo problema. Esorto l’intero ecosistema del motorsport a prendere posizione. Dobbiamo denunciarlo. Deve finire" ha difatti chiosato Mohammed Ben Sulayem che spera che la piaga del cyberbullismo, in Formula 1 così come in ogni altro settore, venga finalmente debellata una volta per tutte.