Mick Schumacher sulla Ferrari F8 Tributo: “In ogni Rossa percepisco il DNA di mio padre”
Quello tra la famiglia Schumacher e la Ferrari è un binomio che sembra indissolubile: a crearlo ci ha pensato Michael, sette volte campione del mondo in Formula 1 di cui 5 consecutive con la scuderia di Maranello mentre a portare avanti la tradizione è arrivato ora Mick, il figlio del tedesco, appena entrato nella Ferrari Driver Academy e capace di conquistare la prima vittoria in Formula 2 nel weekend in Ungheria.
Test in pista a Fiorano per il figlio d'arte
La Ferrari, per il giovane figlio d'arte, rappresenta una seconda famiglia: Mick Schumacher, infatti, è letteralmente cresciuto tra Maranello, il quartier generale della scuderia italiana, e Fiorano, la pista che il padre, in un'epoca in cui i test privati non erano limitati come adesso, ha girato parecchie volte: "Sono legato a questo posto. È qui che sono cresciuto e, a parte una sola stagione, ho sempre corso per team italiani. E non c’è posto migliore che in Ferrari" ha raccontato Mick Schumacher in una intervista concessa al Magazine Ferrari. Proprio a Fiorano, però, il tedesco è stato protagonista di un test scendendo in pista al volante della Ferrari F8 Tributo, l'auto che il telaio che si basa sulla 458 Italia, la vettura che proprio il padre contribuì a sviluppare insieme agli ingegneri: "Riesco a percepire il DNA di mio padre in ogni Ferrari e questo mi riempie di orgoglio. È la mia prima volta al volante di una Ferrari su questo circuito. Non vedevo l'ora" sono state le sue parole.
Un turbinio di emozioni quello che coinvolto Mick Schumacher, emozionato al volante della vettura nonostante fosse solamente un test; il ricordo dei giorni passati insieme a suo padre a Fiorano, però, è ancora vivo tanto da portare il giovane tedesco a vedere la Rossa ancora come un sogno: "Ancora oggi, continuo a sognare la Ferrari. Venivo spesso qui da bambino e guardavo mio padre guidare. Ogni volta che vedo le foto di quel periodo, è un tuffo nel passato. La maggior parte sono state scattate durante i test invernali, indossavamo tutti dei giacconi. Ma probabilmente ero stato qui anche prima, quando ancora non camminavo" ha concluso Mick Schumacher