Mick Schumacher in Formula 1 con il suo cognome dopo aver corso con quello di mamma Corinna
"Sono molto orgoglioso di guidare con il mio cognome e avere la bandiera tedesca sulla mia macchina. Ho la possibilità di ricambiare l’affetto dei tifosi tedeschi". Così Mick Schumacher nell'intervista rilasciata a Sky Sport dopo l'ufficializzazione del suo passaggio in Formula 1 nel 2021 con la Haas. Per chi non conosce la storia del figlio del leggendario Michael Schumacher potrebbe apparire un'affermazione "no sense", e invece non è assolutamente così.
Un cognome pesante il suo, tanto pesante che da piccolo, all'inizio della sua carriera da pilota, fu costretto a "nasconderlo" e lo stesso per la nazionalità dato che Mick Schumacher è nato a Vufflens-le-Château, in Svizzera, dove risiedeva la famiglia, e fu lì che mosse i primi primi passi verso la Formula 1. Un percorso cominciato nel 2008, quando di anni ne aveva 9, sui kart dimostrando fin da subito che aveva tutto per portare avanti la "tradizione di famiglia". Già, di famiglia perché oltre a papà Michael (sette volte campione del mondo e pilota più vincente della storia della Formula 1) anche zio Ralf Schumacher è stato per anni protagonista del Circus.
Ma proprio per evitare di attirare troppo l'attenzione a causa della notorietà del padre e dello zio (e probabilmente per tenerlo distante dalle inevitabili pressioni), ad inizio carriera il figlio d'arte si iscriveva alle gare di kart con lo pseudonimo di "Mick Betsch", usando dunque il cognome da nubile di sua madre Corinna anziché il vero nome di Mick Schumacher. La sua carriera in incognito è durata fino al 2014 quando nel campionato tedesco Junior Kart si presentò con il suo vero cognome chiudendo al 2° posto. Dopo quel primo esame, superato alla grande, quel cognome tanto pesante non è stato più nascosto con tutte le conseguenze che ciò comporta in termini di pressione e di aspettative.