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Mercedes salva Verstappen dalla dura penalità nel GP Austria: non voleva favorire la Ferrari

Dietro la mancata penalità a Max Verstappen nel GP d’Austria della Formula 1 2023 per l’irregolarità commessa su Lewis Hamilton nelle qualifiche della Sprint Race c’è anche il mancato ricorso presentato da Mercedes: la squadra tedesca ha deciso che una punizione all’olandese della Red Bull avrebbe favorito le sue rivali Ferrari e Aston Martin.
A cura di Michele Mazzeo
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Nonostante la dominante vittoria nella Sprint Race del GP d'Austria della Formula 1 2023 da parte del sempre più leader incontrastato del Mondiale Max Verstappen (che all'inizio ha dovuto duellare duramente con il compagno di squadra Sergio Perez), nel paddock fa ancora discutere la decisione della Direzione di Gara di non investigare quanto avvenuto nella Q1 delle qualifiche della mini-gara (la Sprint Shootout) che ha visto protagonisti proprio l'olandese e il vecchio rivale Lewis Hamilton.

Un episodio che, se fosse finito al vaglio dei Commissari FIA, data la sanzione comminata al pilota della Ferrari Charles Leclerc per un impeding meno eclatante, sarebbe costato come minimo una penalità di tre posizioni in griglia di partenza ad entrambi i driver coinvolti (anche se, essendo quella del pilota Red Bull una manovra di disturbo fatta intenzionalmente, probabilmente per lui la punizione sarebbe stata più severa).

La Direzione di Gara, non essendosi accorta immediatamente dell'accaduto (costato tra l'altro l'eliminazione in Q1 al britannico della Mercedes), non ha avviato alcuna investigazione a riguardo e non ha cambiato idea nemmeno quando il video che appurava che entrambi i piloti avessero commesso impeding è diventato virale sui social network. E già questo ha sollevato numerose polemiche riguardo al diverso metro utilizzato nel giudicare episodi apparentemente simili tra loro.

Ma c'è un'altra cosa che ha destato molta curiosità a riguardo. In molti infatti si sono chiesti perché la Mercedes (che è stata la vera scuderia penalizzata da quanto accaduto dato che l'impeding per vendetta di Verstappen è costato l'eliminazione in Q1 ad Hamilton) non abbia fatto ricorso costringendo così i Commissari FIA a rivedere l'accaduto e prendere una decisione in merito (che poteva costare sì 3 posizioni al proprio pilota ma che probabilmente sarebbe costata molto di più all'olandese della Red Bull data l'aggravante dell'intenzionalità)?

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La risposta a questa domanda sta nel fatto che la Mercedes ha fatto un ragionamento di convenienza tenendo conto del fatto che, con i suoi piloti praticamente fuori dai giochi per i punti nella Sprint Race già dopo la qualifica, una pesante penalità comminata a Max Verstappen avrebbe favorito soltanto le squadre che in questo momento sono le rivali per il secondo posto nel Mondiale Costruttori, vale a dire la Ferrari e l'Aston Martin.

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Ipotizzando una penalità di 10 posizioni in griglia per il leader del campionato infatti i due driver del Cavallino Sainz e Leclerc e i due alfieri del team di Silverstone Alonso e Stroll, avrebbero guadagnato una posizione in griglia di partenza e soprattutto non avrebbero avuto davanti quello che al momento è nettamente il pilota migliore sulla vettura migliore. Mentre Russell e Hamilton non avrebbero in alcun modo beneficiato di questa penalità e, anzi, per il britannico (che non essendosi spostato in tempo durante il giro lanciato di Verstappen ha dato il via all'episodio) sarebbe potuto arrivare anche qualche punto di penalità sulla Superlincenza F1. Da qui dunque la decisione della Mercedes di non presentare ricorso sulla scorrettezza commessa dall'olandese sul suo pilota nella Sprint Shootout sul circuito del Red Bull Ring.

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