Mercedes risponde alle accuse di Verstappen: “Non avremmo mai festeggiato se si fosse infortunato”
Il GP di Silverstone continua a far discutere. E oggi la Mercedes ha risposto alle accuse di antisportività rivoltegli da Max Verstappen ed Helmut Marko dopo la fine del GP della Gran Bretagna. Il pilota olandese e il capo dei consiglieri della Red Bull avevano infatti definito antisportivi e irrispettosi i festeggiamenti per la vittoria di Lewis Hamilton mentre un collega si trovava in ospedale proprio in seguito ad un incidente avuto con il sette volte iridato.
A spiegare il perché di quei festeggiamenti così tanto criticati è stato il team principal della Mercedes Toto Wolff che ha voluto chiarire che loro avevano avuto rassicurazioni sul fatto che Max Verstappen fosse uscito illeso dall'impatto con le barriere e che, nonostante fosse stato portato in ospedale, stesse bene:
"È importante capire tutti i feedback che abbiamo ricevuto – ha detto infatti Wolff in un'intervista rilasciata ad Autosport -. Abbiamo avuto il feedback dal senior management della Red Bull che diceva che Max stava bene: Christian [Horner] ha detto al [direttore di gara della F1] Michael Masi all'interfono che è illeso e sta bene. E la FIA ci ha dato poi un altro feedback simile. Quindi – ha poi aggiunto il team principal della Mercedes – non avremmo mai festeggiato se Max si fosse infortunato. E penso che sia molto importante capirlo".
Lo stesso Toto Wolff ha poi voluto chiarire anche il fatto che Lewis Hamilton dopo l'incidente avesse chiesto delle condizioni di Max Verstappen e ha saputo del fatto che questo fosse stato portato in ospedale per ulteriori controlli solo dopo la gara (rispondendo così allo sfogo dell'olandese):
"Lewis ha chiesto, anche in macchina dopo l'incidente, se Verstappen fosse uscito dall'auto – ha difatti spiegato Wolff –. E ha avuto la risposta che era uscito dalla macchina sulle sue gambe. L'unica informazione che avevamo dunque era che Max stava bene, ed è per questo che non c'era bisogno di approfondire ulteriormente".