McLaren accusa Red Bull e Ferrari di aver iniziato una “guerra psicologica” in F1 con un pretesto
Furbacchioni che hanno provato a destreggiarsi tra le pieghe del regolamento. È così che la McLaren s'è sentita definire per quel pasticciaccio brutto dell'alettone posteriore: per uno "strano" movimento venne reputato una sorta di "mini DRS" che permetteva di essere più veloci. Nel Gran Premio di Baku, sul circuito in Azerbaijan, quell'escamotage rese la monoposto di Oscar Piastri una scheggia sui rettilinei, riuscendo così a tenere a bada le velleità di rimonta del ferrarista, Charles Leclerc. "Non me lo spiego", mormorò il monegasco frustrato per quel secondo posto.
Sospetti erano stati sollevati in precedenza già sulla falda dell'alettone anteriore ma la FIA sostenne che non c'era alcuna anomalia in quella flessibilità perché quell'accorgimento tecnico-meccanico era assolutamente regolare. Ribadì il concetto anche in seguito a quanto accaduto nella gara azera, mettendo la sordina al chiacchiericcio insistente su quell'espediente (la deformazione ad alta velocità) che regalava una spinta maggiore alle vetture "color papaya". Dinanzi alle rimostranze e alle pressioni ricevute da più parti, in particolare della Casa di Maranello e della Red Bull, la Federazione fece un passo indietro e chiarì che quella soluzione adottata in pista era irregolare, così come altri accomodamenti messi in atto anche da altri Team di F1.
Alla luce di tutto ciò, oggi, a pochi appuntamenti dal termine della stagione, con la lotta per Mondiale piloti ancora aperta (e avvelenata da polemiche, il caso della penalità infitta a Norris) e il titolo Costruttori in bilico, il direttore del team, Andrea Stella, ha usato l'espressione "guerra psicologica" per tracciare il clima che c'è intorno alla scuderia McLaren. "Le nostre ali erano conformi ai regolamenti tecnici – ha ammesso il manager nell'intervista a motorsport.com, citando anche al riguardo il contatto diretto con la federazione internazionale – e hanno superato tutti i controlli di flessibilità in vigore. Abbiamo letto molti commenti sui media, opinioni la cui fonte erano i nostri avversari e sono appare in articoli sembrati strumenti per metterci in cattiva luce".
Ecco perché Stella parla di "guerra psicologica", ritenendo quel polverone pretestuoso e pregiudiziale, sollevato col fine di mettere in difficoltà la McLaren in un momento cruciale dell'annata agonistica. "Questa storia ci ha solo resi più forti e convinti che i nostri avversari evidentemente stanno perdendo un po' la bussola", attaccandosi a motivazioni pretestuose è in sintesi il pensiero del Team Principal.