Max Verstappen diserta le interviste in Messico su ordine di papà: la strana vendetta di Jos
Nonostante il titolo iridato già messo in cassaforte Max Verstappen si è presentato al via del GP del Messico della Formula 1 2022 con la stessa fame di sempre e a caccia di una vittoria che gli consentirebbe di stabilire un altro record nella storia di questo sport detronizzando due plurititolate leggende della F1 come Michael Schumacher e Sebastian Vettel. E, l'olandese della Red Bull, lo ha messo subito in chiaro sia a parole (escludendo anche la possibilità di "lasciare" il successo nel suo GP di casa al compagno di squadra Sergio Perez), sia con i fatti (centrando al sabato la sua sesta pole position stagionale). Conoscendo il due volte campione del mondo la cosa non sorprende però più tanto. Sorprende di più invece il fatto che né dopo le prove libere, né dopo le qualifiche, il 25enne si è presentato davanti alle telecamere delle varie reti Sky (esclusiviste in molti Paesi dei diritti TV del Mondiale di Formula 1) per la consueta intervista post-sessione in pista.
Max Verstappen in questo weekend di gara sul circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico ha infatti disertato tutti gli appuntamenti in cui avrebbe dovuto parlare ai microfoni di qualsiasi delle reti nazionali facente parte dell'emittente fondata dal magnate Rupert Mardoch. Il classe '97 non ha infatti voluto parlare né con Sky Italia, né con Sky UK, né con Sky Deutschland, presentandosi invece regolarmente alle interviste con gli altri media che seguono la Formula 1. La cosa ha inevitabilmente suscitato clamore, ancor più quando si è scoperto che il boicottaggio delle interviste con Sky è frutto di un divieto imposto al figlio dal padre Jos (che, com'è noto, con i suoi metodi poco ortodossi ha sempre interferito nella carriera sportiva del figlio, fin da quella volta in cui da bambino lo abbandonò per punizione ad una pompa di benzina del Sud Italia).
Clamore aumentato a dismisura quando si è scoperto che il motivo dell'imposizione di papà Verstappen sia il volersi prendere una vendetta nei confronti dell'emittente per ciò che un giornalista della rete britannica di Sky ha detto riguardo al titolo conquistato nel 2021 dal figlio alla luce della conferma del fatto che la Red Bull nella passata stagione aveva violato il regolamento finanziario sforando il budget cap (cosa ammessa anche dalla stessa scuderia austriaca nel momento in cui ha deciso di accettare il patteggiamento offerto dalla FIA per evitare sanzioni più pesanti e "cavarsela" con una multa di 7 milioni di dollari e una riduzione del 10% delle ore per le prove aerodinamiche in galleria del vento e per le simulazioni CFD dei prossimi 12 mesi).
Nello specifico, a scatenare la rabbia di Jos Verstappen e di conseguenza la decisione di imporre al figlio di non rilasciare più interviste alle reti Sky, sembra siano state le parole pronunciate dal giornalista inglese Ted Kravitz nell'analisi post-gara dopo l'ultimo GP di Austin. Due in particolare i concetti espressi che avrebbero mandato su tutte le furie il papà del campione del mondo: "Verstappen non sembra capace di vincere un titolo in maniera normale" (parlando della penalità di Suzuka a Leclerc, arrivata subito dopo la bandiera a scacchi, che gli ha dato la matematica certezza del titolo 2022 che neanche lui pensava di aver vinto, ma è evidente che il riferimento è anche al finale controverso della scorsa stagione) ed "Hamilton nel 2021 è stato derubato" (di fatto accusando l'olandese di aver rubato il titolo al britannico).
Un'analisi che evidentemente non è piaciuta a papà Verstappen che per vendicarsi, secondo quanto confermato anche dal telecronista della Formula 1 di Sky Italia Carlo Vanzini, avrebbe vietato al figlio di rilasciare interviste a tutte le reti dell'emittente che siano dunque britanniche, italiane o tedesche e che abbiano sganciato fior di quattrini per accaparrarsi in esclusiva i diritti di trasmissione dei weekend della Formula 1 (e quindi anche le interviste ai piloti dopo le sessioni) o meno.
Nel giorno della gara anche la Red Bull si è mossa a difesa del proprio pilota partecipando al boicottaggio contro Sky: oltre al pilota, neanche il team principal Chris Horner e il superconsulente Helmut Marko parleranno infatti con i giornalisti britannici, tedeschi e italiani dell'emittente. Tale boicottaggio non è detto che riguardi solo il GP del Messico: secondo indiscrezioni provenienti dal paddock della Formula 1 infatti si tratterebbe di una decisione presa a tempo indeterminato e dunque potrebbe anche proseguire fino al termine della stagione.