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Max Mosley “si è sparato in testa con un fucile”: il gesto disperato dopo una diagnosi di tumore

A distanza di quasi un anno dalla morte di Max Mosley, una perizia ufficiale alza il velo sulle cause del decesso dell’ex capo della Formula 1. Sul comodino nella stanza da letto gli agenti trovarono un biglietto: “Non avevo scelta”.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ex boss della F1, Max Mosley, trovato morto a maggio 2021 nella sua casa.
L'ex boss della F1, Max Mosley, trovato morto a maggio 2021 nella sua casa.

Max Mosley si è tolto la vita sparandosi alla testa con un fucile. A quasi un anno di distanza dalla morte dell'ex capo della Formula 1, è arrivata la conferma della tragica fine: dietro il gesto estremo – secondo quanto si è appreso dal Coroner's Court di Westminster – ci sarebbe stata la disperazione per avere appreso di essere ammalato di un tumore allo stadio terminale. "Ferite significative coerenti con una ferita da arma da fuoco", è quanto scritto nel rapporto ufficiale sull'uomo, deceduto a 81 anni.

A corredo della perizia c'erano anche anche altre annotazione sulle condizioni psico-emotive del suicida: il cancro che gli era stato diagnosticato non era curabile, gli avrebbe lasciato poco tempo ancora di vita e soprattutto tra dolore cronico alla vescica e all'intestino, lenito solo in parte da cure palliative.

Il 23 maggio 2021, nella casa di Kensington, Mosley venne ritrovato cadavere e con addosso un fucile. Gli agenti che arrivarono dinanzi alla porta della camera da letto notarono un biglietto agghiacciante. C'era scritto: "Non entrare, chiama la polizia". All'interno c'era la salma dell'ex manager del Circus ricoperta di sangue, adagiato sulle ginocchia c'era il fucile a doppia canna con il quale s'era tolto la vita. È stata la prima deduzione fatta dagli uomini delle forze ordine che sul comodino notarono anche un biglietto, intriso di sangue, sul quale c'erano scritte poche parole: "Non avevo scelta". 

Mox Mosley in pista durante uno dei Gran Premi di Formula 1.
Mox Mosley in pista durante uno dei Gran Premi di Formula 1.

L'analisi del medico legale ribadì i primi riscontri, verificando la compatibilità delle ferite riportate come conseguenza di un gesto suicida. Poco dopo – come raccontato dal tabloid The Sun – la dottoressa Rasha Al-Quarainy chiarì che il tumore di cui era affetto Mosley aveva raggiunto uno stadio tale da rendere impossibile ogni tipo d'intervento chirurgico. In una e-mail risalente a due giorni prima della morte – secondo quanto riferito da un altro specialista ascoltato sulla vicenda – l'ex referente del mondo dei motori appariva estremamente sconvolto perché la sua qualità di vita era peggiorata di molto e avvertiva un disagio profondo.

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