Marco Melandri a Fanpage: “Per Valentino Rossi il passaggio in Petronas può essere un bene”
Il Mondiale 2021 della MotoGP sta per prendere il via e in occasione del debutto stagionale della classe regina abbiamo avuto l'opportunità di scambiare quattro chiacchere con l'ex pilota MotoGP e campione mondiale della 250cc Marco Melandri, oggi commentatore tecnico per Dazn. Nell'intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Fanpage.it con il 38enne ravennate ci ha detto la sua sulla nuova stagione partendo dal suo pilota favorito per il titolo (Fabio Quartararo), ma anche sul recupero di Marc Marquez e sul passaggio di Valentino Rossi dalla Yamaha ufficiale al team satellite Petronas.
In questa occasione Marco Melandri ha anche condiviso con noi alcuni suoi ricordi con Fausto Gresini, scomparso da poco dopo aver lottato contro il Covid, e Marco Simoncelli, campione morto in pista dieci anni fa, con i quali è stato in squadra nel 2010, ma ci ha anche rivelato le sue sensazioni sul suo nuovo ruolo di commentatore TV e i suoi progetti futuri in pista e fuori dalla pista.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova stagione della MotoGP?
"Io vedo molto bene Fabio Quartararo. Anche se lo scorso anno ha avuto una stagione difficile penso abbia imparato molto. La promozione in Yamaha ufficiale è importante sia dal punto di vista psicologico che da quello tecnico quindi secondo me quest'anno sarà molto molto concreto".
Credi che Marquez possa tornare da subito ai suoi livelli?
"Credo che per Marquez sarà un inizio di stagione difficile. Otto mesi senza moto e un infortunio così pesante non sono facili da digerire, soprattutto in un periodo come questo dove in moto si va molto poco. Però lui ci ha comunque abituato a delle cose incredibili…Secondo me dovrà sfruttare le prime gare solo per mettere chilometri in sella, poi una volta tornato in Europa allora potrà capire se potrà lottare per vincere delle gare come gli scorsi anni".
E il passaggio di Valentino Rossi in Petronas come lo vedi?
"Da un certo punto di vista potrebbe essere un bene il passaggio in Petronas perché avrà meno preoccupazioni e dovrà solo pensare a guidare. Dall'altra parte sai però di aver perso un po' di potere all'interno della casa madre".
Sarà il primo anno senza Fausto Gresini: quanto ha dato Fausto a questo sport?
"Fausto ha dato veramente veramente tanto a questo sport. La prima gara che andai a vedere dal vivo nel 1991 a Misano la vinse lui. Era la gara della 125cc e la vinse lui davanti a Capirossi e Gramigni. Io da bambino tifoso italiano non dimenticherò mai quella giornata. Poi ho avuto la fortuna di correre e vincere le mie gare in MotoGP nella sua squadra. Per me è stato soprattutto un amico perché era una persona davvero incredibile, poche come lui nel paddock".
Il 2021 sarà anche il 10° anno senza Simoncelli: tu con il Sic sei stato compagno di squadra proprio nel team Gresini…
"Ho tanti ricordi di quell'anno, ma quelli più belli sono le cose avvenute fuori dalle gare. Nei week end di gara tra compagni di squadra non c'è tanto rapporto perché ognuno è concentrato a fare il proprio lavoro. Mentre nei periodi invernali per partecipare agli eventi organizzati dagli sponsor con Gresini e Simoncelli andavamo spesso in giro in macchina e lì abbiamo avuto modo di conoscerci un po' di più anche fuori dal mondo delle moto e ridere e scherzare insieme. Ho avuto la fortuna di conoscere davvero il Sic e posso assicurarvi che ci siamo divertiti parecchio".
Hai smesso da poco di correre in Superbike: ti manca la pista?
"No. Magari qualche giorno in pista lo farei, ma solo per puro divertimento. Però lo stress delle gare, soprattutto in periodo come questo, non mi manca. Mi ritengo fortunato ad aver chiuso il mio ciclo. Mi diverto molto come commentatore per Dazn: l'idea di raccontare agli spettatori cosa pensa e prova un pilota in quella determinata situazione mi piace tantissimo. Quindi sono contentissimo di questo nuovo percorso".
Hai chiuso con qualche rimpianto?
"Sicuramente avrei potuto fare di più. Non credo che avevo scelte diverse da quelle che ho fatto sia in termini di moto che di squadra. Il rimpianto più grande è forse quello di non aver mai avuto una moto ufficiale in MotoGP in condizioni normali. L'ho avuta in Ducati, ma sono arrivato lì in un periodo particolare in cui le cose andavano molto male. Quindi mi è mancata la squadra ufficiale e lavorare con continuità con le stesse persone. E credo che questo mi abbia impedito di vincere di più".
E per il futuro? Ti piacerebbe rientrare nel paddock con un altro ruolo?
"Al momento no perché sto bene così. Ho avuto tanto da questo mondo ma l'idea di girare il mondo per fare un ruolo che da pilota difficilmente digerisci non piace. Mi piace più raccontare quello che avviene in pista cercando di non giudicare nessuno perché io voglio solo raccontare quello che i piloti fanno senza dire ‘è giusto' o ‘è sbagliato'. E quindi adesso sto bene così".