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Marc Marquez ha deciso che non sarà mai amico di Valentino Rossi: “Ero disposto, ora non più”

A distanza di quasi otto anni da allora, il pilota spagnolo ha ricordato cosa accadde nel 2015 sul circuito della Malesia. “Mi attaccò pubblicamente in conferenza stampa ed ebbi l’impressione che il suo fosse solo un tentativo per intimidirmi”. Poi il contatto in pista.
A cura di Maurizio De Santis
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Marc Marquez ha ricordato l'episodio avvenuto a Sepang nel 2015 che ha segnato il suo rapporto con Valentino Rossi.
Marc Marquez ha ricordato l'episodio avvenuto a Sepang nel 2015 che ha segnato il suo rapporto con Valentino Rossi.

Marc Marquez non ha dimenticato. La rottura con Valentino Rossi avvenuta a Sepang nel 2015, per quanto accaduto prima in conferenza e poi in pista, è una ferita che non s'è mai rimarginata del tutto. Non provoca (più) dolore ma fastidio. La ricorda e dedica a quei momenti uno sbuffo e un sorriso amaro incastonato in quel "possiamo pure esserci indifferenti" che spiega quale sia la considerazione che ha del (non) rapporto con il ‘dottore' e con la possibilità di smussare le asperità e i dissapori del passato.

"Un tempo avrei pensato a una rappacificazione. Non c'è predisposizione da parte di entrambi. Da parte mia c'era ma adesso non più- Non devo essere amico di tutto il mondo".

Non ti curar di lui ma guarda e passa. In buona sostanza è questo il senso della riflessione fatta durante il programma Viajando con Chester (in onda su Mediaset España): el cabroncito ha azionato la sequenza videoclip ed è tornato indietro nel tempo a quasi otto anni fa, quando sul circuito della Malesia il contatto tra lui e il campione del mondo italiano spaccò in due il popolo di appassionati della MotoGp, la maggior parte dei quali si schierò con il pilota di Tavullia.

Le immagini in sequenza dell'incidente che mise fuori causa el cabroncito sul circuito della Malesia.
Le immagini in sequenza dell'incidente che mise fuori causa el cabroncito sul circuito della Malesia.

Nonostante sia trascorso un bel po' di tempo, Marquez rammenta quell'episodio come fosse accaduto ieri. Le parole che usa, però, non sono cariche di rancore. La sintesi delle sue argomentazioni è molto semplice, diretta e altrettanto forte: se proprio aveva qualcosa da dirgli, Rossi avrebbe potuto farlo a quattr'occhi, lontano dalle telecamere senza dare tanta evidenza pubblica a una questione che si poteva risolvere (o meno) parlandosi in faccia. Invece le cose andarono diversamente.

"Rossi era il pilota che aveva maggiore esperienza rispetto a me che avevo dieci anni in meno – ha ammesso Marquez -. E per questo avrebbe dovuto gestire la situazione in maniera differente. Mi attaccò pubblicamente in conferenza stampa ed ebbi l'impressione che il suo fosse solo un tentativo per intimidirmi. Avevamo entrambi i nostri numeri di telefono ma non ci siamo mai chiamati".

Il momento del contatto tra il 'dottore' e il pilota spagnolo avvenuto sulla pista della Malesia.
Il momento del contatto tra il ‘dottore' e il pilota spagnolo avvenuto sulla pista della Malesia.

Non finì lì, quello era solo il primo tempo dell'incidente che sarebbe avvenuto sull'asfalto della Malesia. Ci fu un contatto a corredo di una gara che li vide lottare gomito a gomito, a sportellate, con le carene che si sfiorano fino al tocco fatale che Marquez ancora oggi imputa a Rossi.

"Mi ha colpito e quel contatto non fu casuale – ha aggiunto il campione spagnolo -. In pista può anche capitare di sbattere contro un altro pilota per una traiettoria errata. Ma non è casuale mettere all’angolo un avversario e colpirlo alla gamba. Questo è un gesto volontario". E non c'è più alcuna possibilità di mettere una pietra sopra alla cosa stringendosi la mano: "Ora non più" sentenzia Marquez.

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Dal passato che ogni tanto ritorna in mente al presente condizionato dall'infortunio e dalle operazioni subite. Da due anni a questa parte molte cose sono cambiate: si sentiva al top, quasi invincibile, ha dovuto fare i conti con la realtà della vita. "Venivo da una carriera sportiva in cui sembravo un supereroe e all’improvviso ho avuto fratture, infezioni, operazioni. Adesso sto bene. Sei mesi fa il ritiro è stata un’opzione importante. L’assenza di dolore è stato il punto per ricominciare".

Quanto alla diplopia e ai rischi che corre attualmente, la chiosa di Marquez arriva con un sorriso e una frase che sa di sfida ritrovata. "Non vedere il rischio può essere un pregio o un difetto".

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