L’ultimo Mondiale vinto da Senna tra le critiche per quel gesto frainteso: “Non doveva farlo”
Quando Ayrton Senna salì sul podio di Suzuka il 20 ottobre del 1991 era felice, rimase da solo per un attimo, prese la bottiglia di champagne e se la verso addosso. Un bagno liberatorio. Era campione del mondo per la terza volta, tre titoli come Prost e Lauda, piloti che aveva sfidato, all'epoca meglio solo il mito Juan Manuel Fangio (5). Era felice Senna e anche riconoscente all'amico Berger, a cui proprio nel finale concesse la vittoria. Pensava probabilmente di rivivere ancora quell'emozione, ma non è stato così. Quel giorno Ayrton conquistò l'ultimo titolo della sua carriera, e davvero nessuno poteva immaginare che in quel momento si chiudeva un ciclo iridato vincente.
Gp del Giappone sempre decisivo
A Suzuka per il quarto anno consecutivo Senna si gioca il Mondiale, ma questa volta è molto diverso da quelle precedenti. Nel 1988 sapeva che vincendo in Giappone avrebbe ottenuto il primo titolo, nel 1989 finì con un ruota a ruota con Prost che ha fatto storia, fuori tutti e due, il brasiliano riparte, rimonta e vince ma viene squalificato ed è titolo numero tre per il ‘Professore'. Mentre nel 1990 ci fu la vendetta sportiva di Senna, che alla prima curva forzò, tirò dritto ed eliminò se stesso e Alain, così vinse il titolo numero due. Nel 1991 invece a Suzuka Senna aveva il primo matchpoint, questa volta il rivale era Mansell.
Il Mondiale di F1 1991
Quello fu un campionato strano, la McLaren in avvio ha una superiorità impressionante, fa razzia di vittoria ma la Williams rientra e lo fa in grande stile, le novità tecniche di Adrian Newey e il motore Renault portano al dominio di Mansell che torna sotto per il titolo. In Giappone Senna si presenta con un vantaggio di 16 punti, con il secondo posto a Suzuka aveva la certezza di vincere il titolo. Berger fa la pole, Senna è secondo. Mantengono quest'ordine anche in avvio di gara, al 10° giro Mansell sbaglia, va lungo, finisce nella sabbia e si ritira.
Senna vince il Mondiale, Berger la gara di Suzuka
Il Mondiale è di Senna, resta quasi un'intera gara da disputare e da vincere. Senna si mette davanti e resta al comando fino all'ultima curva quando lascia passare Berger che ringrazia e ottiene il secondo successo a Suzuka della carriera. Ma anche quel gesto venne criticato: "Non doveva farlo, non doveva farlo così", questo grosso modo dissero in parecchi, e figurarsi cosa sarebbe stato detto se ci fossero stati i social. Mansell si rifarà vincendo il titolo l'anno seguente e lo farà vincendolo nel mese di agosto. Senna sul podio finalmente è soddisfatto e sorride felice.
Quasi trent'anni dopo quella corsa Gerhard Berger parlando del suo grande amico ha detto: "Quel giorno mi lasciò vincere. Per me il miglior pilota è ancora Ayrton. È morto presto, ma fino a quel momento aveva tutti i record a portata di mano. Si era messo sulla macchina che poi è stata vincente negli anni successivi. Penso che Ayrton sarebbe diventato ancora campione diverse volte. Probabilmente i conteggi sarebbero stati molto diversi con lui ancora in vita. Senza nulla togliere a Schumacher e Hamilton, i cui record hanno grande valore, Senna per me è ancora il più grande". E davvero chissà se un destino beffardo non l'avesse portato via quanti altri titoli Ayrton sarebbe riuscito a vincere.