L’ultimo ballo di Kimi Raikkonen, l’antidivo della Formula 1
“Lasciatemi in pace, so quello che sto facendo!”. Ci sono delle frasi che rappresentano una persona o quello che pensa, ecco quella detta da Kimi Raikkonen potrebbe racchiudere una carriera intera in Formula Uno. Oggi il pilota finlandese siederà per l’ultima volta in una monoposto e al termine del GP di Abu Dhabi darà l’addio al Circus ventuno anni dopo la prova fatta con la Sauber e un rapporto con il palcoscenico del motorsport molto sui generis.
Nell’era della condivisione della propria vita su ogni tipo di piattaforma da quando si mette piede fuori dal letto fino alla sera, delle parole rilanciate ‘in tutti i luoghi e in tutti i laghi’ dopo conferenze stampa infinite in cui si ripetono grossomodo sempre le stesse parole, Kimi è sempre rimasto se stesso, cioè esattamente all’opposto di questo mondo. E non ha mai fatto nulla per adeguarsi, anzi. A lui sono sempre bastate poche parole. Non ha mai sentito il bisogno di usarne molte a favore di telecamera e preferiva stare con i meccanici per le messe a punto o migliorare l'assetto della vettura. Raikkonen è cresciuto tra i motori e in famiglia pensavano che sarebbe stato già un successo vederlo girare l'Europa come meccanico. È andata molto meglio del previsto.
Kimi da Espoo è stato vice-campione del mondo con la McLaren nel 2003 e nel 2005 e ha vinto il Mondiale nella stagione 2007 con la Ferrari: ancora oggi, a distanza di 14 anni, Raikkonen è l'ultimo pilota ad aver vinto un titolo iridato per la scuderia italiana. È cambiata la Formula Uno ma non è cambiato lui, che è rimasto sempre lo stesso.
Ha corso 17 gare con la Sauber l'anno del suo debutto in F1, 87 con la McLaren, 151 con la Ferrari, 37 con la Lotus Renault e 58 con l'Alfa Romeo. Kimi ha messo a referto 18 pole, 46 giri veloci in gara e 103 podi complessivi. Ha gareggiato per la prima volta in F1 domenica 4 marzo 2001 sulla pista dell'Albert Park di Melbourne piazzandosi al sesto posto e ha conquistato la sua prima vittoria il 23 marzo 2003 a Sepang con la McLaren-Mercedes in Malesia. Numeri da pilota vero, nonostante negli ultimi tempi è sempre più difficile per lui restare nella top ten.
Iceman, ‘l'uomo di ghiaccio', è uno degli ultimi piloti della vecchia scuola che ha vissuto la transizione del F1 ma non ha mai pensato di arrendersi e finché ha avuto motivazioni si è buttato nella mischia. Sì, perché chi lo conosce da quando era piccolo racconta che Kimi rispetto al fratello Rami, pilota di rally e di Formula 3, riusciva a infilarsi negli spazi che gli altri pensavano impossibili e la paura non l'ha mai portata con sé in monoposto.
Raikkonen non è mai stato uno di quei piloti appariscenti per il modo di guidare o per i suoi comportamenti fuori dalla pista ma spesso ha fatto parlare per la sua vita privata: dagli eccessi della sua vita notturna, spazzati via dal suo secondo matrimonio e dalla nascita dei suoi figli, a episodi che per lui erano assolutamente normali ma che lo hanno reso un personaggio mediatico. E completamente ‘a sua insaputa'. Dalle pause infinite nelle conferenze stampa a quel giorno di maggio del 2006 a Monaco, quando invece di rientrare nel paddock in seguito al problema della sua monoposto decise di andarsene sul suo yacht e stupì il mondo intero. Su quell'episodio disse la cosa incredibile e più naturale del mondo lasciando tutti a bocca aperta: "La barca era a due passi e poi la mia gara era finita, che c’è di strano?".
Nella sua biografia si legge che "l’alcol a volte allevia lo stress" e questo fa capire ancora di più come la storia dei '16 giorni da ubriaco' tra il Bahrein e Barcellona nel 2013, che viene spesso raccontata, forse non sia solo una leggenda. Una volta sbagliò la camera di albergo e dormì nel letto al posto del legittimo proprietario, ma non si è mai capito come riuscì ad entrare lì dentro.
Kimi è essenziale, non è uno che gira intorno alle cose, non ha mai apprezzato i cerimoniali o la ritualità di alcuni momenti del paddock ed è sempre stato uno spontaneo: in Brasile nel 2006 era al bagno mentre Pelè presentava il GP di Interlagos e una volta tornato all'ex pilota Martin Brundle, telecronista per l'emittente britannica Itv, disse tranquillamente "Stavo cag…". Tre parole sono troppe, due sono poche. Una persona riservata ma con un umorismo ermetico e pungente.
Il pilota finlandese dell’Alfa Romeo Racing in vista della gara di Abu Dhabi si è espresso così: "Sarò emozionato domenica? Ne dubito. Dubito che sarò emozionato ma non si può mai dire, forse sarà più emozionata mia moglie. qualche amico, un po’ ne ho conosciuti in F1, ma certo non è che le corse ti lascino molto tempo per fare altro. Anzi, adesso avrò molto più tempo. Sinceramente, sono contento che finisca, la F1 non è mai stata la priorità nella mia vita. Avrò tempo per dedicarmi ad altro e ne sono contento".
Parole che rispecchiano in pieno ciò che ha fatto trasparire in questi anni ma più si avvicina la gara e più c'è grande curiosità per l’ultimo team radio della carriera in F1 di Kimi: probabilmente alle congratulazioni per la sua carriera risponderà con un ‘Thank you', come spesso è accaduto, ma non è possibile dirlo con certezza. Potrebbe sorprenderci anche questa volta l'imprevedibile Raikkonen, per questo tutti gli vogliono un gran bene.